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Notte da incubo: il Napoli passeggia sulle rovine del Milan

di Davide Bin

Milan annientato e raso al suolo dal Napoli e i tifosi rossoneri piombano nuovamente nell'incubo della passata stagione, perchè questo Milan, se possibile, sembra ancor più fragile e disorientato di quello di Inzaghi. La partita dei destini incrociati fa capire che l'affare lo ha fatto il Napoli prendendo Sarri, che in primavera sembrava destinato al Milan, mentre Mihajlovic, che avrebbe potuto andare sulla panchina partenopea, non riesce assolutamente a dare un'identità e una fisionomia a una squadra in cui nulla funziona come dovrebbe. In verità Sarri aveva già dato lezioni di calcio a San Siro con il suo Empoli a metà febbraio, ma proprio perchè si trattava dell'Empoli, il Milan era riuscito a salvarsi, conquistando un punticino pur soffrendo le pene dell'inferno; ora che Sarri guida una squadra evidentemente più attrezzata e competitiva dell'Empoli, il Milan non ha avuto scampo, anche se in teoria questo avrebbe dovuto essere un Milan profondamente diverso da quello di Inzaghi e, invece, sta sprofondando esattamente se non addirittura peggio di quello della scorsa stagione. La difesa è un colabrodo che fa acqua da tutte le parti e basta una semplice triangolazione in velocità a mandarla in tilt; il centrocampo non riesce nè a costruire azioni degne di questo nome nè a garantire un adeguato filtro alla difesa e l'attacco è poco incisivo. Un quadro desolante e non bastano certo le assenze di Romagnoli e Balotelli a giustificare un simile tracollo che ha evidenziato l'abisso che divide ancora il Milan dalle squadre più forti di questo campionato e ciò dovrebbe far riflettere chi ha costruito questa rosa senza capo nè coda, ovvero incompleta in alcuni ruoli chiave (regista, trequartista tanto per fare due esempi) e ancora piena di troppi giocatori mediocri e senza personalità. A chi in settimana si è presentato a Milanello con il broncio a chiedere dove sono finiti i novanta milioni, bisognerebbe rispondere con una controdomanda, ovvero come è stato possibile spendere così tanto per avere così poco, nel senso di giocatori che non riescono a fare la differenza quando serve davvero, ovvero nei teorici scontri diretti, perchè per una squadra che ambiva (cominciamo già a usare il tempo passato e anche questo è umiliante visto che siamo solo ai primi di ottobre) a tornare in Champions League (evitiamo di parlare di altri obiettivi più prestigiosi citati in un delirio estivo presidenziale dopo aver battuto il pericolosissimo Perugia in Coppa Italia) in teoria questo era uno scontro diretto e il risultato è stato davvero avvilente per il popolo rossonero che ha urlato tutta la sua rabbia. Quando la Curva Sud ha cominciato la lunga litania di cori di contestazione, invitando i giocatori ad andare a lavorare o a tirare fuori gli attributi, è sembrato davvero di tornare indietro di qualche mese e quindi possiamo dire che per il momento tanto è cambiato (giocatori e allenatore) affinchè nulla cambiasse, visto che risultati e prestazioni sono negativi ora come allora.

San Siro discretamente pieno (circa 50000 spettatori), ma a ogni gol del Napoli si capirà che sono proprio i tifosi partenopei a contribuire in maniera decisiva a questa affluenza ormai insolita per le partite casalinghe del Milan. Per la squadra di Mihajlovic si tratta di un ulteriore esame importante dopo la brutta sconfitta di Marassi contro il Genoa e il popolo rossonero prova a dare ancora fiducia ai giocatori, sostenuti a gran voce dalla Curva Sud in una sfida sempre particolare e molto sentita. Mihajlovic rinuncia a De Jong in mediana per rilanciare Kucka, conferma Bertolacci sulla linea dei centrocampisti e Bonaventura come trequartista, sostituisce lo squalificato Romagnoli con l'altro giovane centrale Rodrigo Ely e ritrova sulla fascia sinistra Antonelli, consentendo a De Sciglio di tornare sulla destra, mentre in attacco, vista l'indisponibilità di Balotelli, torna all'antico con la coppia Bacca-Luiz Adriano. Purtroppo la partita del Milan dura solo poco più di dieci minuti: l'inizio è buono, visto che i rossoneri ci mettono impegno e decisione e provano a fare la partita, pur non riuscendo a impensierire Reina; insomma il classico avvio che fa ben sperare, perchè c'è il giusto coraggio di sfidare a viso aperto un Napoli forte e in salute, ci sono buone idee e voglia di fare, ma siccome il vero problema del Milan sta nella testa, basta il primo episodio sfavorevole a far crollare mentalmente tutta la squadra come un fragile castello di carte. Tutto nasce da un disimpegno sbagliato (e non sarà l'unico) dello sciagurato Zapata che rilancia un contropiede avversario che fa molto male, anche perchè sull'assist di Insigne per Allan, la difea rossonera è sbilanciata e mal piazzata e si fa sorprendere con troppa facilità. Il Milan riesce a restare in partita per tutto il primo tempo, provando a reagire pur senza creare grosse occasioni da gol, ma si capisce già che il Napoli è più forte e forse sta solo giocando come il gatto con il topo, aspettando l'occasione giusta per affondare il colpo decisivo e, infatti, già alla fine del primo tempo la Curva Sud comincia a chiedere maggior grinta ai giocatori rossoneri, visto che in verità è stato più il Napoli ad andare vicino al raddoppio (soprattutto con Higuain) che il Milan al pareggio (con azioni improvvisate e poco incisive).

Nella ripresa arriva il tracollo: bastano tre minuti al Napoli per trovare il raddoppio, grazie a una triangolazione Insigne-Higuain, con l'argentino nelle vesti di uomo assist e l'italiano in quelle di implacabile stoccatore che manda al tappeto il Milan, visto che la difesa rossonera ancora una volta si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè. Il Napoli domina agevolmente la partita davanti a un Milan ormai annientato e l'avvilente possesso palla scandito dagli olè dei tifosi partenopei è un coltello che gira nella ferita aperta nel cuore dei poveri tifosi rossoneri sugli spalti. Desolante vedere Montolivo provare ad alzare la testa in cerca di qualcuno che gli detti il passaggio, ma davanti a lui nessuno si muove con i tempi giusti e così il capitano rossonero viene inghiottito dal feroce pressing avversario e perde palloni sanguinosi che innescano ripartenze potenzialmente letali. La splendida punizione di Insigne certifica che anche Diego Lopez si sta adeguando alla mediocrità generale, visto che si mostra poco reattivo e si fa piegare le mani dal tiro dell'ispirato attaccante napoletano, mentre la sfortunata autorete di Rodrigo Ely è l'emblema di una squadra in confusione mentale e totalmente stordita. Inutile gettare la croce addosso al giovane difensore, perchè per lui vale lo stesso discorso fatto per Romagnoli; si tratta di ragazzi promettenti ma bisognerebbe farli crescere accanto a compagni di reparto esperti e forti e questo secondo aggettivo non si addice certo a gente come Zapata. Mentre il Milan affonda, i tifosi lo abbandonano al suo triste destino, lasciando in anticipo lo stadio e per chi resta stoicamente fino alla fine c'è l'ulteriore umiliazione di vedere i tifosi napoletani impazziti di gioia cantare e saltellare a loro piacimento nella casa del Diavolo, in una serata storica per loro e da incubo per il popolo rossonero, sempre più avvilito, disilluso e rassegnato a un'altra stagione di stenti e senza obiettivi.

Finisce male, anzi malissimo, una sfida fra una squadra sfaldata, disorganizzata e psicologicamente fragile e un'altra molto organizzata, veloce e con buoni meccanismi sia in difesa che a centrocampo; il Napoli ha corso tanto e bene, nonostante fosse reduce da un impegno di Europa League giovedì sera in Polonia, il Milan ha corso meno, è sembrato poco reattivo e determinato e ha spesso buttato palloni nel vuoto, mentre gli avversari sapevano sempre benissimo cosa fare quando erano in possesso del pallone. Differenza abissale e imbarazzante e ciò deve assolutamente far riflettere tutto l'ambiente, dalla società allo staff tecnico agli stessi giocatori. Invece di progredire si sta regredendo, invece di migliorare si sta peggiorando e anche se sembra pazzesco dirlo, quasi quasi si rimpiange il Milan di Inzaghi, che a conti fatti aveva iniziato molto meglio la sua poi disgraziata stagione. Serve davvero la tanto invocata svolta, ma è sempre più complicato risolvere problemi che si moltiplicano invece di diminuire e ora c'è da ricostruire dalle fondamenta una squadra che sembra allo sbando e allo sfascio e totalmente incapace di reagire davanti alle prime difficoltà che una partita propone. La sosta può servire a riordinare le idee, ma la brutta figura resta, perchè il Napoli ha letteralmente passeggiato sulle rovine di un Milan troppo brutto per essere vero, ma siccome è da tanti mesi che si ripete questo ritornello, forse è giunto il momento di rassegnarsi alla mediocrità di una squadra che per vari motivi non riesce più a fare il salto di qualità e tornare laddove meriterebbe di stare per storia e blasone, ma non certo per meriti e valore attuali.


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