Tutto quello che c'è stato di sbagliato nella preparazione e nello svolgimento di Roma-Milan

Tutto quello che c'è stato di sbagliato nella preparazione e nello svolgimento di Roma-MilanMilanNews.it
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venerdì 19 aprile 2024, 10:15Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Il Milan è stato eliminato dall'Europa League dopo un doppio confronto contro la Roma che ha visto i giallorossi vincitori in entrambe le partite: 0-1 a San Siro e 2-1 all'Olimpico. Delusione enorme, ennesima della stagione dopo l'uscita dalla Champions League e dalla Coppa Italia. La compagine allenata da De Rossi ha meritato senza se e senza ma il passaggio del turno fornendo prestazioni ordinate con un minimo comune denominatore: la voglia di essere squadra.

Cosa che il Milan, soprattutto al ritorno, non ha fatto mai. Non una squadra, ma in 11 giocatori messi in campo in un modo particolare che, come spesso è accaduto quest'anno, ha creato tante difficoltà e regalato pochissimi vantaggi. Ci sono tre situazioni che secondo noi sono maggiormente indicative, sicuramente collegate tra loro, per spiegare tutto quello che non ha funzionato nei rossoneri, dalla preparazione dell'allenatore ed il suo staff alla prestazione dei singoli.

MUSAH LARGO, CALABRIA DENTRO - Novità di serata è stato l'utilizzo di Yunus Musah dall'inizio, con lo statunitense che ha preso il posto di Tijjani Reijnders. De Rossi, nel pre partita, aveva capito immediatamente l'idea di Pioli: "Oggi hanno cambiato qualcosina, ci aspettiamo Musah sulla fascia destra in qualche circostanza. Ma lo vedremo adesso, è bello scoprire le mosse del mio collega". Detto, fatto. Il numero 80 ha agito per lo più sulla zona laterale del campo. L'idea, ci pare di capire, era quella di metterlo in quella zona per tenere Spinazzola basso e contemporaneamente, anche grazie alla posizione centrale di Davide Calabria in avvio di manovra, liberare Pulisic, che a quel punto sarebbe stato senza uomo al seguito. Pioli ha scelto di "sacrificare" il terzino per creare superiorità nel mezzospazio destro, idealmente occupato dal numero 11. Una mossa rischiosa, ma che comunque ha un'idea potenzialmente valida dietro. Lo svolgimento? Insufficiente. Calabria, com'è normale che sia, non ha mai avuto la personalità e la qualità tecnica per verticalizzare di prima, ed era questo il dettame urlato da Pioli dalla linea di bordo campo, sull'ex Chelsea. Ci si è ridotti quindi ad un giro palla sterile, lento e che ha tagliato fuori dalla partita Pulisic.

CHI PRENDE MANCINI? - Strettamente collegato alla situazione appena spiegata nasce il primo gol della Roma. I giallorossi arrivano sulla trequarti, lato sinistro del campo. Mancini sale palla al piede, controllato da Calabria che si trova effettivamente in una posizione da mezzala. Musah, largo, va a tenere Spinazzola dopo lo scarico del centrale romanista. Il numero 37 giallorosso temporeggia, fa avvicinare sia Musah che Calabria, e serve con un pallonetto Mancini, che ha individuato lo spazio lasciato da Calabria e si butta dentro. Loftus-Cheek non lo segue e qui i rossoneri iniziano a perdere distanze e posizioni. Mancini stoppa e serve Spinazzola, che nel frattempo era avanzato largo a sinistra. Il terzino, affrontato da Musah, che si posiziona quindi sempre largo, crossa. Il traversone viene spazzato da Calabria, che nel frattempo si è riposizionato in area al fianco di Tomori. Il campanile viene dunque controllato da Mancini, che si libera facilmente di Pulisic e si ritrova ad essere in possesso guardando la porta in posizione avanzata ma decentrata. Con un semplice controllo sono stati messi fuori dai giochi anche Loftus-Cheek e Musah, saliti in pressione feroce. La difesa del Milan si ritrova quindi con i centrali schiacciati ed il solo Bennacer a poter far filtro. Mancini punta l'algerino, serve Pellegrini che nel frattempo è riuscito a staccarsi dalla marcatura del centrale venendo al limite dell'area. Idealmente lì ci sarebbe dovuto essere Loftus o Musah, ma non c'è nessuno. Giroud prova la rincorsa, ma è tardi: Pellegrini tira splendidamente e prende il palo. Sulla respinta Calabria e Bennacer non si accorgono né del rimbalzo che prende la palla e né di Mancini, rimasto in quella posizione dopo aver servito proprio Pellegrini: il numero 23 arriva prima di tutti e a porta vuota insacca. Quanti errori leggete in questa descrizione?

IL MILAN NON SA PIÙ COME PRESSARE - Tra le tante cose da matita rossa dell'azione appena raccontata ce n'è una che racconta come il Milan non riesca più ad effettuare una pressione efficace, e questo si ripropone anche nel secondo gol subito. Se sul primo Musah e Loftus aggrediscono Mancini senza pensare, lasciando poi un buco dietro di sé, (pressione errata e non necessaria), sul secondo gol succede l'opposto, ma sempre di errore decisivo si tratta: i giocatori non riescono più a riconoscere le situazioni in cui è giusto pressare, e dunque rischiare, e quando invece non lo è. L'azione del raddoppio giallorosso comincia con un recupero palla di Pellegrini su Pulisic a centrocampo e conseguente passaggio a Svilar per ricominciare lo sviluppo. Il Milan è posizionato in modo strano: c'è Giroud che va in pressione solitaria, con Pulisic che prova a seguirlo. Dietro di loro, il nulla. Nonostante la linea di Gabbia e Tomori sia quasi a centrocampo sulla trequarti non c'è nessuno che possa continuare la fase di pressione avviata dal numero 9 rossonero. Svilar quindi serve nuovamente Pellegrini, che da sinistra è venuto in mezzo al campo: Calabria abbandona la linea di difesa, indeciso se continuare la pressione fino in quella zona di campo o meno. Musah, capita l'antifona, comincia una rincorsa che sarà lunga circa 80 metri. Pellegrini quindi è solo, e né Loftus-Cheek (che guarda Paredes) e né Bennacer (che guarda Bove) capiscono che è il momento di uscire per provare almeno a sporcare la giocata dell'avversario. Come sono posizionati i difensori? Calabria non c'è, è ancora in mezzo al campo e quindi fuori causa. Tomori non è in linea, 4 passi più avanti per essere pronto ad affrontare un Dybala messo largo a destra. Ci sono Theo, pronto a contenere lo scatto di El Shaarawy, e Gabbia, lasciato quindi in uno contro uno con Romelu Lukaku a 50 metri dalla porta difesa da Maignan. Pellegrini, che non riceve nessuna pressione, lancia in profondità il compagno. È inutile parlare degli errori successivi, come la scivolata a vuoto di Theo o il rinvio moscio di Gabbia, quando il male maggiore è a monte. Il Milan sceglie di adottare un assetto aggressivo e spregiudicato, con una linea difensiva piazzata all'altezza del centrocampo e poi sceglie (o non ha la capacità di capire quando farlo?) di non pressare, lasciando all'avversario la possibilità, con un semplice lancio lungo, di far saltare distanze, duelli e compiti.

In sole 17 partite alla Roma, tra Europa League e Serie A, Daniele De Rossi ha trovato dei modi semplicissimi per neutralizzare il Milan di Stefano Pioli. Che ieri, ennesima dimostrazione, ha scelto di naufragare con le sue idee. Anche a causa di qualche singolo che in questa fase è un lontano parente del giocatore di alto livello che aveva fatto pensare che fosse. Ed il Milan intanto sprofonda, eliminato anche dall'Europa League da un avversario tosto, onesto ma assolutamente alla portata.