Un Milan depresso e deprimente stecca la prima
Non ci voleva certo un indovino per capire che sarebbe stata una stagione difficile, ma dopo la brutta prestazione contro la Sampdoria nell'esordio in campionato davanti ai propri (pochi) tifosi, viene davvero da pensare che la situazione del Milan sia peggiore di quanto si potesse temere: abbiamo visto una squadra senza gioco, senza personalità, impaurita, con le gambe molli, confusionaria e che ha commesso molti errori anche banali. Non si può credere davvero che questo sia il reale valore della squadra, perchè in rosa ci sono giocatori tecnicamente validi e molti che possono e devono trascinare i compagni con grinta e volontà. Evidentemente, invece, chi c'era già nella scorsa stagione si aspetta che ci sia ancora chi risolve i problemi con un guizzo di classe e i nuovi non sono in grado di dare quella marcia in più che si chiede loro per risollevare le sorti di una squadra profondamente mutata, ovviamente in peggio, ma di questo, ripeto, eravamo consapevoli. Allegri ha dovuto per necessità lavorare per tutto il pre-campionato su una squadra senza una prima punta, ma uno schema del genere è difficile da interpretare se non ti chiami Barcellona; poi la prima punta è arrivata (Pazzini con Pato già tristemente ai box per lungo tempo), ma solo tre giorni fa e non è facile inventarsi un gioco nuovo da un giorno all'altro, soprattutto in assenza di giocatori che, in particolare sulle fasce, possano adeguatamente rifornire una prima punta con le caratteristiche del Pazzo. Ecco perchè Allegri ha preferito andare sul sicuro, con il tridente Boateng-El Shaarawy-Robinho che, però, si è dimostrato totalmente incapace di sfondare l'organizzata difesa doriana. Un primo tempo da sonno, una ripresa più vivace, ma è stata la Sampdoria ad andare in vantaggio e improvvisamente la partita è diventata una montagna difficilissima da scalare per i rossoneri, anche sfortunati quando hanno visto le conclusioni di Yepes e Boateng infrangersi sui pali invece di entrare in porta. Insomma, il Milan avrebbe anche potuto non perdere questa partita, grazie anche ad una reazione nel finale, di nervi e molto confusa, ma ciò che preoccupa, più che il risultato in sè (siamo solo alla prima di campionato) è la prestazione, perchè si ha la sensazione che servano innesti di qualità ma, soprattutto, di personalità, perchè troppi giocatori sono sembrati smarriti e intimiditi, in attesa che qualcuno desse loro una scossa che non è mai arrivata.
Come facilmente prevedibile è un San Siro semideserto quello che accoglie il nuovo Milan per il suo esordio in campionato; l'estate è stata tremenda per i tifosi rossoneri e molti, disamorati e delusi, hanno preferito rimanere a casa e sfruttare in modo secondo loro migliore quest'ultima domenica di agosto. I tifosi presenti sono autentici "cuori rossoneri" che amano il Milan prima ancora che i giocatori, che hanno a cuore la maglia indipendentemente da chi la indossa e che vuole il bene della squadra senza valutarne il valore e contare i top-players che vi giocano. Nonostante tutto, però, è deprimente vedere San Siro ridotto così, soprattutto per chi lo ha ammirato costantemente gremito nell'epoca in cui c'erano addirittura 70000 e più abbonati. La Curva Sud sceglie la via della pazienza e del sostegno incondizionato alla squadra: cori per tutti i giocatori, applausi e nemmeno la minima contestazione, ma solo uno striscione che ricorda alla società che il 31 agosto è vicino e che i tifosi attendono con fiducia perchè in quella data verrà valutato il mercato rossonero e se la valutazione sarà negativa la pazienza potrebbe anche finire. Allegri sceglie la strada della continuità con il pre-campionato, lascia inizialmente in panchina il nuovo arrivato Pazzini e schiera un tridente senza una prima punta, supportato da un centrocampo muscolare (Nocerino e Flamini) ma anche tecnico (Montolivo), anche in difesa il mister va sul sicuro e privilegia chi già faceva parte del Milan nella scorsa stagione (Bonera e Yepes centrali con Antonini e sinistra e De Sciglio a destra) dirottando fra le tante riserve ammesse in panchina da questa stagione (ben dodici) sia Zapata che Acerbi. Evidentemente anche Allegri si attende un Milan incerto e traballante e prova a dare più certezze possibili ad una squadra che di certezze ne ha davvero poche.
I timori diventano agghiacciante realtà in pochi minuti: chi ancora aveva negli occhi la squadra della scorsa stagione o, meglio ancora, dell'ultimo scudetto, rimane stupito (in negativo ovviamente) nel vedere tanti errori grossolani e banali anche nei disimpegni più semplici, giocatori che non sanno cosa fare della palla e svarioni in ogni reparto; ciò che più preoccupa è la mancanza di personalità, visto che non c'è il classico giocatore che si prende la squadra sulle spalle, dà l'esempio e trascina i compagni, soprattutto i più giovani o i nuovi. Lo sconcertante risultato di tutto ciò è una squadra quasi totalmente inoffensiva, che fatica a creare gioco, che è lenta, macchinosa e senza fantasia ed è in questi frangenti che capisci l'importanza che avevano i cosiddetti senatori che ora non ci sono più e i campioni che risolvevano le partite da soli che anche i giocatori in campo sembrano rimpiangere e cercare con lo sguardo senza trovarli. La Sampdoria ringrazia e, organizzata e arcigna, non fatica a difendersi e non disdegna di provare ad insidiare un Milan teso, preoccupato e incupito. Bonera rimedia ad un suo grossolano errore in marcatura su Eder stoppandogli il tiro a botta sicura e questa è l'occasione più ghiotta creata dalle due squadre nell'intero primo tempo; il Milan si limita ad una punizione di Robinho deviata in angolo da un difensore e a tanto gioco lento e senza ritmo, con Robinho ed El Shaarawy troppo defilati sulle fasce per essere pericolosi e Boateng a disagio nel ruolo di falso centravanti. Sulla prestazione di Montolivo meglio stendere un velo pietoso in attesa di tempi migliori, ma siccome ci si attendeva che fosse lui ad accendere la luce a San Siro la delusione è tanta e, soprattutto, manca il collegamento fra centrocampo e attacco, visto che Flamini ha i soliti piedi ruvidi e Nocerino è la brutta copia di quello ammirato nella scorsa stagione.
Dopo un primo tempo da nulla assoluto, che può servire solo da ottimo sonnifero per chi soffre d'insonnia, la ripresa non può che essere decisamente più vivace e divertente e il più pimpante sembra Robinho, che costringe Romero alla parata con un bel destro dal limite. Quasi commovente l'atteggiamento del pubblico, che prova ad esaltarsi con il poco che vede e applaude la minima giocata dei suoi beniamini con benevolenza e fiducia; anche la curva continua a sostenere la squadra con impegno, conscia del fatto che questo gruppo ha bisogno di essere preso per mano e trascinato, perchè non ha più le certezze del passato e molti giocatori sono tesi e preoccupati. Fra i più impalpabili c'è El Shaarawy ed è proprio il Faraone a lasciare il posto a Pazzini, accolto dal boato di San Siro manco fosse il Messia. E, invece del gol del Pazzo, arriva la doccia fredda della rete doriana, realizzata da Costa che svetta indisturbato in area, sovrasta Bonera e batte l'incolpevole Abbiati. Ora l'impresa si fa davvero dura, perchè ai già tanti problemi si aggiungono ansia e fretta di recuperare il risultato; piove sul bagnato, nonostante la giornata serena e ventosa e anche Robinho, acciaccato, deve uscire, sostituito da Emanuelson, uno dei più positivi nelle amichevoli estive ma pure lui dirottato inizialmente in panchina. Comunque il Milan reagisce, trascinato da Yepes, che prova ad imitare Costa ma è sfortunato e il suo colpo di testa viene deviato da Romero sul palo. Il colombiano prova a dare l'esempio e a trascinare i compagni (in fondo è uno dei più "anziani" ed esperti) ma, senza voler mancare di rispetto all'ottimo Mario, se Yepes è il migliore in campo vuol dire che c'è qualcosa che non va. Il Milan preme con più continuità, ma il tempo passa e aumentano tensione e ansia, in campo e sugli spalti; esce anche Nocerino, sostituito da Constant, mentre anche Ferrara effettuta le tre sostituzioni, ma l'eccessiva lentezza con la quale i giocatori sostituiti escono dal campo fa spazientire giocatori e tifosi rossoneri; fra i tre subentrati c'è anche Maxi Lopez, accolto dall'applauso di tutto lo stadio, perchè in fondo ha lasciato un buon ricordo nella sua breve avventura in rossonero e forse avrebbe meritato quella conferma che non è arrivata, oltretutto con la società costretta a cercare altre punte difficili da reperire con pochi soldi da investire sul mercato. Il Milan prova l'assalto finale, con impegno ma con poca lucidità, anche perchè la stanchezza comincia a farsi sentire, così come la sfortuna, visto che Boateng si vede respingere il tiro dal palo e poi anche da Romero e Gastaldello salva sulla linea un tiro a botta sicura di Flamini; intanto Yepes fa il centravanti e suona la carica, ma nemmeno le ultime mischie in pieno recupero consentono al Milan di evitare la sconfitta e raggiungere un pareggio, meritato proprio nel generoso arrembaggio finale, ma negato dalla sfortuna.
Prima delusione (speriamo non di una lunga serie) e campionato già in salita: le rivali sono là davanti e bisogna inseguire, ma la sensazione è che una squadra così debba prefissarsi nuovi e meno esaltanti obiettivi, mentre l'obiettivo della società deve essere quello di dare ad Allegri qualche rinforzo prima del 31 agosto. Kakà forse non è l'ideale ma può servire e poi in una situazione del genere meglio non fare gli schizzinosi: chiunque possa dare una mano è ben accetto e, intanto, Allegri deve lavorare per dare un gioco alla squadra, per caricare i suoi ragazzi e cercare di togliere loro paure e tensioni, ansie e preoccupazioni; non ci si può più basare sulle individualità che non ci sono più, bisogna puntare sul gioco e sull'unità di intenti, ma serve che tutti diano il massimo delle loro possibilità e anche di più, mentre contro la Sampdoria si sono visti molti giocatori al di sotto del loro standard, dal punto di vista tecnico, fisico e mentale e ciò non va bene. L'ambiente sembra depresso e, ovviamente, tutto ciò contribuisce ad aumentare la depressione anche nei tifosi: bisogna uscire da questo circolo vizioso, serve una scossa, bisogna ritrovare entusiasmo e autostima ancor prima che il gioco. Sembra un'impresa titanica ma bisogna crederci tutti insieme, perchè la stagione è appena iniziata e c'è tutto il tempo per recuperare, ma si deve fare presto per evitare di precipitare nell'abisso della crisi, che in un ambiente come questo senza punti di riferimento diventerebbe ingestibile. Buon lavoro mister Allegri, hai davvero bisogno di questo augurio, perchè di lavoro da fare ce n'è ancora tanto e il tempo non è più molto perchè fra poco la stagione entrerà già nel vivo!