Un pari beffardo, con tanto di furto, che provoca solo delusione e rabbia
Si dice sempre che a Carnevale ogni scherzo vale, ma nella notte del Carnevale ambrosiano avremmo volentieri fatto a meno dello scherzetto dell'arbitro Tagliavento e del guardalinee Romagnoli, che hanno mascherato da fantasma un gol e lo hanno cancellato dal tabellino della sfida scudetto fra Milan e Juventus. Ora qualcuno verrà a dirvi che "la montagna ha partorito il topolino" nel senso che una partita che doveva decidere lo scudetto non ha deciso un bel niente (come volevasi dimostrare alla vigilia) e che la grande attesa è stata vanificata da un risultato che lascia tutto invariato; magari qualcuno vorrà pure provare a dimostrare che il risultato è giusto perchè all'ottima prima ora di gioco del Milan la Juventus ha risposto con un buon finale; se poi vogliamo esagerare, qualcuno vorrà anche dimostrare che in fondo c'è parità anche nei torti subiti, perchè al gol di Muntari non visto fa da contraltare il gol regolare annullato a Matri. Tutte parole al vento, perchè ciò avrebbe un senso se al venticinquesimo minuto del primo tempo non fosse avvenuto alcunchè di importante e, invece, in quel fatidico minuto è andato in scena un altro clamoroso furto juventino, l'ultimo in ordine di tempo in una lista fin troppo lunga nella "gloriosa" storia bianconera (il virgolettato sottolinea, ovviamente, il senso ironico dell'aggettivo) che fa tornare indietro la memoria ai disgustosi tempi di Calciopoli. Uno stadio intero (per non dire tutto il pubblico televisivo fornito di immediato replay) ha visto un gol, perchè la palla colpita di testa da Muntari era entrata di almeno un metro, ma è diventata un'allucinazione collettiva, perchè gli unici che avrebbero dovuto vedere e decidere, cioè arbitro e guardalinee, hanno fatto finta di niente e hanno fatto proseguire il gioco, al punto che stava materializzandosi anche la clamorosa beffa sotto forma di gol della Juventus, che ha provato a sorprendere la sbilanciata e disattenta difesa rossonera, convinta di poter festeggiare un gol e, invece, costretta a rincorrere gli avversari lanciati verso la porta. L'episodio, oltre che grave, è probabilmente decisivo, perchè il Milan era già in vantaggio, sarebbe andato sul 2-0 dopo soli venticinque minuti e avrebbe ipotecato i tre punti, visto che stava giocando molto bene e la Juventus avrebbe subito il contraccolpo psicologico, avrebbe dovuto sbilanciarsi e i rossoneri avrebbero potuto approfittarne. Niente di tutto ciò, la partita è rimasta aperta e nel finale è arrivata la beffa, il pareggio che lascia molto amaro in bocca, perchè il Milan avrebbe meritato di più e quel di più se l'era pure guadagnato ma gli è stato negato in modo clamoroso e inaccettabile. Ora serve a poco sottolineare la grande prova, soprattutto nel primo tempo, di un Milan rimaneggiato ma capace di essere più forte della sfortuna (nove indisponibili per infortunio più lo squalificato Ibrahimovic) ma non più forte di tutto, perchè questa volta le ingiustizie lo hanno bloccato quando stava provando a rendere più cospicuo il vantaggio e mettere in cassaforte una vittoria importante, soprattutto per i risvolti psicologici che avrebbe potuto avere. Invece rimane solo delusione e rabbia, sperando che questi due punti non arrivati non siano decisivi a maggio, perchè ciò sarebbe ancor più grave.
Allegri incassa senza batter ciglio l'ennesima indisponibilità per infortunio: nemmeno Nesta può essere della partita e, allora, dentro Mexes, mentre per il resto la formazione è confermata, con Antonini a sinistra, Van Bommel, Muntari e Nocerino in mediana ed Emanuelson trequartista dietro alle due punte Robinho e Pato. Questo passa il convento, ma è comunque un'ottima squadra, anche se dispiace non poter ancora una volta sfidare la Juventus con la miglior formazione, per vedere davvero chi sia il più forte. San Siro è strapieno e ribollente d'entusiasmo per una sfida sempre dal sapore speciale, in particolar modo quando c'è in palio qualcosa di importante; si è parlato di finale scudetto, forse un po' impropriamente, ma l'atmosfera all'interno del catino di San Siro è quella delle grandi occasioni e quando lo stadio milanese, vecchio e un po' malandato, offre questo spettacolo non teme confronti e non c'è Juventus Stadium che tenga, visto che contiene il doppio degli spettatori e l'urlo che si alza quando il tifo è al massimo dei decibel è impressionante. Non può mancare la solita coreografia della Sud che crea spettacolo nello spettacolo: questa volta le plastiche colorate vanno a comporre la scritta ULTRAS in giallo su sfondo rossonero al secondo anello, mentre al primo ci sono le tre lettere A.C.M. gialle su sfondo rossonero con ai lati lo scudetto tricolore e la bandiera di Milano e poi in transenna al secondo anello viene aperto lo striscione FORZA LOTTA, VINCERAI...NON TI LASCEREMO MAI, frase di uno dei cori più "gettonati" in curva quando bisogna incitare i ragazzi.
Clima della grandi occasioni, gran tifo, incitamento per tutti fin dal momento del riscaldamento, perchè questa sera il popolo rossonero vuole essere davvero il dodicesimo uomo in campo. La squadra avverte questo clima di grande fiducia nei suoi confronti nonostante le assenze e le difficoltà e sfodera una grande prestazione nel primo tempo: la Juve prova a partire forte ma ben presto i rossoneri prendono il possesso del pallone e il dominio territoriale e il gol che arriva al quarto d'ora è la logica conseguenza di tutto ciò e l'affanno di Bonucci, autore di due interventi maldestri nella stessa azione, dimostra che la pressione rossonera ha messo in difficoltà la squadra di Conte. Nocerino scaglia verso la porta un tiro insidioso che la deviazione di Bonucci rende imparabile per Buffon e l'urlo che si alza da San Siro è impressionante per la sua intensità. Partita sbloccata, ma Milan non ancora sazio e che continua a premere cercando il raddoppio, magari con meno furore agonistico ma con grande determinazione, perchè i ragazzi vogliono questa vittoria. Il raddoppio arriva al venticinquesimo, quando Buffon fa un primo miracolo sul colpo di testa di Mexes ma nulla può (o potrebbe) sulla ribattuta di Muntari; secondo gol in due partite per il ghanese, popolo rossonero che esulta, Muntari che esulta, compagni che vorrebbero abbracciarlo, ma incredibilmente l'arbitro fa segno di continuare il gioco e non si tratta di uno scherzo di Carnevale, visto che per poco Estigarribia non segna in contropiede il gol più beffardo dell'anno (in una situazione che ricorda molto l'episodio Iuliano-Ronaldo di molti anni fa), perchè per fortuna Abbiati è attento e concentrato. In curva, cioè a cento metri dall'accaduto, il gol sembra inequivocabile con palla nettamente dentro e per questo risulta incredibile che nessuno abbia visto ben più da vicino ciò che sembra fin troppo evidente. Ovvio che dagli spalti scatti un vibrante SAPETE SOLO RUBARE rivolto ai bianconeri e il clima allo stadio diventa rovente, perchè c'è la netta sensazione di un enorme torto subito, perchè trovarsi 2-0 dopo poco più di metà primo tempo sarebbe stato importantisismo e avrebbe indirizzato la partita a favore dei rossoneri. La squadra di Allegri non si fa prendere dal nervosismo e continua a dominare, perchè il pressing funziona, Muntari contende ogni pallone, ne strappa molti dai piedi degli avversari e Robinho è tarantolato e corre dappertutto provando ad aprire la difesa bianconera. Verso la fine del tempo ci prova anche Van Bommel, solito ordinato regista di centrocampo, con una rasoiata dal limite che esce di pochissimo e il tiro di Vidal che sfiora il palo è l'unico segnale di vita della Juventus. Il Milan esce fra gli applausi meritati, anche se la felicità dei tifosi rossoneri non è completa per il grave torto subito. Un'ultima annotazione doverosa: in campo c'era anche Pato, ma nessuno se n'è accorto...
Infatti dagli spogliatoi non esce il Papero, bensì El Shaarawy; niente replica dell'esaltante derby del 2 aprile scorso per Pato, ma una prova troppo anonima e incolore. Conte prova a rivitalizzare la Juve con i cambi ma il Milan continua a giocare bene, perchè pressa e riparte e il Faraone dà quella vivacità in attacco che con Pato non c'era. La Juve tenta di alzare il baricentro, ma il Milan riparte in velocità, anche se ad ogni azione manca sempre qualche dettaglio per diventare davvero pericolosa. El Shaarawy e Robinho si cercano e si trovano in velocità, ma non sempre la loro frenesia fa rima con precisione. Piano piano il Milan cala e la Juventus cresce, così come con l'aumentare della sofferenza cresce anche il rimpanto per non essere su un più rassicurante doppio vantaggio, perchè la beffa è sempre dietro l'angolo. Poco dopo metà tempo arriva il primo spavento, quando Quagliarella devia da pochi passi a colpo sicuro un traversone basso e Abbiati compie una miracolosa parata d'istinto, salvando il risultato. Allegri corre ai ripari e manda in campo Ambrosini al posto dello stanco Emanuelson, provando ad alzare gli argini per contenere la Juve che è nel momento migliore della sua partita. Ora è un assedio juventino e il Milan soffre; arriva il gol del pareggio, ma la bandierina alzata di Romagnoli indica un fuorigioco che fa tirare un sospiro di sollievo ai tifosi rossoneri (e sinceramente questo è un altro errore arbitrale). La beffa, però, è solo rimandata, perchè sul traversone di Pepe la deviazione di Matri è vincente e trasforma improvvisamente in deludente e piena di rabbia una serata che poteva essere esaltante. Il fallaccio di Vidal su Van Bommel a metà campo lascia la Juve in dieci e il Milan prova a raddoppiare gli sforzi per ritrovare in extremis una vittoria ormai sfuggita, ma a parte un pallone vagante in area piccola sul quale si avventa il solito Muntari senza riuscire ad anticipare Buffon, non succede nulla di eclatante e il fischio finale di Tagliavento spezza il sogno rossonero di staccare la Juve in testa alla classifica e di rendersi irragiungibile anche con il recupero che le Juve deve giocare a Bologna. Invece dei saluti fra i giocatori delle due squadre, arriva una minirissa, a dimostrazione del fatto che la posta in palio era alta così come il nervosismo e gli errori arbitrali non hanno certo aiutato a mantenere sereno l'ambiente. Il pareggio, così come è arrivato, è una mezza vittoria per la Juve e una beffa per i rossoneri; inutile provare a definirlo giusto, visto che il Milan meritava di più e sul piatto della bilancia c'è un errore enorme che, se non commesso, avrebbe potuto decidere la partita in favore dei rossoneri, perchè è lapalissiano dire che 2-0 è meglio di 1-0, pur non essendo assoluta garanzia di vittoria; per questo il popolo rossonero sfolla deluso e rabbioso, convinto di aver assistito impotente all'ennesimo furto e nessuno riuscirà mai a convicerlo del contrario, anche se tutto ciò non cancella completamente la soddisfazione e l'orgoglio per l'ennesima ottima prestazione dei ragazzi in una sfida così importante!