L'anticipo di Galli - Contro il Napoli e contro le incertezze

Consentitemi di iniziare l’editoriale rivolgendo le mie sentite condoglianze ai famigliari di Diego De Vivo, il giovane 14nne morto dopo aver accusato un malore prima di iniziare l'allenamento alla scuola calcio Cantera Napoli.
La settimana che precede Napoli-Milan ha visto il rientro degliultimi giocatori impegnati con le rispettive nazionali nella giornata di mercoledì: pochi giorni a Milanello per preparare al meglio la delicata trasferta in terra partenopea che potrebbe rappresentare un punto di svolta, in un senso o nell’altro, di questa tribolata stagione. La vittoria ci rilancerebbe tra i contendenti al quarto posto, generando energie positive; il pareggio o, peggio ancora, la sconfitta, oltre ad allontanarci dalla zona Champions, accentuerebbero tensioni, paure, preoccupazioni. Si tratta di sentimenti e stati d’animo che sono compagni di viaggio dei rossoneri, giocatori e tifosi, praticamente dalla scorsa estate (se non da prima), alimentati in questo periodo dal persistere delle indecisioni relative alla nomina del direttore sportivo e dell’eventuale prossimo allenatore.
Non solo le decisioni tardano ad arrivare, ma continua a non essere chiaro (almeno per noi che siamo fuori dal “palazzo”, ma a occhio anche per gli addetti ai lavori) l’iter decisionale o, per dirla in termini aziendali, la governance, cioè la struttura e i meccanismi cui è affidata la gestione della società. Insomma,vorremmo avere chiarezza e, anche se tutto fa ormai pensare all’AD Furlani come vero decisore ultimo, vorremmo sapere a chi spetta la responsabilità delle scelte. E ancora: il processo che prevedeva la collegialità delle decisioni (tra i motivi dell’allontanamento di Paolo Maldini) è ancora in vigore o su questo tema c’è stato un ripensamento in chiave più gerarchica?Infine: da chi viene conferito l’incarico, da chi è delegato l’amministratore delegato? Un tema, quello della governance, già toccato proprio in questa rubrica la scorsa settimana, che nel frattempo non sembra essersi sbloccato.
Per queste ragioni non deve essere facile per Conceicao indirizzare le energie, sue, dello staff e della squadra, sulla preparazione della partita. So per esperienza quanto un contesto societario poco chiaro favorisca tra i componenti della squadra, certo non tutti, l’insorgere della cultura dell’alibi, determinando, anche inconsciamente, dinamiche per cui le energie psicofisiche non sono totalmente rivolte all’allenamento e di conseguenza alla partita. Lo stesso dicasi per le voci di mercato legate alla possibile cessione di uno o più dei cosiddetti big, in caso di mancata qualificazione all’Europa che conta, che non aiutano a rendere emotivamente stabile l’ambiente.
Una nota positiva arriva dalle statistiche che ci dicono che lesquadre di Conceicao nel finale di stagione hanno quasi sempre accelerato o, se non altro, non hanno rallentato la corsa. Ma, diciamolo, pur rispettando il campionato portoghese, la serie A è tutt’altra cosa e il numero e la qualità dei contendenti è di tutt’altro spessore.
Guardando infine al campo (e già il fatto che ci arriviamo alla fine non è una buona notizia), possiamo immaginare quale sarà la ferocia agonistica con cui l’undici azzurro entrerà in campo domenica. Da parte nostra sarà importante mantenere una ferrea organizzazione difensiva per tutta la gara ed evitare o almeno limitare le veloci transizioni degli uomini di Conte. Se partiamo con questo presupposto, sul quale a Milanello si è lavorato intensamente, sono convinto che la squadra abbia la qualità per poter sviluppare un gioco offensivo efficace. Guardando ai nomi all’interno delle due formazioni, non abbiamo nulla da invidiare ai nostri avversari: tuttavia sappiamo come l’esito di una partita non scaturisca solo dalla qualità dei singoli giocatori ma, soprattutto, da come questi sappiano relazionarsi in campo, sappiano essere squadra. Se dimostreremo di essere squadra nulla ci è precluso.
Certo, espugnare il “Maradona” non sarà facile: ma siamo nella condizione di non avere più nulla da perdere, una condizione che ha sempre determinato negli interpreti una reazione positiva ed efficace. Vincere significa almeno mantenere la distanza di sei punti dalla zona Champions e alimentare nel popolo rossonero la speranza di un finale di campionato dignitoso. E poi, non dimentichiamolo, la vittoria sarà un buon viatico per affrontare l’Inter nella gara di andata della semifinale di Coppa Italia di mercoledì prossimo: un’altra sfida molto sentita dai tifosi per motivi sostanziali (la possibilità di vincere un trofeo) e simbolici (l’Inter, avversaria di sempre e soprattutto degli ultimi anni). Non deluderci, Milan!
Segui il blog www.filippogalli.com

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati