Un punto d'oro
Un Milan cinico al limite della spietatezza conquista un pareggio molto prezioso in casa dei detentori della Champions League, nonchè squadra più forte del mondo a detta di tutti. Diciamo subito onestamente che la differenza di valori in campo si è vista tutta e il risultato può sembrare molto bugiardo se si guarda ai dati statistici come possesso palla, corner o tiri verso la porta o nello specchio della stessa, ma il calcio non è una scienza esatta e, in fondo, è bello proprio per questo e così capita che una squadra segni dopo venti secondi, subisca il gioco avversario per novanta e più minuti, stia per perdere, magari meritatamente, la partita e, invece, riesca in pieno recupero a segnare il gol del pareggio e ad uscire imbattuta dalla casa dei campioni d'Europa. Mai come questa volta il riassunto della partita è facile e veloce da fare, perchè si è vista una sola squadra in campo per tutta la partita, ma sono bastate due fiammate improvvise ed inaspettate ad evitare che chi ha subito per lunghi tratti il gioco avversario uscisse sconfitto dal campo. Inutile discutere se il pareggio sia giusto o meno: la cronaca dell'incontro parla da sè in modo eloquente, ma il calcio è spietato e conta solo metterla dentro, perchè non si vince con i voti dei giudici come nel pattinaggio artistico o nella ginnastica ma si conquistano i tre punti esclusivamente segnando un gol in più degli avversari. Tante volte in passato il Milan avrebbe meritato con la prestazione successi che non ha ottenuto, ora il destino ha restituito qualcosa, regalando un punto inaspettato ai rossoneri, un punto che vale oro, non tanto per gli effetti sulla classifica del girone, ma perchè potrebbe e dovrebbe dare entusiasmo e morale ad una squadra che è ancora lontana sul piano del gioco dai più forti d'Europa e del mondo, ma ha dimostrato di poter uscire comunque dal campo a testa alta e con un risultato soddisfacente.
Allegri schiera un Milan a due punte nonostante le assenze di Robinho e Ibrahimovic: accanto a Pato c'è Cassano, perchè il mister ci ha ripensato all'ultimo momento dopo aver annunciato una squadra schierata ad albero di Natale; dietro alle punte c'è Boateng, a centrocampo Nocerino viene preferito ad Amborsini e affianca gli olandesi Van Bommel e Seedorf, mentre in difesa è tutto confermato, con Abate e destra, Thiago Silva e Nesta centrali e l'ex Zambrotta a sinistra. Un Milan un po' rimaneggiato al cospetto dei campioni d'Europa, ma anche Guardiola ha qualche problema di formazione, in particolar modo in difesa e, quindi, non bisogna piangersi addosso ma si deve cercare di giocare a viso aperto, con serenità e senza timori reverenziali, una partita prestigiosa, ricca di fascino e importante, ma non decisiva per le sorti del girone.
Se l'idea era di sorprendere il Barcellona in avvio, sfruttando i suoi problemi difensivi, si può dire che il Milan è addirittura perfetto nel metterla in pratica, perchè dopo poco più di venti secondi, Pato prende palla a metà campo, si autolancia in verticale verso la porta, sorprende l'improvvisata coppia centrale balugrana e sblocca il risultato, ammutolendo il Camp Nou, strapieno come al solito. Partita tutta in discesa? Nemmeno per sogno e sarebbe autolesionistico pensarlo: il Barcellona comincia a macinare il suo gioco, fatto di possesso palla stordente e rapidi fraseggi palla a terra, ma il pressing rossonero funziona per una ventina di minuti e il Milan avrebbe alcune buone potenziali occasioni per far nuovamente male ai rivali in contropiede, ma non le sfrutta a dovere e contemporaneamente abbassa sempre di più il suo baricentro, favorendo pericolosamente l'assalto del Barcellona, anche se gli uomini di Allegri si difendono ordinatamente e solo raramente vanno davvero in affanno. Un palo di Messi su punizione è l'occasione più pericolosa degli spagnoli, almeno fino al gol, propiziato da un'accelerazione della Pulce e realizzato da Pedro, lasciato troppo libero in area piccola. Il Milan ha smesso da un pezzo di cercare di pungere gli avversari e il pareggio subìto sembra l'inizio della fine dei sogni di clamoroso risultato positivo. L'onda blaugrana diventa sempre più imponente ma non raggiunge mai livelli da tsunami e il Milan barcolla ma non crolla. Le due formazioni, già in emergenza, vengono ritoccate dai due tecnici per gli infortuni di Boateng e Iniesta; entrano Ambrosini e Fabregas, ma cambia poco nel copione della partita, anche se il Milan riesce ad arrivare al riposo in parità, pur avendo sofferto molto.
La ripresa è un monologo dei padroni di casa; il Milan non riesce più a pungere e ripartire, il Barcellona domina, anche se il gol che lo porta in vantaggio arriva solo su calcio di punizione, oltretutto dubbio per non dire inesistente, perchè il fallo di Cassano su Busquets non sembra esserci. La trasformazione di Villa è un gioiello di rara bellezza che acceca anche l'incolpevole Abbiati e la partita diventa una montagna troppo alta da scalare per i rossoneri. Ci si aspetta da un momento all'altro il crollo verticale sotto i continui colpi di Messi e soci, ma il risultato resta in bilico e questo è davvero l'unico vero merito di una squadra che l'allenatore Allegri segue sconsolato dalla panchina, dando l'impressione di non sapere cosa fare per cambiare l'inerzia dell'incontro. Oltretutto il mister non ha altre punte in panchina da inserire e forse si è pentito di non aver assecondato la sua prima idea, schierando un solo attaccante e tenendo Cassano in panchina pronto a subentrare in corso d'opera e in caso di necessità. Invece Fantantonio esce rimpiazzato da Emanuelson e la scelta sembra bizzarra, visto che si toglie una punta per inserire un centrocampista proprio quando bisogna provare a raddrizzare il risultato, impresa che francamente sembra impossibile, perchè il Milan fatica addirittura a superare la metà campo e conquista il suo primo corner dell'intera partita solo dopo più di un'ora di gioco, mentre il Barcellona è già in doppia cifra in questo dato statistico. Anche il possesso palla è imbarazzante, ma questa è una costante di ogni incontro del Barcellona, mentre è ben più avvilente vedere Valdes fare lo spettatore non pagante. Messa così, la sconfitta con il minimo scarto sembra già un lusso e un risultato quasi positivo, ma proprio sul più bello, il Milan trova la forza per spingersi in avanti quando è già iniziato il recupero (definirlo assalto finale sembra francamente troppo), conquista il secondo corner della partita e, sullo spiovente di Seedorf, svetta in piena area avversaria Thiago Silva che incorna di prepotenza e batte Valdes. Roba da stropicciarsi gli occhi per la sorpresa e la meraviglia e il popolo rossonero va in delirio per un gol inaspettato e importante che fissa un risultato prezioso ed insperato, vista la prestazione.
Qualcuno l'ha definita impresa, ma forse è meglio usare il termine colpaccio: il Milan ha ottenuto un pareggio che francamente non meritava e ora tutto l'ambiente dovrà essere bravo e saggio ad interpretare questo risultato nel modo giusto: pensare che aver pareggiato contro il Barcellona permetta di considerarsi al loro livello sarebbe deleterio e altamente controproducente, perchè l'andamento della partita ha dimostrato che c'è ancora molta strada da fare per colmare la distanza che separa le due squadre, ma questo risultato rocambolesco e soffertissimo dimostra che nel calcio non c'è nulla di scontato e ovvio e si può far risultato contro chiunque. I rossoneri hanno pareggiato contro il Barcellona ma non possono sentirsi davvero alla pari con i rivali, quindi archiviamo con grande soddisfazione questo risultato positivo acciuffato all'ultimo respiro ma rendiamoci conto che c'è molto da lavorare per colmare la lacuna, forse addirittura l'abisso che separa ancora Milan e Barcellona sul piano del gioco; ragionando così si potrà fare tanta strada anche in Europa e, magari, arrivare un giorno a giocarsela davvero alla pari con gli spagnoli, perchè questa volta di pari c'è solo il numero di gol segnati, anche se in fondo è proprio questo che conta e permette di iniziare questa Champions League in modo molto positivo!