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Venerdì di passione

di Davide Bin

Per la seconda volta in questa stagione, la prima in trasferta, il Milan gioca una partita di campionato al venerdì sera; a settembre era successo per preparare al meglio la difficile sfida di Barcellona, ora sarebbe teoricamente servito per affrontare tranquillamente la trasferta di Praga per la partita contro il Viktoria Plzen, ultima sfida del girone che avrebbe potuto essere potenzialmente decisiva; invece il Milan è già qualificato come seconda del girone senza più alcuna possibilità di arrivare primo, dopo la sconfitta interna contro il Barcellona, quindi giocherà una partita totalmente ininfluente, ma questo non si poteva sapere nel momento in cui si è deciso l'anticipo al venerdì di Genoa-Milan. Oltretutto dobbiamo ormai abituarci al campionato spezzatino, che proprio in questa giornata vivrà la sua apoteosi: si inizierà il venerdì sera con Genoa-Milan, si chiuderà lunedì sera con Lazio-Novara; in mezzo due anticipi del sabato alle 20:45, anticipo della domenica alle 12:30, posticipo della domenica alle 20:45 e, come già accaduto settimana scorsa, solo quattro gare alle 15 della domenica, quello che una volta era l'orario canonico della partite di serie A. Roba da mal di testa, con partite spalmate in quattro giorni a tutti gli orari possibili ed immaginabili (anche se manca l'anticipo del sabato alle 18), ma questo è il calcio moderno ostaggio delle televisioni, indietro non si torna e a nessuno pare interessare che in pieno inverno si giochino ben cinque partite (cioè la metà esatta) in orario serale, non certo l'ideale sia per i giocatori (con il freddo aumenta il rischio di infortuni muscolari) che per gli spettatori che continuano a preferire lo stadio alla televisione.

Chiusa la parenetesi, torniamo a parlare di questo Genoa-Milan, partita particolare soprattutto a livello di tifoserie; sarà la seconda volta in cui i tifosi rossoneri potranno tornare a Marassi dopo i tragici fatti del 1995; nella scorsa stagione non successe alcunchè di grave e l'auspicio di tutti è che vada ancora così, perchè il passato va lasciato definitivamente alle spalle e Genoa-Milan deve tornare ad essere solo ed esclusivamente una partita di calcio e non un ipotetico incubo per questioni di ordine pubblico. Ciò non vuol dire che le due tifoserie possano dimenticare ciò che è successo e diventare improvvisamente amiche (cosa inimmaginabile), perchè la rivalità resterà sempre, esisteva anche prima del 1995 e proprio per questo è successo ciò che è successo, ma ora proviamo ad andare oltre parlandone il meno possibile.

A livello tecnico, la sfida è molto importante per il Milan, che vuole proseguire la striscia di vittorie ricominciata brillantemente contro il Chievo dopo il pareggio di Firenze; vincere a Marassi vorrebbe dire scavalcare temporaneamente la Juventus e passare qualche ora in testa alla classifica, riassaporando la frizzante aria della vetta. L'atmosfera sembra apparentemente tranquilla e rilassata a Milanello e dintorni, in una delle rare settimane senza impegni infrasettimanali che hanno consentito finalmente alla squadra di tirare un po' il fiato: la netta vittoria contro il Chievo ha dimostrato che il Milan è in salute e che è sempre più una cooperartiva del gol con uno straordinario solista, visto che sono già andati a rete ben 13 giocatori in sole 12 giornate (cioè metà della rosa in meno di un terzo di campionato), ma c'è un certo Ibra che viaggia a ritmi record anche per lui, perchè mai nella sua carriera ha avuto una media di un gol ogni 94 minuti. Tutto ciò permette di compensare il fatto che gli altri attaccanti latitano un po' (soprattutto Pato e Robinho) e rende felice Allegri, che punta molto sugli inserimenti di centrocampisti e difensori e proprio per questo chiede spesso alle punte di fare un passo indietro o di allargarsi per favorire i compagni. In particolare è stata una settimana caratterizzata dal numero 101, perchè Ibrahimovic ha raggiunto questa quota di gol in serie A (con tre maglie diverse però) e questa è la percentuale di permanenza al Milan di Allegri secondo Galliani, cioè più della certezza assoluta, per spegnere immediatamente le voci maligne di eventuali problemi fra il tecnico e Berlusconi, voci nate da alcune dichiarazioni del patron rossonero dopo Milan-Barcellona. A proposito di Berlusconi, questa è stata anche la settimana dell'annuncio del suo ritorno alla presidenza, che per motivi "tecnici" sarà rinviata alla prossima assemblea dei soci, ma che sicuramente avverrà e questa è un'ottima notizia per tutti i tifosi rossoneri, sia perchè finalmente il Milan tornerà ad avere un presidente, sia perchè il riavvicinamento di Berlusconi all'ambiente rossonero, ora che non ha più incarichi di governo, è stato definito molto importante da tutti, tecnico, giocatori e altri dirigenti.

Tutto ciò non deve, ovviamente, far dimenticare che c'è una partita importante da giocare, contro una squadra dal rendimento un po' altalenante ma che soprattutto davanti al proprio pubblico sa esaltarsi e fare ottime prestazioni; Malesani sa far giocare bene le proprie squadre e vorrà fare un regalo ai propri tifosi e uno scherzetto ai Campioni d'Italia in carica, quindi servirà il miglior Milan per fare risultato pieno. Logico che il Milan visto contro Barcellona e Chievo non dovrebbe avere problemi, soprattutto per la straordinaria capacità di trovare con facilità la via della rete, ma ogni partita fa storia a sè e il rischio di cali di tensione è sempre dietro l'angolo, soprattutto per una squadra che in trasferta, pur andando bene, non ha ancora il rendimento "atomico" che ha a San Siro. Allegri non ha intenzione di stravolgere la formazione che ha "asfaltato" il Chievo; oltre ai lungodegenti e ad Abbiati, Nesta e Zambrotta (fuori anche contro il Chievo) non sono stati convocati nemmeno Inzaghi e Van Bommel e l'olandese, titolare nel ruolo di centrocampista centrale, verrà sostituito da Ambrosini. Sembrano già risolti, quindi, i soliti ballottaggi: Antonini terzino sinistro, Pato partner di Ibra, Yepes secondo centrale di difesa al posto di Nesta. Allegri ha già le idee chiare nel segno della continuità, ma ciò vuol dire far sentire qualcuno escluso dal progetto e, infatti, comincia ad essere ben nutrito il gruppo degli scontenti che non gradiscono lo scarso utilizzo da parte del mister e questo alla lunga potrebbe costituire un vero problema: la delusione del "veterano" Inzaghi non è certo un mistero, ma ora c'è anche il malcontento del giovane El Shaarawy e, più in generale, di tutti quelli che gradirebbero giocare di più e si sentono un po' "dimenticati" da Allegri. Il mercato di gennaio è ormai vicino ed è per questo che, puntualmente, cominciano a girare voci di chi vorrebbe cambiare aria se capirà di non trovare spazio, ma la stagione è ancora lunga e ricca di impegni e il Milan non può permettersi di impoverire quantitativamente la rosa, anche se è controproducente avere molti elementi insoddisfatti e poco motivati. Per lottare su ogni fronte serve il contributo di tutti e bisogna remare tutti nella stessa direzione, perchè l'emergenza può arrivare da un momento all'altro, come accaduto ad inizio stagione o all'inizio dell'anno solare e in questi frangenti si vede la qualità della rosa e delle cosiddette alternative.

Comunque ci sarà tempo per pensare a questioni non strettamente riguardanti la partita che sta per andare in scena: ora la squadra deve concentrarsi solo sul Genoa, che non batte a Marassi dal 2007 e deve pensare a conquistare altri tre punti per proseguire senza intoppi il cammino verso la vetta della classifica, che Allegri vorrebbe raggiungere prima di Natale anche se non sarà facile, perchè la Juventus, attualmente prima, è avversario molto competitivo e determinato. Per questo non si può regalare punti a nessuno, men che meno ad un rivale storico come il Genoa in una sfida molto sentita soprattutto dalle due tifoserie, quindi avanti tutta Milan, perchè abbiamo ancora tutti tanta fame di gol e vittorie!         


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