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Vogliamo ancora orgoglio e carattere

di Davide Bin

Sassuolo evoca brutti ricordi per il popolo rossonero: nel gennaio 2014 la sconfitta di Reggio Emilia contro i neroverdi costò la panchina ad Allegri, ora campione d'Italia e finalista di Champions League e Coppa Italia sulla panchina della Juventus (a dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che i problemi del Milan non sono in panchina...); nel gennaio scorso, invece, arrivò la sconfitta casalinga nella prima partita del 2015, un autentico shock per una squadra che prima di Natale aveva battuto il Napoli e pareggiato all'Olimpico contro la Roma e che nella sosta natalizia aveva sconfitto nettamente in amichevole il Real Madrid fresco campione del Mondo. Purtroppo quell'inattesa sconfitta nella prima partita dell'anno solare fu solo la prima di un lungo elenco di delusioni e di risultati negativi che hanno portato il Milan a metà classifica e gli hanno precluso qualunque obiettivo, perfino la possibilità di esordire nella prossima Coppa Italia negli ottavi di finale come è sempre accaduto: nella prossima stagione i rossoneri saranno impegnati in Coppa Italia addirittura intorno a Ferragosto e questa è l'ennesima umiliazione di una stagione storta, soprattutto nella sua seconda parte. Il successo di sabato scorso contro la Roma è stato solamente un palliativo e, anzi, ha amplificato rimorsi e rimpianti, perchè la squadra ha dimostrato di saper essere competitiva e di poter fare risultato contro le migliori di questo campionato (a San Siro ha battuto in epoche diverse Lazio a inizio stagione, Napoli a metà campionato e Roma nel finale), quindi ora avrebbe potuto essere ancora in corsa per l'Europa League, se non addirittura per qualcosa di più importante, se il rendimento fosse sempre stato quello di queste partite contro seconda, terza e quarta della classifica, quindi contro il meglio di questo campionato, esclusa ovviamente l'inarrivabile Juventus di Allegri, Tevez, Pirlo e Pogba (tutta gente che è stata o avrebbe potuto essere al Milan...). Ora non resta che chiudere dignitosamente la stagione, mostrando nelle ultime tre partite lo stesso orgoglio e lo stesso carattere visti contro la Roma, anche se una sfida contro il Sassuolo dà meno motivazioni e questo sembra essere il vero problema in casa rossonera. Inzaghi ha sempre cercato di caricare i suoi ragazzi per mandarli in campo con quell'adrenalina che aveva lui in corpo quando indossava la maglia rossonera, ma evidentemente non è riuscito nell'impresa e troppo spesso la squadra è sembrata intimidita, impaurita, in soggezione anche di fronte ad avversari tecnicamente più deboli e per questo sono arrivati risultati deludenti che hanno compromesso la stagione.

Ora l'unico obiettivo è finire dignitosamente il campionato, per poi gettarsi a capofitto in un futuro che in questo momento è, però, molto incerto e nebuloso: non sappiamo ancora chi sarà a capo della società e se ci sarà il passaggio di consegne ai vertici, con una nuova proprietà e, di conseguenza, una nuova dirigenza; non conosciamo il nome del nuovo tecnico, perchè Inzaghi spera ancora in una conferma che appare quasi impossibile e, oltretutto, un nuovo allenatore dovrebbe eventualmente essere scelto da chi sarà a capo della società; è difficile capire chi fra gli attuali giocatori verrà confermato e farà parte della rosa della prossima stagione, anche perchè è auspicabile un rinnovamento e un rinforzamento di un gruppo che ha dimostrato di non essere competitivo ai massimi livelli, nonostante alcuni expolit come la già citate vittorie contro Lazio, Napoli e Roma, ma tutto dipenderà dalla volontà di eventuali nuovi investitori e dalla voglia di tornare in fretta una squadra in grado di frequentare nuovamente l'alta classifica nel campionato italiano e, di conseguenza, il palcoscenico europeo. Intanto, come già detto, c'è da finire in modo onorevole questo campionato: la sfida contro il Sassuolo, all'ora di pranzo della domenica, deve essere interpretata come un'occasione per mettersi in mostra e confermare quanto di buono si è visto contro la Roma; Inzaghi ha i soliti problemi di formazione, dovuti alle assenze: non ha un terzino sinistro di ruolo da schierare e, quindi, deve spostare sulla fascia un centrale (Bonera o Bocchetti) e sarà privo ancora di Menez, anche se senza il francese la squadra ha comunque giocato bene, dovendo sopperire con il collettivo all'assenza del giocatore che ha segnato di più in questa stagione, ma che ha un evidente predisposizione all'individualismo e all'egoismo. Sarà una partita importante per il migliore in campo di Milan-Roma, ovvero Honda, che torna sul campo dove ha fatto il suo esordio in Serie A nella già citata sconfitta 2-4 del gennaio 2014; il giapponese è stato uno dei migliori quando il Milan andava bene, cioè a inizio stagione (6 gol tutti concentrati nei primi due mesi di campionato), poi con lui si è eclissata tutta la squadra e ora una sua splendida prestazione è coincisa con una vittoria prestigiosa e inaspettata contro la seconda in classifica. Sarà un giorno importante anche per El Shaarawy, finalmente tornato nelle lista dei convocati e che potrebbe trovare spazio, ovviamente a partita in corso, vista la lunga assenza; purtroppo è troppo tardi per contribuire a riportare in alto il Milan, ma l'assenza del Faraone si è fatta sentire, soprattutto se consideriamo che a inizio stagione Inzaghi aveva detto di aver disegnato il suo 4-3-3 proprio per esaltare le doti di El Shaarawy, sul quale contava tantissimo e che, invece, è stato assente a lungo. Sarà una partita importante un po' per tutti, perchè bisogna dare continuità alla bella prestazione contro la Roma e chiudere in bellezza il campionato anche se serve a poco; lo chiede una tifoseria disillusa e delusa, che ha contestato, protestato e chiesto chiarezza alla società e impegno ai giocatori, ma che continua a soffrire e penare per le sorti del vecchio Diavolo, visto che nel petto di tutti batte un cuore rossonero che non vuol smettere di amare questi colori e per questo soffre così tanto, anche in partite che contano poco, ma in cui bisogna salvare onore e dignità.     


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