Vincere per non sprofondare
E' stata un'altra settimana complicata a Milanello e dintorni; il pareggio interno contro l'Empoli nel "lunch match" di domenica scorsa ha dato un'altra delusione a tutto l'ambiente, non tanto e non solo per il risultato in sè (in fondo i toscani sono stati capaci di pareggiare due volte all'Olimpico contro la Roma sia in campionato che al 90° in Coppa Italia), quanto per il modo in cui è maturato, ovvero con l'Empoli a dominare la scena e il campo, con maggior possesso palla, tirando più verso la porta e nello specchio della stessa e mantenendo un baricentro più alto, cioè sostanzialmente giocando meglio, molto meglio. Le dichiarazioni nel dopopartita di Inzaghi, poi, hanno fatto il resto, perchè hano disegnato l'Empoli come una sorta di Real Madrid o Bayern Monaco, ovvero una squadra della quale essere terrorizzati e a precisa domanda se il Milan avesse giocato male la risposta è stata negativa proprio in riferimento allo straordinario valore dell'avversario. E' vero, l'Empoli è squadra organizzata e che gioca un ottimo calcio al netto dei propri mezzi, ma il Milan è pur sempre il Milan e non deve temere e subire a domicilio una provinciale e arrivare addirittura a ribaltare i ruoli, perchè domenica scorsa è stato l'Empoli a fare la grande e il Milan a diventare una "piccola" che badava a difendersi e ripartire in contropiede. I tifosi sono ormai stufi di questa situazione e delle tante umiliazioni vissute in una stagione che doveva essere quella del rilancio e, invece, è terribilmente simile a quella scorsa; giocare in quel modo contro l'Empoli è stata un'altra goccia che rischia di far tracimare un vaso già molto pieno. Sarà curioso vedere il clima in occasione di questa partita contro il Cesena che ci apprestiamo a vivere: ovviamente è inutile aspettarsi uno stadio pieno, perchè come nelle ultime occasioni non si arriverà nemmeno a quota 30000, anzi ipotizzando l'assenza di molti abbonati delusi e disillusi, forse sarà già tanto superare le 20000 presenze; il pubblico attende al varco una squadra già fischiata e contestata, ma sembra garantito il sostegno della Curva Sud, che non è mai mancato, anche se qualche dimostrazione di perdita di pazienza è arrivata recentemente anche dal cuore pulsante del tifo rossonero. Chiaramente un'altro risultato negativo (totalmente o anche solo parzialmente) farebbe precipitare una situazione già complicata, ma speriamo davvero che non sia questo lo scenario.
Il Milan deve assolutamente tornare alla vittoria ma non sarà facile, visti i tanti problemi e le assenze e considerato che l'avversario di turno è a caccia di punti salvezza ed è galvanizzato dall'ottima prestazione, con tanto di meritato pareggio contro la capolista Juventus di domenica scorsa. In sostanza le due squadre arrivano a questo confronto con due stati d'animo molto diversi, direi quasi opposti e questo è un altro rischio per Inzaghi e i suoi ragazzi. Le indiscrezioni della vigilia parlano dell'ennesimo cambio di modulo, ovvero del passaggio al 4-3-1-2, dopo aver tentato il 4-4-2 contro l'Empoli e il 4-3-3 per gran parte della stagione; ciò fa capire che a fine febbraio il tecnico rossonero non ha ancora le idee chiare ed è ancora alla ricerca della famosa quadratura del cerchio per far rendere al meglio la sua squadra. Inoltre si parla di un massiccio impiego di giocatori italiani e se 1+1 fa due (modulo a due punti prediletto da Berlusconi e impiego di giocatori italiani come da precisa "mission" della scorsa settimana) sembra proprio che Inzaghi stia tentando di far contento e ingraziarsi nuovamente il Presidente Berlusconi, assente per la terza volta (per non meglio specificati "motivi personali", come nelle giustificazioni a scuola...) negli ultimi quattro venerdì a Milanello e descritto come molto deluso e nuovamente disaffezionato alle questioni rossonere . Inzaghi sa di essere molto in bilico, magari non per un esonero immediato quanto per un addio "morbido" e non umiliante a giugno e forse tenta disperatamente di rientrare nei cuori di una dirigenza che lo sta scaricando, perchè ormai la moda è quella di incolpare solo ed esclusivamente l'allenatore di turno per le colpe anche altrui (è successo anche ad Allegri e Seedorf in soli dodici mesi), ma non è cambiando continuamente uomini e schemi che la situazione può migliorare. Pippo abbia la saggezza e l'orgoglio di scegliere di testa sua, di puntare su un modulo, su una formazione fissa e da cambiare solo in caso di infortuni e squalifiche e di provare a costruire qualcosa anche per un futuro più lontano, indipendentemente dal suo destino personale, per provare a salvare il salvabile in questa rosa in ottica futura, ovvero prossima stagione e tentare di capire chi sia "da Milan" in questo gruppo che anche a livello individuale sta deludendo.
Sembra strano dirlo, visto che parliamo di Milan-Cesena, ovvero una partita che in altri tempi sarebbe stata considerata facile, scontata e senza pathos, attirando davvero poco interesse, ma siamo alla vigilia di una sfida fondamentale per i destini rossoneri, immediati e più a lunga scadenza: vincere consentirebbe di calmare un po' le acque, riacquistare un minimo di entusiasmo e serenità e provare a risalire una classifica molto deludente, che vede il Milan nella parte destra, addirittura undicesimo e provare a reinserirsi in discorsi che in qusto momento paiono totalmente estranei e inadeguati (ovvero un piazzamento europeo), cosa importante anche in ottica prossima stagione (perchè due stagioni consecutive senza Europa sarebbero davvero una brutta cosa e a questo punto non bisogna fare gli schizzinosi e anche l'Europa cosiddetta "minore" sarebbe già un lusso...); per farlo servirebbero una trentina di punti, impresa non impossibile e che il Milan ha sempre realizzato nelle ultime stagioni iniziate male e finite in rimonta e se Inzaghi vuole avere una minima speranza di restare nella società del suo cuore, non può certo far peggio di chi l'ha preceduto. Perdere contro il Cesena, ma anche non vincere, sarebbe drammatico (ovviamente dal punto di vista sportivo) e potrebbe aprire scenari molto negativi che, purtroppo, conosciamo già bene, visto che li abbiamo vissuti anche nella scorsa stagione. C'è qualcuno che addirittura teme per un Milan che con questo andamento da retrocessione tenuto nel 2015 potrebbe davvero trovarsi invischiato in zone di classifica impensate e molto pericolose, ma per il momento questo rischio concreto sembra non esserci. Proviamo a mantenere almeno un minimo di ottimismo e positività, ma per continuare a farlo serve che la squadra dia finalmente prova di orgoglio, personalità, coraggio e gioco, onorando la maglia e dando una soddisfazione a un popolo deluso e ormai rassegnato. Per alcune settimane abbiamo chiesto una vittoria per continuare a sperare, per continuare a sognare traguardi da Milan o, semplicemente, per ritrovare il sorriso e un po' di entusiasmo; ora la vittoria serve per non sprofondare e ciò la dice lunga sull'andamento di questa stagione, che doveva essere quella del riscatto con tanta rabbia in corpo per tornare a essere il Milan e riportare la gente allo stadio e, invece, vede la squadra stentare e deludere in uno stadio deserto e progressivamente abbandonato da tifosi che per il momento alla rabbia preferiscono un'ancor più umiliante indifferenza nei confronti di una squadra inadeguata e incapace di giocare da Milan.