Un "dieci" davvero decisivo e la strada da seguire: Calhanoglu esempio illuminante per il futuro rossonero

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lunedì 21 maggio 2018, 16:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Uno dei più grandi successi di Rino Gattuso, da quando siede sulla panchina del Milan, è sicuramente l'esplosione, o meglio la ri-esplosione, di Hakan Calhanoglu. Ricordiamo la situazione in cui verteva il turco quando il tecnico calabrese è subentrato a Montella: l'ex Bayer Leverkusen, arrivato in estate con grandi aspettative ed un dieci sulle spalle, aveva mostrato qualcosa solo nelle gare contro Austria Vienna e Chievo, limitandosi alla normalità e al cosiddetto "compitino" in quasi tutte le altre partite. Il classe '94 stava per finire in quell'imbuto che ha caratterizzato tanti giocatori provenienti da altri campionati: adattamento prolungato, panchine, prestazioni deludenti ed una pericolosissima bollatura. Gattuso, proprio Gattuso che sul terreno di gioco era tutt'altro che un fantasista, è riuscito a far splendere Calhanoglu, fino a farlo diventare probabilmente l'uomo offensivamente più importante di questo Milan.

IL FINALE DA PROTAGONISTA VERO - Contro la Fiorentina, senza Suso e con il "quasi" obbligo di vincere, il nativo di Mannheim ha prima pareggiato i conti su calcio di punizione, per poi servire l'assist a Cutrone e, nella ripresa, ripetersi per altre due volte sul classe '98, per il colpo di testa che ha portato alla rete di Nikola Kalinic e per la rete del momentaneo 4-1. Il turco è stato un vero e proprio fattore in quest'ultima fase del campionato, con tre reti e tre assist nelle ultime quattro giornate. L'acquisto di Calhanoglu si è quindi dimostrato più che intelligente, tracciando la via per la tipologia di ingaggio che deve cercare un club come il Milan, visto che le risorse economiche non permettono l'acquisto di top player già affermati.

LA STRADA DA SEGUIRE - Gattuso è stato bravo a capire le potenzialità di Calhanoglu, portandolo in una posizione più avanzata rispetto a quella che occupava con Montella. Probabilmente l'ex Bayer Leverkusen aveva bisogno di tempo per sgattaiolare fuori dal guscio e diventare pian piano protagonista in casa rossonera. Fatto sta che ora il Milan dispone di un numero 10 di assoluto rispetto e, cosa più importante, davvero decisivo sul campo. Qualora Suso fosse mantenuto in rosa, e le intenzioni dello spagnolo sembrerebbero andare verso questa direzione, Fassone e Mirabelli dovrebbero concentrarsi sulle alternative ai due sopracitati, senza quindi necessità di svenarsi su "titolarissimi" da trenta/quaranta milioni di euro, ma concentrarsi su giocatori meno noti ma con le caratteristiche per poter esplodere nel medio periodo.