Sfida di campionato con vista Champions

Sfida di campionato con vista ChampionsMilanNews.it
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venerdì 14 febbraio 2014, 02:06Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan anticipa al venerdì la sua partita di campionato, perchè all'orizzonte c'è la Champions League e l'Atletico Madrid; bisogna pensare, però, anche al Bologna, perchè non è più ammissibile fare brutte figure.

Siamo a metà febbraio e, puntualmente, sta per tornare la Champions League dopo il letargo invernale di due mesi: lo dimostra il fatto che il Milan gioca una partita di campionato in un giorno anomalo anche per il "campionato spezzatino", ovvero il venerdì e lo può fare in quanto è l'unica rappresentante del calcio italiano nella massima competizione europea e, quindi, ha potuto chiedere l'ulteriore anticipo anche se poi sarà impegnato mercoledì contro l'Atletico Madrid a San Siro. Il giorno della sfida contro il Bologna è ancor più particolare, visto che si tratta di San Valentino (ed è dal 1999, partita contro il Venezia vinta 2-1, che il Milan non gioca il 14 febbraio), quindi diciamo subito che tutti i tifosi rossoneri che si presenteranno a San Siro per sostenere la squadra di Seedorf avranno compiuto uno straordinario atto d'amore per i colori rossoneri, considerato l'andamento della squadra in campionato, il nome dell'avversario e il fatto che si giochi di venerdì sera ancora in pieno inverno, tutte cose che convincerebbero chiunque a stare da un'altra parte a fare qualcosa d'altro, ma non chi ha amato, ama e sempre amerà, nella buona e nella cattiva sorte, il caro vecchio Diavolo, perchè nel petto batte un cuore rossonero.

Tralasciati i buoni sentimenti, veniamo alla situazione della squadra che è tutt'altro che rosea: la netta sconfitta di Napoli ha dimostrato ancora una volta l'enorme divario che c'è in questo momento con le squadre più competitive della Serie A e la classifica lo indica in modo impietoso: undicesimo posto, cioè nella parte destra della graduatoria, a 31 punti dalla vetta, 18 dal terzo posto (che doveva essere l'obiettivo minimo stagionale) e 7 dalle posizioni che in questo momento garantiscono almeno la partecipazione all'Europa League, meno prestigiosa della Champions ma pur sempre una competizione europea. Difficile in questa situazione trovare i giusti stimoli per affrontare le restanti partite di campionato, anche perchè la società ha fatto già capire che l'Europa League non è un grande obiettivo e non è nel DNA del Milan come la Champions, lasciando intendere che forse è davvero meglio ripartire da zero in una stagione con il solo campionato e senza impegni extra per cercare di tornare protagonisti. La squadra, però, deve cercare di dare il massimo in ogni partita, per rispetto della maglia che indossa e dei tanti tifosi che non vogliono rassegnarsi a questo triste destino da squadra mediocre che fatica a vincere: sono solo sette i successi in campionato, con otto pareggi e otto sconfitte e non è certo un andamento da Milan. La partita contro il Bologna, in queste condizioni, è solo apparentemente facile e lo dimostra la vittoria dei rossoblu all'Olimpico di Torino domenica scorsa: i felsinei sono ancora in zona pericolosa e hanno assoluto bisogno di altri punti per allontanarsi dagli ultimi tre posti, quindi ci vuole massima attenzione e concentrazione contro un avversario motivato, soprattutto da parte di una squadra che non riesce davvero a essere continua nei risultati e nelle prestazioni.

Il rischio concreto, però, è quello di proiettarsi già alla sfida di Champions League e non avere il giusto approccio per questa partita e ciò sarebbe deleterio, perchè esporrebbe al rischio di un'altra brutta figura. La lezione del San Paolo è stata severa e umiliante, al punto che molti cominciano a dubitare della bontà del "progetto Seedorf", non tanto in generale, ma piuttosto riferito a questa stagione e a questo gruppo, perchè è evidente che mancano i giocatori per interpretare al meglio un certo modulo che prevede molti giocatori offensivi e poca copertura a una difesa già traballante quando è protetta, figuriamoci quando viene abbandonata a se stessa. A Napoli si è vista la differenza fra chi sa e può interpretare il 4-2-3-1 e chi non è ancora pronto e, magari, non lo sarà mai, almeno per quanto riguarda questa stagione. La squadra di Benitez correva, pressava, recuperava palloni, ripartiva in contropiede e ha tirato in porta una quantità industriale di volte; il Milan, invece, andava a velocità ridotta, con inutili passaggi orizzontali e faticando a trovare i varchi giusti, molti giocatori ciondolavano in campo, primo fra tutti Balotelli e i risultati si sono visti. La squadra è slegata, fatica a rimanere corta, non ci sono le giuste distanze fra i reparti e molti giocatori sembano spaesati e confusi; Seedorf è solo all'inizio del suo lavoro e pretende giustamente pazienza e comprensione, ma bisogna anche cercare di fare qualche risultato positivo e qualche prestazione convincente, anche per ritrovare entusiasmo e autostima, soprattutto in vista di un impegno molto difficile come quello contro l'Atletico Madrid.

Ecco perchè non si può snobbare il Bologna; ecco perchè bisogna cercare di vincere per arrivare più carichi e fiduciosi alla sfida di Champions; Seedorf dovrà riuscire a dare le giuste motivazioni agli undici che scenderanno in campo e, magari, dovrà cercare di fare scelte un po' meno cervellotiche di quelle di Napoli (Abate trequartista, Montolivo in panchina, tanto per fare due esempi); giusto dare spazio a chi deve mettere minuti nelle gambe in vista della Champions (Essien), apprezzabile voler fare esperimenti in vista dell'ultimo obiettivo rimasto, ma bisogna pensare anche al campionato, perchè un undicesimo posto non è da Milan, il quinto e il sesto non sono poi lontanissimi, ma ormai ci si deve anche guardare alle spalle e dietro ci sono ben tre squadre molto vicine e c'è il rischio concreto di finire ancora più in basso. In attesa di vedere se ancora una volta la musichetta della Champions miracolerà i rossoneri, è necessario concentrarsi su questa partita: bisogna onorare la storia e il blasone di questa società, bisogna rispettare i tifosi che ancora seguono e incitano la squadra, bisogna tornare a fare il Milan, come chiede ma non riesce a ottenere lo stesso Seedorf; lui sa come si fa, perchè ha giocato in un Milan leggendario, ma evidentemente tramandare certi valori e una certa culutra del lavoro e del sacrificio non è così facile, soprattutto in tempi stretti. Il Milan è in una situazione agrodolce: si appresta a riprendere la Champions come unica squadra italiana insieme alle migliori squadre d'Europa, ma in campionato stenta e delude; sarebbe davvero il momento di reagire, ripartire e dare finalmente qualche soddisfazione ai suoi innamorati tifosi, magari proprio nel giorno di San Valentino, un anomalo venerdì di campionato con vista Champions, in cui si capirà chi davvero ama questi colori, in campo e sugli spalti.