acmilan - La storia della settimana: i primi passi di uno Scudetto

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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
martedì 21 maggio 2019, 22:36News
di Daniele Castagna
fonte acmilan.com

A San Siro non ci sono mai stato. Non è vero, una volta ho visto gli U2. La prima volta che vidi il mio Milan era nel novembre del 1995: avevo 17 anni e mia madre, abbonata al Parma, mi regalò un biglietto per il match del Tardini. Ero vicinissimo al campo e per tutto il riscaldamento non tolsi gli occhi da Franco Baresi e da Paolo Maldini. Non mi ci metto neanche a provare a spiegare il loro modo di stare in campo: loro muovevano tutta la squadra, anche nel riscaldamento, era qualcosa di diverso rispetto a quello che facevano gli altri. E dire che quel giorno sul prato c'erano tre palloni d'oro: Weah, Baggio e Stoichkov.

Dopo la travagliata stagione precedente, che aveva visto il filotto di scudetti del Milan interrotto dalla prima vittoria della Juve di Lippi e una Finale di Champions League persa con l'Ajax, i rossoneri erano pronti al rilancio e già da novembre si parlava di campioni d'Italia in pectore. Il Parma degli anni '90 era sempre fortissimo, ma quel giorno tra i pali non avrebbe potuto contare sull'ottimo Luca Bucci, infortunato. A sorpresa Mister Scala non schierò il 12 designato, Nista, ma decise di puntare sul portiere della Primavera, un mio coetaneo di cui si diceva: "Gioca perché è il nipote di Buffon...". Invece non era il nipote di nessuno, era Gigi Buffon. E parò tutto! Così il mio Milan uscì dallo stadio ducale con un pareggio a reti inviolate, ma poi lo scudetto lo vinse. E mi regalò, oltre che l'emozione di un ragazzino che si trova davanti i suoi amati e splendidi campioni per la prima volta, anche l'onore di assistere all'esordio di uno dei più grandi portieri di sempre.