Udine tappa decisiva per un Milan allo sbando
Settimana agitata a Milanello e dintorni e non può essere altrimenti quando una squadra non ha gioco, non ha anima e non ottieme risultati: tre partite a San Siro, zero gol e un solo punticino per la classifica del girone di Champions, mentre in campionato ci sono solo i tre punti firmati Pazzini con quella fantastica tripletta a Bologna che ci aveva fatto sognare fino a quando non siamo stati risvegliati dallo sberlone di Cigarini sabato scorso. Verrebbe da dire: "Meno male che si gioca in trasferta!", visto che lontano da San Siro sono arrivati gol e punti (ma non certo il gioco) e potrebbe non essere solo una battuta, perchè molti giocatori hanno affermato di sentire intorno a loro scetticismo, diffidenza e pessimismo e ciò non li fa scendere in campo tranquilli e sereni, come vorrebbe mister Allegri. Solo scuse? Potrebbe anche essere e personalmente mi auguravo che la poca considerazione che la maggior parte dei tifosi rossoneri ha per questa squadra scatenasse almeno una reazione d'orgoglio che potesse coprire le lacune tecniche, invece oltre al gioco manca anche la determinazione, la cattiveria agonistica, la voglia di lottare e lo dimostrano le deprimenti prestazioni contro Sampdoria, Atalanta e Anderlecht. Il momento è difficile, uno dei più delicati nella lunghissima era Berlusconi insieme a pochi altri ed è difficile trovare una via d'uscita: inutile dare ad Allegri colpe che non ha, grottesco sostenere che questa squadra potesse lottare per lo scudetto dopo gli acquisti di Bojan, Niang e De Jong, buoni giocatori ma non certo fenomeni in grado di far fare ad una squadra il salto di qualità. Sappiamo tutti di chi sono le vere colpe della situazione e pare che la gente abbia capito, a giudicare da alcuni sondaggi che ho visto: se la proprietà ha deciso di "chiudere i rubinetti", sanare il bilancio e non investire più nel Milan, bisogna prenderne atto, perchè ognuno dei propri soldi fa ciò che vuole, ma bisogna metterci la faccia, andare davanti alla gente e spiegare ciò che si ha intenzione di fare, invece di scaricare le colpe sui giocatori o sull'allenatore e nascondersi senza mai farsi vedere e lanciando frecciatine polemiche. Io penso solamente che se chi è a capo di questa società, cioè il presidente, visto che è tornato tale, facesse, con le debite proporzioni economiche, anche solo la metà dei sacrifici che i tifosi del Milan fanno per stare vicino alla loro squadra, non solo non bisognerebbe vendere i giocatori migliori, ma si potrebbe tranquillamente rivaleggiare per comprarne qualcuno anche dagli stessi sceicchi, ma ripeto, ognuno dei propri soldi fa ciò che vuole e bisogna farsene una ragione.
Intanto il Milan deve pensare a reagire e ripartire dopo un inizio di stagione molto deludente; una volta stabilite di chi sono le colpe maggiori della situazione, bisogna comunque far notare che la rosa del Milan rimane in ogni caso superiore a quelle di Sampdoria, Atalanta e Anderlecht, perchè ci sono tanti nazionali, altri giocatori che hanno militato in passato in nazionale e molti giovani che potrebbero diventare protagonisti nelle loro nazionali, quindi un po' di responsabilità va attribuita anche a giocatori e allenatore, che invece di reagire davanti ai problemi e alle difficoltà sembrano lasciarsi travolgere dal pessimismo cosmico che li circonda. In campo si vedono errori inconcepibili per giocatori di serie A, forti o scarsi che siano e non si vede un briciolo di grinta, di determinazione, di voglia di andare oltre i propri limiti e di dimostrare di essere ciò che la gente non crede. Se non cambia questo atteggiamento mentale, è davvero difficile che cambino i risultati e bisogna che chi ha più carisma ed esperienza, a partire da capitan Ambrosini, Abbiati, lo stesso Bonera (ormai un senatore), ma anche Boateng, Abate, Antonini e in parte lo stesso Nocerino, che sono al Milan da qualche anno, diano l'esempio e facciano ciò che una volta facevano Maldini, Gattuso, Inzaghi, Nesta, Seedorf, cioè la vecchia guardia. Ci sono anche tanti altri giocatori di un certo livello che dovrebbero avere un certo carisma e più personalità, cioè i vari Montolivo, Pazzini, De Jong, ma si tratta di giocatori arrivati da poco e che, quindi, devono ancora inserirsi nell'ambiente e non si può pretendere da loro che siano già i trascinatori del gruppo. Il succo del discorso è che, comunque, da una squadra così ci si può aspettare sicuramente di più e la delusione della gente nasce anche da questo, perchè penso che nessuno si aspettasse la luna dopo ciò che è avvenuto in estate, ma un po' di impegno e rendimento in più questo sì.
In ogni caso bisogna avere pazienza e se si vuole c'è tutto il tempo per rimettersi in carreggiata (in fondo il Milan della scorsa stagione dopo tre partite di campionato aveva due punti, uno in meno di questo così dimesso) e anche i tifosi devono dare il loro contributo. La Curva Sud lo sta facendo egregiamente, non facendo mancare mai l'appoggio e il sostegno alla squadra, prima, durante e anche dopo le partite, anche se quando il risultato è deludente (cioè quasi sempre) è difficile coprire i fischi e il malumore del resto dello stadio. In fondo i tifosi devono essere l'arma in più, non un problema ulteriore quande ce ne sono già tanti: storicamente il popolo rossonero è sempre stato vicino alla squadra, anche e soprattutto nei momenti bui della serie B e del rischio di fallimento della società (salvata da Silvio Berlusconi e portata in cima al mondo, non dimentichiamolo mai...), quindi questa situazione non spaventa certo chi ha vissuto quei momenti; chi, invece, ha visto solo vittorie, trionfi ed è stato abituato solo a festeggiare (e, infatti, viene allo stadio solo quando c'è da celebrare un trionfo...) ha la pancia piena, è un po' viziato e non accetta questa situazione; lo dimostrano i pochi abbonamenti, le richieste di rimborso (in verità poche) e la scarsa pazienza nel sostenere una squadra in difficoltà, ma io trovo che sia giusto l'atteggiamento della curva, che ha ereditato i valori di chi gremiva San Siro per Milan-Cavese in serie B. Così si fa, perchè ho sentito dire da qualcuno che non si diverte più a vedere il Milan e gli si può dar ragione, ma essere un tifoso non vuol dire divertirsi, ma soffrire, fare sacrifici, lottare insieme alla squadra e poi, magari, esultare e festeggiare a risultato ottenuto. Chi ha il cuore rossonero soffre, mastica amaro ma non fischia e non deprime ulteriormente giocatori già sfiduciati; la maglia viene prima di tutto, la squadra viene prima di tutto, perchè se loro perdono in campo perdono anche i tifosi e per questo bisogna star loro vicino a prescindere, dimenticandosi i tempi belli della squadra più forte di tutti e accettando di passare dal caviale e champagne al pane e acqua. I veri tifosi fanno così e, magari, lottando e soffrendo insieme si riuscirà ad uscire da questo momento terribile, a cominciare da Udine, crocevia della stagione già lo scorso anno e tappa fondamentale dalla quale ripartire prima di affondare definitivamente, perchè un altra sconfitta aprirebbe scenari impensabili fino a pochi mesi fa e spalancherebbe le porte del buio tunnel della crisi per un Milan sull'orlo di una crisi di nervi.