Ibra, sarebbe dovuto essere il tuo momento. Ma non è ancora finita
"Perché dev'essere qualcosa che non ha funzionato? I problemi fisici ci sono per tutti, Zlatan ne ha avuti alcuni e non c'è stata alcuna scelta sbagliata". Mister Pioli, in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Genoa, difende lo svedese. - "Purtroppo è andata così, cerchiamo di recuperarlo per le prossime partite. Futuro? Ha l'intelligenza e il coraggio necessari per fare la scelta migliore. E noi saremo con lui qualsiasi scelta farà, questo è sicuro".
Il futuro di Zlatan ibrahimovic, fermatosi per l'ennesima volta in stagione per un sovraccarico al ginocchio sinistro, è un qualcosa che potrà decidere soltanto lui, ma di cui parlano tutti. Anche Francesco Totti, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha voluto dire la sua: "Da amante del calcio spero che Ibra possa continuare: sarebbe un regalo per tutti quelli che seguono questo sport. La decisione è troppo personale. Spero continui finché ne avrà voglia ma solo se il fisico gli consente di poter essere decisivo come è sempre stato. Gli auguro di non trasmettere mai un senso di tenerezza a chi lo vede in panchina o faticare in campo. Uno come Ibra per immagine e impatto lo vorrebbero tutti. Bisogna però stare attenti a non diventare un poster o una bandiera da sventolare solo quando serve. Il giorno che smetterà Ibra capisca subito cosa vuole fare. Se gli dovesse arrivare una proposta chieda subito: cosa devo fare e con chi devo farlo?".
I segnali che il corpo sta mandando a Zlatan purtroppo sembrano inequivocabili, visto che che da gennaio in poi il calo che ha avuto lo svedese è stato, purtroppo per Pioli e la squadra, drastico. Continui acciacchi, continui problemi, e una condizione che è scesa sempre di più: nell'ultimo periodo il numero 11 rossonero non ha mai superato la mezz'ora di gioco. Anche in nazionale, quando la Svezia era sotto e si stava giocando l'accesso ai Mondiali, il ct non gli ha concesso più di 10-15 minuti nel finale. I segnali portano tutti in un'unica direzione, anche se è difficile ammetterlo. È difficile perché tutto il mondo è sempre stato abituato a vedere Ibra come un qualcosa di forte, nel vero senso della parola, immune allo scorrere del tempo; se il Milan nel giro di due stagioni si è ritrovato da dei sesti e settimi posti insapori alla lotta su due fronti, scudetto e Coppa Italia, il merito, almeno inizialmente, è da ricondurre ad Ibrahimovic: ha rivoltato i suoi compagni a Milanello instillando nuovi standard di intensità, voglia di vincere e mentalità. Ha dato un boost ben visibile al progetto di Gazidis, Maldini e Massara, ed è proprio per questo che è triste non averlo a disposizione in questo finale di stagione.
Nessuno si sarebbe aspettato uno Zlatan titolare per 90 minuti in tutte le gare di campionato, ma tutto il mondo rossonero sperava di averlo a disposizione per i momenti complicati, per le situazioni rognose, per tutte quelle partite difficili per tutti, ma non per lui. Ibra comunque, nonostante i dolori che ormai lo accompagnano giornalmente da mesi, sta facendo di tutto e di più per recuperare ed essere disponibile nel finale di stagione, sperando di poter essere ancora in tempo per poter dare una mano, lui spera decisiva, ai compagni.
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