Juve-Milan, è il trionfo della tattica: Pioli fa scacco matto in 3 mosse

Juve-Milan, è il trionfo della tattica: Pioli fa scacco matto in 3 mosseMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 10 maggio 2021, 21:00Primo Piano
di Gianluigi Torre

Nella settimana che precedeva il match più importante della stagione rossonera (e probabilmente anche degli ultimi anni), bisognava avere fegato per compiere scelte di un certo tipo, andando a toccare un meccanismo che ha rasentato la perfezione per mesi. Stefano Pioli ha avuto coraggio, si è preso dei rischi che avrebbe potuto pagare caro, convinto del proprio lavoro in settimana e delle proprie idee; con 3 mosse da stratega degli scacchi, ha fatto cadere la Vecchia Signora per la prima volta, a casa sua.

IL BALLOTTAGGIO IN DIFESA – Per gran parte della settimana ha tenuto botta il ballottaggio Romagnoli-Tomori, considerando che il capitano rossonero ha pienamente recuperato dai problemi fisici dell’ultimo periodo e che Tomori stesso nelle ultime uscite è apparso leggermente meno brillante rispetto al solito. Pioli decide di far sedere Romagnoli in panchina in favore del centrale di proprietà del Chelsea e viene ripagato: attenzione certosina sulle palle alte, insieme a Kjaer hanno formato una torre di controllo dell’area di rigore praticamente impeccabile, quasi mai impensierita da Ronaldo e Co.; solita furia negli anticipi, decisi e precisi ma mai fuori controllo, regolando al punto giusto la barra del vigore; una marcatura asfissiante che non ha permesso alla manovra offensiva bianconera di respirare. La perla nel finale, merita menzione a parte: svetta su Chiellini, sale 2/3 piani più in alto con l’ascensore e fa sbattere il pallone sul terreno di gioco, che s’insacca all’incrocio al minuto 82. Una ciliegina sulla torta, ma non solo: la firma di Tomori rischia di assumere un valore incalcolabile in caso di parità punti tra Juve e Milan al termine della stagione, con i rossoneri davanti per differenza reti.

4-2-3-1 “MASCHERATO” – Anche per i sistemi di gioco che funzionano di più, il rischio di diventare prevedibili si nasconde dietro l’angolo. Nonostante sia Rebic che Leao siano disponibili e arruolabili dal 1’, Pioli decide di affidarsi ad una trequarti inedita: Calhanoglu sulla sinistra, Brahim Diaz al centro e il solito Saelemaekers  sulla fascia destra. La scelta sorprendente del tecnico Emiliano ha mandato in tilt la retroguardia bianconera: i 3 trequartisti, totalmente interscambiabili, hanno invertito le proprie posizioni in campo ripetutamente, contribuendo a creare quell’imprevedibilità al centro del piano tattico di Pioli; su tutte, la scelta di schierare Brahim Diaz titolare si è rivelata essere decisiva: una vera e propria spina nel fianco per la retroguardia bianconera, una monoposto sportiva made in Spain che va al doppio rispetto a quasi tutti in campo, si è esaltato negli spazi stretti per fare la differenza con la sua tecnica. Prima il Gol, al 46’, su un arcobaleno che si spegne all’incrocio del pali, poi si procura il rigore (fallito da Kessie), in mezzo tanta qualità ma anche tanto ritmo al servizio della squadra. È un’arma in più per il finale di stagione.

IL JOLLY CROATO – Ricordiamolo, il cambio è avvenuto a causa dell’ennesimo problema fisico di Ibra, ma la scelta a priori di lasciarsi qualche asso nella manica in panchina, era stata già preventivata da Pioli scegliendo gli 11 iniziali. Al 66’ Pioli pesca il Jolly, entra Rebic per Ibrahimovic e ci mette poco più di 10 minuti per aggiungere il suo nome al tabellino: lasciato libero di calciare al 78’, infila con potenza e precisione di destro nell’incrocio fortunato della serata e non lascia scampo a Szczesny. Sbaglia le cose facili, impeccabile nelle grandi giocate, il talento discontinuo di Rebic è stata l’ennesima mossa azzeccata di Pioli.

SIMBOLO DELLA STAGIONE – Una vittoria che vale probabilmente una stagione, e premia i rossoneri degli sforzi fatti fin ora. Consapevoli che ancora non è stato fatto nulla (come ribadito da Pioli stesso) il trionfo dello Stadium è un premio al lavoro dell’allenatore e dei calciatori. Manca l’ultimo sforzo per il ritorno in Champions, e poi sarà tempo di bilanci e di rinnovi, primo fra tutti quello di Stefano Pioli.

Di Fabio Montesanti