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Un grande Milan non basta contro i marziani

di Davide Bin

Per una volta partiamo dalla fine, cioè da quel fragoroso applauso che il pubblico di San Siro ha riservato ad un Milan tutto cuore e coraggio nonostante la sconfitta e, forse, anche ad un avversario magnifico che rende accettabile la sconfitta. Lo spettacolo c'è stato, la partita è stata bellissima, il risultato un po' meno, ma consoliamoci con il fatto di aver visto un ottimo Milan che ha riscattato la brutta prestazione del Camp Nou, ha dimostrato di poter giocare a viso aperto contro chiunque, senza temere il confronto con i migliori e che giocando così avrebbe battuto praticamente chiunque ma non questo Barcellona, che se vuole vince qualunque partita perchè è semplicemente superiore a chiunque. Allegri voleva giocarsela contro i più forti del mondo e poteva permetterselo perchè il suo Milan aveva già timbrato il passaporto per proseguire l'avventura europea, con la qualificazione agli ottavi ottenuta con due turni di anticipo e, in effetti, i suoi ragazzi la partita l'hanno giocata in modo egregio e hanno dato filo da torcere al Barcellona. La sconfitta fa svanire le speranze di primo posto del girone con tutte le conseguenze negative del caso, ma il verdetto è giusto, perchè anche questa volta il Barcellona ha dimostrato di essere superiore. E' stata una grande serata di calcio, in uno scenario magico come quello di San Siro strapieno e ribollente di entusiasmo e anche se il risultato è negativo, si può tranquillamente affermare che a livello di autostima e di consapevolezza della propria forza, questa sconfitta vale molto di più dello stiracchiato ed immeritato pareggio dell'andata, perchè il Milan ha dimostrato di essere cresciuto molto in questi due mesi e se a settembre aveva solo subito passivamente un avversario di gran lunga più forte, questa volta è riuscito a metterlo in difficoltà, lo ha affrontato senza timori reverenziali e sfoggiando tutte le sue doti e non importa se non sono bastate per ottenere un risultato positivo. Ora il Milan sa che può affrontare chiunque a testa alta e che può disputare una grande Champions League nella fase ad eliminazione diretta se continuerà a giocare così, con cuore, grinta, coraggio, tecnica e classe, perchè nel firmamento delle stelle europee, le più luminose sono quelle blaugrana, ma quelle rossonere non sfigurano certo.

Finalmente un tutto esaurito a San Siro e ci volevano i migliori al mondo per smuovere i tifosi rossoneri; come sempre in queste occasioni bisogna raggiungere lo stadio con ampio anticipo rispetto all'inizio della sfida e ci sono grandi file davanti agli ingressi al momento dell'apertura dei cancelli, anche perchè non si capisce il motivo per cui chi gestisce gli ingressi non riesca mai a rispettare l'orario previsto (in questo caso le 18) e apra sempre con un quarto d'ora "accademico" di ritardo. L'attesa scorre via tutto sommato velocemente e quando sui tabelloni di San Siro vengono proiettate le immagini dei grandi campioni rossoneri del passato (Baresi, Maldini, Van Basten ecc. ecc.) viene naturale pensare che forse ci vorrebbe quel Milan per battere questo Barcellona, ma in fondo anche quello attuale può quanto meno giocarsela a viso aperto. A proposito di idoli del passato, sul prato di San Siro c'è anche Carlo Ancelotti in veste di commentatore Sky e la curva inneggia al suo nome, perchè è lui che ha portato nella bacheca di Via Turati le due ultime coppe dalla grandi orecchie conquistate dai rossoneri e per questo merita un saluto affettuoso. Ovviamente grandi cori di incitamento anche per tutti i giocatori al momento del riscaldamento e tanti fischi per gli avversari; si respira l'aria del grande evento, c'è l'atmosfera della grandi occasioni, quelle in cui canta tutto lo stadio e San Siro è una gigantesca bomboniera colorata di rossonero. La Curva fa spettacolo nello spettacolo o, meglio, fa il più grande spettacolo dopo il big-bang, riprendendo le parole della canzone tormentone di Jovanotti, con una delle sue maestose coreografie, realizzata con le solite plastiche colorate da alzare una per persona (che vanno a comporre le scritte CURVA SUD e A.C. MILAN) e con grandi striscioni, preparati con mesi di lavoro dai ragazzi della Sud, che salgono verso il terzo anello (Il più grande spettacolo dopo il big bang), scendono verso il primo (colori rossoneri e bandiera di Milano) e vengono srotolati in transenna (Siamo io & te); insomma il senso della coreografia è che dopo il big bang il più grande spettacolo è realizzato dalla Curva Sud e dall'A.C. Milan e a giudicare dal numero di flash che la immortalano, l'obiettivo sugli spalti è stato raggiunto, in attesa di giudicare lo spettacolo in campo, ma per chi contribuisce a formare la coreografia alzando la sua plastica, è impossibile capirne il soggetto, ma poco importa, perchè chi va in curva sa che la partita non la vedrà, ma piuttosto la vivrà, ne farà parte, sarà una componente attiva con la sua voce e il suo tifo e ciò è ancor più coinvolgente in serate come questa.

Allegri sceglie Boateng come trequartista alle spalle di Robinho e Ibrahimovic (Pato parte dalla panchina), schiera Seedorf (capitano) in mediana insieme a Van Bommel e Aquilani e rilancia Zambrotta sulla sinistra in difesa insieme agli intoccabili Abate, Nesta e Thiago Silva; questo è il Milan che ha l'arduo compito di sfidare i migliori del mondo (che si presentano in campo vestiti di verde...allora è vero che i marziani sono omini verdi!) e le scelte sembrano azzeccate, perchè i rossoneri partono bene, sono aggressivi, decisi, grintosi e mettono in difficoltà i rivali con il pressing alto. Il Barcellona, però, sa far male appena supera la metà campo e fa malissimo quando Keita mette al centro un pallone che Van Bommel devia nella propria rete nel tentativo di non fer pervenire il pallone a Xavi alle sue spalle. Un brutto colpo per il Milan che, però, non si perde d'animo e reagisce, sospinto dal ruggito di San Siro che vuole undici leoni pronti a lottare su ogni pallone. Abbiati impedisce a Fabregas di raddoppiare e tiene accesa la speranza, Robinho fa disperare il popolo rossonero divorandosi un gol già fatto a pochi centimetri dalla porta, il classico gol più facile da segnare che da sbagliare, ma Binho è quello delle imprese impossibili...al contrario! Per fortuna c'è il solito Ibra, che concretizza un'azione bellissima, iniziata con un sontuoso lancio di Aquilani per Seedorf che prolunga per lo svedese che appoggia in rete realizzando un gol al quale teneva moltissimo per tanti motivi di cui si è parlato ampiamente alla vigilia di questa partita affrontata da ex non molto rimpianto. San Siro esplode e il Milan ci crede, ma il Barcellona è pericolosissimo, colpisce una traversa con Messi e riceve un rigore quantomeno generoso dall'arbitro Stark, indotto in errore dall'assistente posizionato sulla linea di fondo. Messi trasforma il rigore e segna il suo primo gol contro una squadra italiana e il Milan è di nuovo sotto e costretto alla rimonta, che non arriva prima della fine del tempo, anzi i rossoneri rischiano di crollare subendo il terzo gol, ma Abbiati è bravo e attento su Villa e Messi. I rossoneri ci provano generosamente e cercano di sfruttare il minimo errore degli avversari ma questo Barcellona è davvero forte e ciò, paradossalmente, amplifica i meriti di un Milan che non sta certo sfigurando, anzi!

Nella ripresa Allegri manda in campo Pato al posto di Robinho, confidando nella velocità del Papero per mettere in crisi la difesa spagnola, ma gli affondi del Barcellona rischiano sempre di essere letali per un Milan che deve sbilanciarsi per rimontare ma non può lasciare troppi spazi agli avversari. I tanti campioni del Barcellona fanno paura, ma anche fra i rossoneri ci sono grandi stelle e una di questa è Boateng che dopo nove minuti fa qualcosa di pazzesco, con un aggancio volante in area, palla portata avanti di tacco e sassata sul primo palo che lascia di stucco Valdes. Boato liberatorio di San Siro e tifosi rossoneri in estasi per l'ennesima magia di Prince. Il Milan ci crede e prova a cercare la vittoria necessaria per agguantare il primo posto nel girone; un pareggio non servirebbe, ma il Barcellona non fa sconti, Messi fa passare una palla laddove non sembra possibile, in mezzo a tre giocatori rossoneri, smarca Xavi che, solo davanti ad Abbiati, non può sbagliare e riporta in vantaggio il Barcellona. I rossoneri provano a non perdersi d'animo e a cercare l'ennesima rimonta, ma arriva un'altra tegola sotto forma di infortunio di Nesta (problema muscolare, al suo posto Bonera) e in verità sono più gli spagnoli a sfiorare il quarto gol che il Milan ad avvicinarsi al pareggio. Entra anche Nocerino al posto di Van Bommel, ma non può essere una mossa che cambia l'inerzia della partita; il Milan ci prova con cuore ed orgoglio, ma subentra anche un po' di stanchezza e nonostante la curva canti "Noi ci crediamo!", in verità è fin troppo evidente che questo Barcellona è ancora una montagna troppo alta da scalare, anche se ci sono stati grossi passi avanti e il Milan ha sfoderato un'ottima prestazione.

Il già citato applauso che segue il triplice fischio dell'arbitro fa capire che il popolo rossonero ha apprezzato la qualità del gioco e l'impegno profuso dai rossoneri e che la delusione non è poi così enorme, perchè una sconfitta si poteva mettere in preventivo contro un avversario del genere e poi la qualificazione era già in cassaforte, quindi c'è solo l'addio al primo posto nel girone, ma l'avventura in Champions prosegue, per di più con la consapevolezza che il Milan ammirato in questa occasione può davvero andare molto avanti in Europa, perchè di Barcellona ce n'è uno solo (per fortuna!) e con le altre si può giocare alla pari e sperare di far risultato. E' stata comunque una grande serata, abbiamo visto una partita bellissima e spettacolare, abbiamo ammirato un grande Milan nonostante la sconfitta e la partita è rimasta incerta e combattuta fino all'ultimo, a dimostrazione che con grande impegno e applicazione, i terrestri possono riuscire a fronteggiare i marziani! 


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