Una squadra che è lo specchio del suo allenatore. Dopo Cerci si rischia un caso Destro? E' una stagione che non conosce via d'uscita

Una squadra che è lo specchio del suo allenatore. Dopo Cerci si rischia un caso Destro? E' una stagione che non conosce via d'uscitaMilanNews.it
lunedì 2 marzo 2015, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
Giornalista pubblicista, a MilanNews.it dal 2009, prima firma del sito. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Collaboratore di Tuttosport. Inviato al seguito della squadra. Ha collaborato con Sportitalia e Milan Channel

Le espressioni “continuità” e “bel gioco”, in questa stagione, non si sposano con quello che è il percorso fin qui attuato dal Milan. La squadra, dopo il brodino mandato giù con il Cesena, è tornata ad esprimersi sui soliti livelli di mediocrità, mettendo in mostra una prestazione insipida, piatta, che senza le solite parate di Diego Lopez, probabilmente, si sarebbe tramutata in un risultato negativo. È bastato poco, pochissimo, al Chievo per mettere in crisi nera il sistema di gioco del Milan. Il pressing asfissiante portato dai giocatori di Maran sui portatori (?) di palla rossoneri ha reso pressoché vano lo sterile possesso messo in scena dai rossoneri. Ancora una volta, come triste costante, si è vista una squadra pressoché immobile, senza un movimento costante sulle fasce e senza smarcamenti.

La domanda che viene spontaneo porsi è: “Perché tutte le altre squadre sembrano andare al doppio della velocità rispetto al Milan?”. A questo interrogativo, però, nessuno ha saputo rispondere in maniera convincente e allora i motivi sono due: o ci sono delle difficoltà oggettive nella programmazione del lavoro settimanale oppure i giocatori hanno mollato a livello mentale. In assenza di risposte, ci teniamo questo interrogativo. Se la squadra non va, anche la manovra offensiva ne ha risentito in quanto ha vissuto di strappi momentanei, di giocate singole dell’ispirato Bonaventura che ha cercato di foraggiare, in qualche modo, lo sconsolato Destro che, per la seconda partita consecutiva, è uscito attorno al 65 minuto.

La gestione della punta ex Roma, se il trend dovesse essere questo, potrebbe iniziare ad essere difficoltosa visto che, per logiche di turnover, Inzaghi sta concedendo minuti anche a Pazzini che, obiettivamente, contro il Cesena aveva fatto bene. Tuttavia, ci sarà bisogno di un lavoro importante, nel corso della settimana, per implementare ulteriormente gli schemi offensivi che possano mettere Destro nelle condizioni di finalizzare il gioco offensivo della squadra. Va bene chiedergli dei movimenti per aiutare i compagni, ma anche il resto dei compagni dovranno aiutare Mattia a fare ciò che è abituato a fare da sempre, ovvero gol. Deve stare attento, Inzaghi, a non creare un secondo caso, nel giro di poche settimane, dopo quello con Cerci che solo abili doti diplomatiche di terze persone hanno saputo far spegnere.

Con i problemi muscolari capitati a Nigel De Jong e Riccardo Montolivo, ecco che si ripresenta il problema relativo alle alternative in mezzo al campo. I due, che probabilmente salteranno la sfida con il Verona di sabato sera, saranno due assenze, almeno numericamente, importanti e Inzaghi dovrà cercare una nuova soluzione. Da capire se punterà su Van Ginkel (che era pronto ad entrare al posto di De Jong sabato sera) oppure se rivedremo il duo ghanese Essien-Muntari. Da escludere un impiego di qualche ragazzo della Primavera, che domenica si giocheranno il primato in campionato nel derby con l’Inter.

Inutile, infine, parlare di scosse e di ricerca di nuovi stimoli. Le prossime partite, qualunque sia l’andamento di chi sta davanti al Milan, rischiano di essere un percorso ad ostacoli che potrebbe fare più male che bene a Inzaghi, il cui destino sembra ormai segnato. L’unica cosa che l’allenatore del Milan non deve fare è pensare che chi critica, lo faccia con chissà quale preconcetto dietro e non deve mettersi contro, come accadde con Seedorf, la stampa nella sua interezza. Perché quest’ultimo sarebbe un rischio troppo grosso da correre per il presente e, soprattutto, per il futuro…