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Super rimonta...supercoppa!

di Davide Bin

Il Milan comincia la nuova stagione come aveva finito la vecchia, ovvero alzando un trofeo fra un tripudio di coriandoli; questa volta è "solo" la Supercoppa e non la coppa dello scudetto, ma averla strappata all'Inter rende tutto più gustoso, anche se i veri obiettivi stagionali restano altri; mettere in bacheca un trofeo dopo meno di un mese dall'inizio della preparazione è un buon modo per dare entusiasmo al gruppo in vista di una stagione lunga e complicata e vincere un derby ufficiale è sempre una cosa che dà carica a tutto l'ambiente. La squadra ha dimostrato ancora una volta di avere carattere e personalità, non è andata in confusione e non è crollata quando l'Inter è partita meglio e sembrava avere la partita in pugno e, consapevole della propria forza e della propria maturità tante volte dimostrate nella scorsa stagione, ha saputo risalire la china, ribaltare il risultato e mettere al tappeto un avversario che in avvio sembrava superiore, smascherandone i difetti e andando a colpire i punti deboli altrui con le proprie certezze. Allegri, infatti, ha schierato il Milan della scorsa stagione, la squadra che aveva dominato il derby del 2 aprile con la sola differenza di Ibra al posto dell'eroe di quella sera (Pato dirottato inizialmente in panchina) e dopo un avvio lento e macchinoso in cui sembrava evidente la non ancora brillante condizione fisica, ha avuto la meglio sfoderando micidiali azioni in velocità e penetrando centralmente la sorpresa retroguardia nerazzurra con triagolazioni rapide o lanci lunghi in profondità. Ancora una volta Allegri si è dimostrato il vero uomo derby, vincendo la terza stracittadina su tre disputate sulla panchina rossonera e battendo, curiosamente, il terzo avversario diverso dopo Benitez e Leonardo; questa volta è toccato a Gasperini e l'allenatore rossonero è stato ancora una volta bravo a gestire una situazione non facile, perchè preparare una partita così importante, sentita e complicata con poco più tre settimane di preparazione sulle gambe non è stato semplice; essendo impossibile giocare sugli stessi ritmi per novanta minuti, bisognava solo decidere se partire piano e poi scatenarsi o schizzare via dai blocchi di partenza per poi rischiare di piantarsi e compromettere tutto; Allegri e i suoi ragazzi hanno scelto la prima soluzione, perchè uno dei capisaldi del "Maxpensiero" è che le partite possono iniziare in un modo e finire in un altro, anche e soprattutto per quanto riguarda la formazione e che i tre cambi in corso d'opera possono essere importanti come se non addirittura più delle scelte di partenza e chi subentra a partita iniziata può essere ugualmente decisivo e, infatti, anche questa volta il Milan ha saputo reagire dopo un avvio scialbo e le modifiche a partita in corso (di schemi e di uomini) di Allegri hanno fatto la differenza e deciso il risultato finale.

Derby vero e "tradizionale", nonostante l'ambientazione particolare, quello andato in scena a Pechino: nervosismo, interventi duri, accenni di rissa, polemiche e proteste, a dimostrazione che entrambe le squadre volevano vincere questo trofeo e, soprattutto, la prima stracittadina stagionale, giocata in data e sede insolite ma non per questo meno sentita; i tifosi cinesi hanno cercato di non far rimpiangere il clima di San Siro facendo un gran tifo, ma, intendiamoci, l'atmosfera dei derby "veri", quelli giocati nella loro sede naturale sono tutt'altra cosa e nessuno li può copiare e replicare tanto facilmente. Comunque ci pensano le squadre a creare il clima da derby tradizionale, sfidandosi a viso aperto, a gran ritmo nonostante la preparazione precaria e con molto agonismo. Tante conferme nel Milan, non solo nella formazione: Robinho si conferma sciagurato mangiandosi il primo gol stagionale dopo pochi minuti (e si spera che la lista di sciagure sia meno lunga di quella della scosra stagione); Gattuso si conferma "uno di noi", interpretando il derby come farebbe un ultrà: interventi rudi, cartellino giallo "guadagnato" e quello rosso "sfiorato" in soli venti minuti, al punto che a molti viene il dubbio che Ringhio rischi di andare fuori giri e non finire la partita, lasciando i compagni in inferiorità numerica; in realtà nemmeno altri rossoneri vanno per il sottile nei primi minuti (Boateng, Van Bommel e anche Seedorf e il più preso di mira è Thiago Motta), ma forse anche perchè l'Inter corre di più, sembra più fresca e vivace e i rossoneri arrivano sempre un attimo dopo sul pallone; proprio in occasione del fallo che fa rischiare a Gattuso l'espulsione arriva il gol dell'Inter: la punizione di Snejder è velenosa e indirizzata all'angolino, Abbiati ci arriva e smanaccia debolmente, ma il pallone sbatte sul palo ed entra in porta. Primo gol subito da Allegri nei derby e partita che sembra segnata e tutta in salita, perchè l'Inter continua a mantenere possesso palla e controllo del gioco. Il Milan ha bisogno di riorganizzarsi e lo fa dopo la mezz'ora, quando alza il pressing, spinge sulle fasce, comincia a ritrovare automatismi e precisione nei passaggi che inizialmente mancavano. Poco prima dell'intervallo Ibra colpisce il palo spizzando di testa un bel cross di Abate e così la partita, oltre che difficile, sembra anche stregata, ma almeno si va al riposo con la consapevolezza che l'Inter ha giocato meglio, ma il Milan ha avuto più occasioni limpide da gol (Robinho e Ibra).

Allegri non cambia formazione nell'intervallo e questo ad alcuni può sembrare un errore (Gattuso nervoso, Seedorf in versione bradipo e Robinho poco incisivo, tanto per fare qualche nome di chi meriterebbe la sostituzione), ma evidentemente ha sfruttato la pausa negli spogliatoi per catechizzare a dovere i suoi ragazzi, perchè nella ripresa si vede un altro Milan: più grinta, più rabbia, più velocità, più pressing e l'Inter, modificata da Gasperini nel modulo (più prudente) va in sofferenza e confusione. I risultati si vedono subito: Seedorf sfiora il pareggio, Ibra lo realizza al termine di una splendida azione in velocità, in cui Robinho lancia sulla destra Seedorf che vede e serve al centro dell'area piccola lo svedese che deve solo appoggiare di testa in rete da zero metri il secondo gol dell'ex dopo il rigore del novembre scorso. E non è finita, perchè il Milan sfrutta il momento positivo, Allegri inserisce Pato al posto di Robinho proprio dopo il pareggio (prima del gol doveva uscire Van Bommel per favorire un Milan a trazione anteriore) e la mossa si rivela vincente in pochi minuti: Abate lancia in profondità il Papero, che entra in area e mette in difficoltà Julio Cesar con un diagonale velenoso; la deviazione del portiere finisce sul palo e il più lesto a raggiungere il pallone è Boateng che in scivolata insacca il gol vittoria confermandosi micidiale incursore e festeggiando come sempre in modo bizzarro con una mossa di arti marziali. A questo punto Pato potrebbe diventare letale in velocità per colpire in contropiede l'Inter sbilanciata alla ricerca del pareggio, ma Allegri pensa anche a coprirsi e inserisce Ambrosini al posto di Gattuso ed Emanuelson al posto di Boateng; l'ingresso dello spauracchio Pazzini non cambia gli equilibri del finale di partita, il Milan riesce a gestire agevolmente il risultato e l'unico brivido è il gol annullato (giustamente) per fuorigioco (netto) di Eto'o in pieno recupero.

E così è il Milan a far festa e ad alzare la Supercoppa italiana, dimostrandosi superiore all'Inter in quanto più squadra: meccanismi più rodati perchè la formazione è in pratica quella che ha conquistato lo scudetto nella passata stagione; maggior voglia di vincere e rabbia agonistica soprattutto nella ripresa, una prestazione sconfortante in avvio ma molto incoraggiante dalla mezz'ora in poi. Ovviamente c'è ancora molto da lavorare (e non potrebbe essere altrimenti, visto che siamo solo al 6 agosto), ma questo era un appuntamento molto sentito e una sfida importante (e non potrebbe essere altrimenti visto che si trattava di un derby) e averlo vinto in rimonta dimostra che questo gruppo ha ancora fame di vittorie e vuole cercare di aprire un ciclo e non lasciare come trionfo isolato lo splendido scudetto dello scorso maggio. Un'altra grande soddisfazione al termine di un derby per molti versi anomalo ma che ha confermato la superiorità rossonera degli ultimi tempi; vincere un derby è sempre una grande gioia, anche se a mente fredda alla felicità si aggiunge progressivamente il rimpianto per non aver potuto vivere un'altra grande e memorabile serata a San Siro, in Curva Sud, a soffrire insieme ai ragazzi per poi poter gioire tutti insieme; ve lo immaginate un derby vinto in rimonta con gol di Ibra sotto la Nord e zampata vincente del Boa? Roba da delirio puro ed è successo davvero, ma purtroppo a 8500 Km da Milano e questo è l'unico neo di una splendida giornata.


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