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Sapessi com'è strano un derby lontano da Milano...

di Davide Bin

A meno di un mese dall'inizio della preparazione estiva è già tempo di prima partita ufficiale con in palio un trofeo "vero" (diverso, per intenderci, da Audi Cup, Trofeo TIM o Berlusconi) e non è una partita come le altre, è addirittura il derby di Milano, anche se le cervellotiche decisioni della Lega Calcio hanno privato i tifosi delle due squadre di un gustoso "antipasto" ufficiale della sfida più sentita da una città intera e hanno spostato la partita a migliaia di chilometri dall'Italia, cioè a Pechino, creando anche problemi logistici e di preparazione alle due squadre, costrette ad interrompre il normale corso degli allenamenti estivi e ad affrontare una lunga trasferta in un clima caldo e umido e con tutte le conseguenze del caso (fuso orario da smaltire, viaggi intercontinentali ecc.ecc.). In verità le due società avevano timidamente cercato tempo fa di far "ragionare" la Lega Calcio, riportando il derby nella sua sede naturale, ovvero San Siro, ma poi la prospettiva di facili guadagni garantiti da chi ha voluto la Supercoppa Italiana a Pechino almeno tre volte in cinque anni e di un ampliamento degli orizzonti commerciali ha convinto le due società a desistere e ad accettare lo spostamento di sede, anche se ciò rischia di compromettere la preparazione estiva proprio nella sua fase più importante. Inutile dire a chi l'ha vissuta più e più volte che fra poche ore non ci sarà la classica atmosfera della stracittadina: non andrà in scena il derby di Milano ma semplicemente Milan-Inter (o Inter-Milan) e non è la stessa cosa: mancheranno la magica cornice di San Siro, le coreografie delle due curve, la passione che solo i "veri" tifosi delle due squadre (non pseudo-tifosi cinesi che indossano magliette rossonere o nerazzurre) conoscono e che danno alla sfida un sapore particolare. In questi tempi si parla tanto dei mali del calcio italiano e tutti lanciano allarmi o propongono soluzioni più o meno realizzabili, prendendo sempre ad esempio ciò che succede in altre nazioni; ebbene andate a vedere se in Inghilterra o in Spagna la Supercoppa si gioca all'estero; ovviamente no, perchè forse c'è più rispetto delle proprie tradizioni e dei propri tifosi e, magari, le cose vanno meglio anche per questo motivo e gli stadi sono più pieni e non desolatamente vuoti come in Italia. La Supercoppa era nata come un gustoso antipasto del campionato che andava in scena nel week-end precedente all'inizio della serie A; poi sono arrivati patetici tentativi di farla giocare all'estero (Washington, New York, Tripoli) che non avevano avuto particolare successo per vari motivi, ma sono bastati i soldi dei cinesi a convincere tutti a ritentare la via straniera (Inter-Lazio disputata a Pechino due stagioni fa) e ora addirittura un derby di Milano deve traslocare dall'altra parte del pianeta. Forse ha ragione il comunicato della Curva Nord interista quando dice che di questo passo si arriverà a giocare l'ultima giornata di campionato negli Emirati Arabi alle 23:30 o la finale di Coppa Italia in Svezia se arrivassero soldi facili e prospettive commerciali da questi paesi; in più c'è l'aggravante del 150° dell'Unità d'Italia, sbandierato e pubblicizzato quando faceva comodo (Coppa Italia della scorsa stagione dedicata all'evento) e poi svenduto ai cinesi per qualche milione di Euro (in fondo la Supercoppa è un'appendice della stessa Coppa Italia, visto che vi partecipa la squadra vincitrice della coppa nazionale, in questo caso l'Inter); insomma il calcio italiano segue solo la logica del denaro e del business e bene hanno fatto le due tifoserie organizzate a disertare la trasferta cinese, tutt'altro che a buon mercato; forse è davvero giunto il momento di dire basta e di boicottare eventi organizzati ad uso e consumo di "tifosi" che nulla hanno a che fare con esso; basti pensare che i tifosi nerazzurri cinesi hanno aggredito e spogliato un tifoso rossonero connazionale che si era ingenuamente presentato all'allenamento dell'Inter con una maglia rossonera, ignorando che tra i veri tifosi delle due squadre vige un patto di non belligeranza in occasione dei derby che ormai da decenni contribuisce a rendere unica ed inimitabile l'atmosfera della stracittadina milanese, in cui c'è sana rivalità ma mai incidenti o tafferugli come avviene in altre piazze. Questa volta il derby varrà molto sul piano sportivo ma non ci sarà la solita cornice e le tradizioni che lo rendono ricco di fascino; anche dal punto di vista tecnico la partita rischia di essere svilita, perchè disputata da squadre che hanno meno di un mese di preparazione nelle gambe e non possono certo essere al massimo della condizione, mentre nella sua data naturale (21 agosto, una settimana prima dell'inizio del campionato) lo spettacolo sarebbe stato sicuramente migliore; aggiungiamoci il lungo viaggio, il fuso orario, il fatto che si giocherà con temperature e tasso di umidità altissimi in una città piena di smog e il quadro diventa desolante, così come è desolato ogni singolo tifoso delle due squadre che è stato privato della possibilità di "vivere" (non vedere, è un'altra cosa...) una partita che rimane un evento unico ogni volta che va in scena. Sarà anche calcio moderno e i tifosi italiani faticheranno a capire le complesse strategie di marketing e merchandising secondo le quali le squadre devono ampliare i loro orizzonti e investire risorse in altre parti del mondo (motivo per cui dalla scorsa stagione si gioca una partita di campionato alle 12:30 della domenica, prima serata in Asia...), ma intanto il calcio italiano va comunque a rotoli, svende le proprie tradizioni e non capisce che un derby esotico non è più un derby, ma un semplice Milan-Inter, accontentando i cinesi ma facendo uno sgarbo ai propri tifosi che proprio non riescono a digerire un derby giocato a 8500 Km dalla sua sede naturale.    


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