Ultimo atto di una stagione da dimenticare
Eccoci arrivati all'ultimo impegno stagionale e mai come questa volta viene spontaneo dire...finalmente! Questo campionato, che doveva essere quello del rilancio e del riscatto, dopo un avvio promettente è diventato un'autentica agonia, con poche soddisfazioni e tante sofferenze e ora c'è solo tanta voglia di chiudere una parentesi negativa e provare a pensare al futuro, anche se non è facile. Inzaghi è davvero ammirevole nel suo tentativo di continuare a pensare positivo, di provare a dare importanza a un'inutile partita di fine stagione fra due squadre senza obiettivi e di illudersi che per lui possa esserci un futuro al Milan come da regolare contratto; ormai hanno capito tutti che è stato scaricato proprio da chi l'aveva voluto per fare da parafulmine alle proprie colpe e ora non trova di meglio da dire se non che la squadra era forte ma non gli è stato dato un gioco (con ovvio riferimento all'allenatore). Lasciatemi dire che sono affermazioni patetiche e ridicole, perchè Inzaghi avrà anche le sue colpe, nessuno le ha mai volute negare e nascondere, ma le vere colpe sono di chi ha messo alla guida del Milan un allenatore senza esperienza e, soprattutto, non gli ha messo a disposizione una rosa adeguata e degna del blasone rossonero, perchè nessuno crede alla barzelletta presidenziale in cui si dice che questa squadra è forte e, soprattutto, questa barzelletta non fa ridere i tifosi rossoneri, ma solo quelli avversari. Ora nessuno ha nemmeno il coraggio e gli attributi per andare a dire a Inzaghi che la sua avventura al Milan è finita, in quanto considerato unico responsabile della stagione negativa, così come successo prima di lui anche a Seedorf e Allegri, ma se un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi e tre indizi fanno una prova, forse tre allenatori che non sono riusciti a far rendere una squadra inadeguata come la dirigenza voleva, forse sono la prova che da anni il Milan non ha una rosa degna della sua storia e sarebbe davvero il momento di provvedere in modo serio e non solo cercando un allenatore con la bacchetta magica che trasformi gli asini in cavalli.
Ovviamente la partita fra Atalanta e Milan ha davvero poco da dire: sarà la classisa sfida di fine stagione, che può essere divertente se le due squadre giocano a viso aperto visto che non hanno alcunchè da perdere o terribilmente noiosa se i giocatori si sentono già in vacanza e non hanno la minima motivazione. Inzaghi, che vuole vincere anche le partitelle fra amici, desidera chiudere al meglio, dare un'ultima piccola soddisfazione ai suoi tifosi e sicuramente avrà cercato di preparare questa partita al meglio, pur in un clima di smobilitazione, ma è chiaro che questa sfida interessa davvero poco a tutti. La società pensa già al futuro, rincorre nuovi e vecchi allenatori e dimostra di avere poche idee ma molto confuse, lanciandosi nell'ennesimo progetto, ovvero quello della squadra di giovani possibilmente italiani e poi avviando trattative (ma poi sarà vero?) solo per giocatori stranieri e caldeggiando il ritorno di Ibrahimovic, che non è italiano e tantomeno giovane. Insomma, da qualunque parte si volti, il povero tifoso rossonero trova solo motivi di depressione e insoddisfazione e forse l'unica consolazione è che in questo fine settimana non finisce solo un campionato simile a una Via Crucis, ma anche la campagna elettorale del presidente-politico e che finalmente da lunedì si capiranno le sue reali intenzioni e se il ritrovato entusiasmo e l'insolito attivismo sono reali o solo l'ennesimo inganno ai danni del popolo rossonero per motivi elettorali. I tifosi rossoneri sono perplessi e lo dimostra lo striscione esposto a San Siro domenica scorsa (CAMPAGNA ACQUISTI O CAMPAGNA ELETTORALE?), ma fra poco si saprà la verità e scopriremo se la corte ad Ancelotti e il tesoretto di 120 milioni per la campagna acquisti sono cose reali o solo uno squallido teatrino per raccattare qualche voto. Possiamo immaginare l'umore di Inzaghi nel sentir parlare di eventuale campagna acquisti importante, dopo che lui, da inguaribile aziendalista, ha accettato e lodato una campagna acquisti, pardon campagna prestiti e parametri zero, senza lamentarsi e provando a dare il meglio di se stesso per far rendere una squadra che spesso è sembrata davvero inadeguata e, ripeto, non solo per colpa sua.
Di solito l'ultima partita della stagione è anche l'occasione per bilanci e riassunti, ma ricordare ciò che è successo in questi mesi sarebbe davvero esercizio di masochismo: poche soddisfazioni, rare vittorie, mai più di due consecutive, tre successi tre da ricordare, ovvero quelli contro Lazio, Napoli e Roma, tante delusioni, molti risultati al di sotto delle attese, una squadra senza gioco, senza carattere, senz'anima che spesso ha indispettito una tifoseria che ha avuto fin troppa pazienza, soprattutto quando è stato evidente, ovvero a inizio 2015, che la situazione stava precipitando. La contestazione è stata tardiva e ormai inutile, ma almeno è servita a far capire che la pazienza nei confronti di chiunque è ormai finita e che se si vuole ritrovare l'entusiasmo dei tifosi bisogna cambiare molto e farlo in fretta. Ora siamo arrivati all'ultimo appuntamento, all'ultima recita di una compagnia inadeguata e c'è solo tanta voglia di dimenticare e provare a pensare al futuro con ottimismo, ma siccome il futuro è ancora pieno di tante incognite e poche certezze, è davvero arduo trovare un motivo per cui sorridere se non pensare che finalmente l'agonia è giunta al termine...almeno per questa stagione!