Tre punte...zero punti per un Milan allergico alla vetta
Il Milan torna dal suo secondo viaggio stagionale a Roma senza punti e inizia il ciclo terribile di febbraio nel peggiore dei modi; ora bisogna valutare bene le indicazioni di questa serata deludente, senza, però lasciarsi andare ad un pessimismo estremo: la tentazione sarebbe quella di pensare che i rossoneri non abbiano un grande futuro se continuano con questa tendenza a fallire sempre i confronti diretti, ma stiamo pur sempre parlando della squadra seconda in classifica, quindi vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto e le sconfitte devono servire da esempio e stimolo per migliorare laddove si è sbagliato; il tempo non manca, le partite sono ancora tante, così come le prove d'appello con tanti scontri diretti ancora da affrontare, ma, proprio per questo, serve che davvero la squadra impari dai propri errori e lo dimostri con i fatti e non solo a parole. Dico questo perchè Allegri aveva già detto dopo il derby che quella partita doveva insegnare molte cose, ma, poco più di due settimane dopo, è arrivata la dimostrazione che la lezione non è stata imparata, perchè i suoi ragazzi hanno giocato una partita del tutto simile al derby e il risultato è stato analogo. Allegri si è finalmente convinto a schierare il tridente e, visto che da più parti si invocava questa soluzione, ora non sarebbe giusto accusarlo di aver sbagliato formazione, ma un'attenta riflessione può aiutare a capire che forse non era questa la partita giusta per varare il tanto atteso trio d'attacco, perchè era prevedibile un atteggiamento prudente da parte della Lazio e, paradossalmente, inserire più attaccanti contro una difesa folta e ben schierata contribuisce solo ad intasare ulteriormente gli spazi e si rivela un vero e proprio boomerang. La stessa assenza di Klose, forse troppo frettolosamente definita una fortuna, ha convinto Reja ad essere ancor più prudente e difensivista, mancando del suo cannoniere principe e di un punto di riferimento là davanti e la tattica difesa e contropiede si è rivelata perfetta contro un Milan che ha giocato in modo lento e prevedibile e senza la giusta cattiveria agonistica, sia in attacco che in difesa. Se queste sono le valutazioni tecniche sui tanti errori dei rossoneri, non bisogna, però, dimenticare un episodio che poteva essere decisivo, ovvero il netto fallo di mano di Dias in piena area che Damato aveva visto e sanzionato, ma che il guardalinee ha trasformato in inesistente fallo di mano di El Shaarawy; si stavano giocando i primi minuti della ripresa, il punteggio era di parità e quel rigore, se segnato, poteva dare una svolta diversa alla partita, perchè il Milan poteva sbloccare il punteggio, costringere la Lazio ad aprirsi e trovare più spazi per agire con fulminee ripartenze, come successo in altre occasioni. Con questo non voglio dire che con quell'episodio valutato correttamente il Milan avrebbe sicuramente vinto la partita, ma è fin troppo chiaro che ritrovarsi in vantaggio sarebbe stato meglio che continuare sul punteggio di parità in una partita bloccata e difficile da interpretare per un Milan decisamente sotto tono.
E' doveroso sottolineare che le scelte di Allegri riguardo la formazione non possono essere considerate sbagliate: sul tridente ho già esposto la mia personalissima valutazione, per quanto riguarda il centrocampo era giusto inserire giocatori "di sostanza" (Ambrosini, Van Bommel e lo stesso Nocerino) a discapito di elementi più tecnici (Seedorf o Emanuelson), proprio per garantire copertura e non sbilanciare troppo una squadra con tre punte, così come in difesa Mesbah si era guadagnato la riconferma con due buone prestazioni contro la stessa Lazio in Coppa Italia e contro il Cagliari. Purtroppo i fatti hanno dimostrato altro, ovvero che a centrocampo sono mancate le idee e un giocatore che sapesse dirigere il gioco e sulle fasce non c'è stata quella spinta che può servire per aprire le difese ermetiche e, soprattutto, cross invitanti per le punte, perchè sia Abate che Mesbah hanno più che altro passato la palla a Marchetti ogni volta che hanno tentato un traversone e l'algerino ha l'aggravante che anche in fase difensiva è stato tutt'altro che irreprensibile e le azioni dei due gol sono partite dalla sua parte. In avanti il più deludente è stato sicuramente Robinho, ma anche Ibrahimovic è stato meno brillante del solito e El Shaarawy si è impegnato molto ed è stato protagonista in alcune delle azioni più importanti della partita, quindi non merita la bocciatura e, forse, se proprio dobbiamo dare qualche colpa ad Allegri, gli si può imputare di aver sostituito il Faraone e non l'impalpabile Robinho e, magari anche Ambrosini invece di uno stanco Van Bommel, quando ha improvvisamente deciso di smontare il tridente e inserire i due olandesi (Seedorf ed Emanuelson) lasciati inizialmente in panchina.
Riavvolgendo il nastro della memoria a mente fredda, bisogna dire che il primo tempo è stato bruttino e poco emozionante: della Lazio si ricordano solo qualche tiro dalla distanza innocuo per Abbiati, mentre il Milan fa la partita, mantiene il possesso palla e il dominio territoriale, ma la teorica "montagna" di gioco partorisce il "topolino" di un paio di occasioni, in cui la costante è Ibra in versione regista e uomo assist: prima imbecca Nocerino che di testa impegna severamente Marchetti (sarà questa l'occasione più limpida di tutta la partita), poi vede e serve con un delizioso passaggio "no-look" El Shaarawy, che scarta il portiere, rimane correttamente in piedi ma poi, da posizione defilata, trova solo una deviazione inangolo di Konko. Ci sarebbe poi una terza colossale occasione in una delle rare volte in cui la Lazio si sbilancia lasciando spazio ad un contropiede rossonero, ma l'egoismo di Ibra, che non serve il solissimo El Shaarawy in mezzo all'area, la derubrica ad occasione solo potenziale, ma che rimane un grande rimpianto. Il primo tempo è tutto qui, ma anche la ripresa non è un granchè: il Milan sembra un po' più convinto e determinato, ma continua a cozzare contro l'arcigna difesa laziale; l'episodio del rigore negato poteva cambiare la partita e forse innervosisce la squadra, che da quel momento è ancor più confusionaria nel suo sterile assalto e lo dimostra il fatto che con tre punte in campo le due conclusioni più pericolose arrivano da Ambrosini (una alta e una a lato). Le già citate sostituzioni cambiano la formazione rossonera ma non la sostanza, anche se una buona occasione arriva sui piedi di Ibra ed una palla vagante in area dopo una respinta di Marchetti andava sfruttata meglio (come in occasione del terzo gol di Novara ad esempio), ma quando una serata è storta si vede anche da questi dettagli. Nel finale la Lazio spaventa Abbiati con un tiro cross di Konko molto insidioso e poi colpisce con Hernanes che si infila in una difesa troppo tenera e batte il poco reattivo portiere rossonero; Allegri tenta il tutto per tutto con Maxi Lopez al posto di Van Bommel ma è più la Lazio a sfiorare il raddoppio (sempre con Hernanes) che il Milan il pareggio e, infatti, il colpo del K.O. arriva quando Rocchi mette alle spalle di Abbiati il pallone del 2-0, facendo calare il sipario su una partita che in pieno recupero nè Ibra (tiro a lato di pochissimo) nè Emanuelson (rasoterra fuori di poco) riescono a riaprire.
Il Milan perde nella Roma biancoceleste dopo 14 anni e si dimostra stranamente allergico alla vetta della classifica, sulla quale aveva "soggiornato" per tanti mesi nella scorsa stagione, mentre in questa non ci vuole mai arrivare quando può farlo: il 15 gennaio il pareggio casalingo della Juve contro il Cagliari aveva dato la possibilità ai rossoneri di diventare capolista "reali" vincendo il derby e, invece, sapete tutti come è andata a finire; questa volta il rinvio di Parma-Juventus aveva dato al Milan la possibilità di diventare capolista "virtuale" superando temporanemante i bianconeri ed è arrivata un'altra sconfitta, la quarta di questo campionato, sempre negli scontri diretti. Bisogna assolutamente invertire la tendenza, visto che febbraio è pieno zeppo di altre sfide di questo tipo, ma non si può dimenticare anche che la squadra è comunque in emergenza, per colpa della tente assenze; la stagione, però, prosegue senza sosta e non dà tregua e, quindi, questo Milan deve svegliarsi e non continuare a sprecare occasioni su occasioni con prestazioni deludenti nelle partite decisive, se non vuole compromettere un'intera stagione in pochi giorni.