L'esultanza rabbiosa del parafulmine Zlatan. AIA, così non VAR

L'esultanza rabbiosa del parafulmine Zlatan. AIA, così non VARMilanNews.it
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domenica 1 novembre 2020, 20:00Primo Piano
di Thomas Rolfi

L'esultanza di Zlatan Ibrahimovic insieme a tutti i i compagni dopo aver segnato il 2-1 non è stata la solita. Dal suo ritorno al Milan a gennaio, infatti, lo svedese non aveva mai mostrato tanta rabbia dopo un gol. Il motivo è presto detto e lo ha spiegato lo stesso Ibra nel post partita: la rete del numero 11 del Diavolo aveva il profumo dei 3 punti, con un peso specifico indefinito sia a livello di classifica che mentale. Il Milan alla Dacia Arena ha disputato una delle peggiori partite a partire dal post lockdown, faticando a trovare spazi e a creare pericoli per la porta di Musso. Era una sfida avviata verso il pareggio, poi Ibrahimovic ha deciso di vincerla con una magia in rovesciata, dopo aver fatto a sportellate con mezza Udinese. 'Parafulmine' Zlatan, esausto nel post partita, ha spiegato bene quanto i giovani in campo possano stare tranquilli e non avere pressioni, perchè tutto il peso ricade su di lui. Un giocatore che vale molto molto di più dei 7 milioni di euro netti che percepisce a stagione. Qualche numero: 17 gol segnati e 6 assist in 23 presenze nell'Ibra-bis in rossonero. In rete da 6 partite giocate consecutive in Serie A, eguagliando se stesso nel 2012 e un certo Shevchenko nel 2001.

AIA, COSI' NON VAR - Detto dell'errore di Romagnoli nella scelta di voler intervenire in quella situazione su Pussetto, il penalty concesso all'Udinese resta discutibile, perchè il capitano del Milan sfiora il pallone prima di colpire l'argentino. Giusto, comunque, che il VAR non sia intervenuto in quella circostanza, perchè il contatto tra i due è avvenuto e non sussiste la casistica del 'chiaro ed evidente errore'. Così come rientra perfettamente nel protocollo che il VAR non abbia corretto la decisione di Di Bello di non concedere il tiro dagli undici metri ai friuliani per il contatto tra Okaka e Ibra. nel primo. Ciò che resta inspiegabile, tuttavia, è il calcio di rigore non assegnato al Milan al 90°: il tocco di mani di Bonifazi è nettissimo, con il braccio che è staccato dal corpo, quasi a voler controllare il pallone. Non può bastare come giusitificazione per il mancato intervento del VAR il lievissimo contatto del difensore bianconero con il corpo di Rebic. Nel giro di due stagioni, si è passati da un estremo all'altro. Nella scorsa annata l'arbitro davanti al monitor interveniva forse con troppa frequenza sulle scelte di campo. Ora, però, la tecnologia si intromette troppo rararamente e in questo campionato stanno sfuggendo davvero tanti episodi su tutti i campi di Serie A. AIA, così non VAR.