Saldi d'inizio stagione?

Saldi d'inizio stagione?
© foto di Giulia Polloli
lunedì 4 agosto 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

La notizia arriva alla vigilia della gara contro il Liverpool. Il tecnico Rodgers elogia Balotelli, tanto da trasformare le sue parole in avances nei confronti dell’attaccante rossonero. Venti milioni. Euro più, euro meno. I Reds aprono forse il più grosso spiraglio al mercato in uscita che, ricordiamocelo,  è la condicio sine qua non per tornare a lanciar offerte per nuovi arrivi. Un momento. Fermiamoci un solo momento: Balotelli vale venti milioni e la cifra non basterebbe nemmeno per Cerci? Qualcosa non mi torna. O meglio: capisco la svalutazione dell’attaccante dalla cresta dorata, dovuta a mille motivazioni, non ultima la figuraccia mondiale. Ma il Milan può davvero accettare un’offerta così irrisoria per il giocatore che fino a qualche mese fa era considerato l’uomo simbolo? E ancora: siamo certi che Cerci per Balotelli sia un vero affare?

Era inevitabile dunque che, visto il rallentamento nel piazzare Robinho (e il suo alto ingaggio)altrove, l’attenzione almeno momentanea dovesse spostarsi su altri giocatori. Sfogliando le risorse a disposizione di Inzaghi era anche inevitabile che le attenzioni potessero finire su Balotelli. O El Shaarawy, ovviamente, che però ha già giurato amore al Milan per potersi riscattare e far ricredere i suoi delatori. La situazione che sta vivendo Inzaghi, con i dovuti accorgimenti, è molto simile a quella che costrinse Allegri a doversi privare del tandem Ibra-Thiago Silva. Un colpo di coda del mercato poi, non ci fu mai. Mi sento in balia di eventi che faccio fatica a commentare. I dubbi che attanagliano buona parte dei tifosi rossoneri circa la reale competitività del Milan nella prossima stagione, faccio fatica a non farli miei. Per indole sono positiva, almeno quando si parla dei colori rossoneri. Ho sempre avuto una fiducia smisurata nella società che, fino a qualche anno fa, è sempre uscita indenne dai problemi che sembravano minarne le fondamenta. Qualcosa è cambiato e giorno dopo giorno le parole che arrivano dai vertici societari (quando arrivano) non bastano più a rasserenarci. Il tifoso non può fare “professione di fede” solo volgendo lo sguardo al passato. Proprio dai fasti del passato nasce la rabbia per il povero presente, per un allenatore che alle prime armi viene mandato allo sbaraglio, con il ruolo di Messia. E Pippo, come più volte ho sottolineato, è di certo dotato di qualità indiscutibili, grazie alle quali può guidare una squadra alla vittoria. Se solo avesse a disposizione le pedine giuste da mettere sulla scacchiera, allora si, saremmo qui a raccontare un’altra storia. Dalla Primavera alla prima squadra, il passo sembra breve, ma se attraversi l’abisso su un ponticello fatto di corde e assi instabili, guardare verso il basso fa perdere l’equilibrio.

E così, dopo aver rimediato la figuraccia americana che, di certo, non ha portato un arricchimento d’immagine a livello mondiale, Pippo si trova anche nella condizione di non conoscere il futuro dei suoi uomini. A meno di un mese dall’inizio del campionato il Milan non ha certezze in nessun reparto. Il mercato non aiuta, così come le voci deliranti che sospingono l’entusiasta di turno a credere che qualche cosa cambi. L’ultima voce su Falcao, sinceramente, mi ha provocato un sorriso isterico: non riusciamo a riscattare giocatori del costo di Taarabt, ci affidiamo al mercato degli svincolati e si può parlare di un giocatore che, a spanne vale più di cinquanta milioni? A meno che non sia nata la moda dei saldi di inizio stagione.