Non si può sbagliare ancora!
Per dare un'idea della delicatezza del momento che il Milan sta vivendo, basta ricordare che l'ultima volta che abbiamo esultato a San Siro per un gol rossonero in partite ufficiali era il 13 maggio, cioè più di quattro mesi fa (anche se onestà vuole che si ricordi che c'è stata di mezzo l'estate senza impegni ufficiali) e il marcatore era Pippo Inzaghi, che nel frattempo è diventato allenatore; era il giorno in cui hanno dato l'addio al Milan lo stesso Inzaghi, Gattuso, Nesta, Seedorf, Zambrotta, Van Bommel ed è l'ultima volta che abbiamo visto Ibrahimovic con la maglia rossonera (ma allora ancora non lo sapevamo). Da quel momento commovente ed esaltante al tempo stesso, il tempo sembra essersi fermato e il Milan sembra non esistere più senza quei grandi campioni, al punto che a San Siro non ha ancora segnato nè, ovviamente, vinto; due deludenti sconfitte in campionato, uno scialbo pareggio in Champions League e il cammino in entrambe le competizioni sembra già compromesso perchè se non ci sarà una pronta ed efficace reazione, il Milan potrebbe ritrovarsi già fra pochi giorni senza più obiettivi da inseguire in questa stagione nata male, ma che non può e non deve finire peggio. C'è ancora tempo e modo per invertire la rotta, ma bisogna fare presto, a cominciare dalla sfida interna contro il Cagliari, che fino a pochi mesi fa sarebbe stata giudicata facile e scontata, ma che in queste condizioni diventa una sorta di ultima spiaggia o, comunque, una partita delicata e difficile, perchè in questo momento il Milan fatica e stenta contro chiunque. Da qualche settimana ormai si discute dei problemi del Milan, si analizzano colpe e attenuanti per allenatore, staff tecnico, giocatori e dirigenza, ma nessuno riesce a trovare la soluzione, visto che i risultati continuano a non arrivare. Si è detto più volte che la squadra sembra bloccata e sfiduciata, che manca il leader che riesca a trascinare i compagni, che l'azzeramento in un colpo solo della "vecchia guardia" ha lasciato un vuoto che non si riesce a colmare, ma ad un certo punto bisogna anche reagire a tutto ciò se ci si considera giocatori di un certo livello; se tutti ti reputano inferiore, dovrebbe scattare una molla che ti porta a voler dimostrare il contrario, invece i giocatori rossoneri si sono lasciati travolgere da questo clima di sfiducia e rendono molto al di sotto delle loro possibilità, perchè il valore della rosa del Milan, seppur indebolita rispetto al recente passato, non è quello che il campo sta mostrando in questo momento.
Allegri ha ricevuto ancora una volta la fiducia della società ed è giusto così: un allenatore che ha vinto uno scudetto ed è arrivato secondo nella stagione successiva con tutti i problemi che sappiamo, merita di giocarsi le sue possibilità almeno fino a fine stagione, anche per togliere ulteriori alibi ai giocatori, che potrebbero sfruttare la posizione traballante dell'allenatore per scaricare su di lui tutte le responsabilità degli eventuali insuccessi. Così, invece, i giocatori devono mettersi il cuore in pace e sapere che se anche non vanno d'accordo con l'allenatore non potranno mai "farlo fuori". Speriamo che poi la società mantenga la promessa e non cambi idea alla prossima sconfitta, altrimenti la figuraccia sarebbe doppia, ma il dubbio è legittimo, visto che stiamo parlando di gente che ha rinnovato il contratto a Thiago Silva per poi venderlo dopo poche settimane, quindi si può tranquillamente dire che la coerenza e la chiarezza di idee in questo momento non trovano ospitalità in Via Turati. Per uscire da questo momento difficile bisogna remare tutti nella stessa direzione: la società deve dare fiducia a tutto l'ambiente, l'allenatore deve infondere grinta e straordinaria determinazione nei suoi ragazzi; i giocatori devono metterci l'anima; i tifosi devono avere pazienza e stare vicini alla squadra. Non è facile, lo so e la tentazione è di restarsene a casa da qui all'eternità o, almeno, fino a quando il Milan non tornerà a fare il Milan, ma un tifoso si vede nel momento del bisogno e mai come in questo momento l'ambiente Milan ha bisogno di sostegno in tutte le sue componenti. La partita contro il Cagliari è il primo impegno infrasettimanale del campionato e, quindi, non ci si può certo aspettare più pubblico di quello (molto scarso numericamente) dei primi impegni casalinghi; i risultati deludenti non invitano certo a passare un serata (che fra l'altro si preannuncia piovosa) a San Siro, quindi è molto facile prevedere vuoti ancora più ampi sugli spalti e ciò mette molta tristezza, almeno quanto i risultati della squadra. Invece si tratta di una sfida importante e decisiva per il futuro, perchè se il Milan non si rialza al più presto, la crisi può solo peggiorare e non certo essere risolta e all'orizzonte, dopo questa partita, c'è l'ostica trasferta di Parma, un'altra trasferta a San Pietroburgo in Champions League e, addirittura, il derby prima della seconda sosta del campionato; impegni duri, partite complicate e se non si ritrova un po' di serenità e autostima sarà davvero difficile ottenere risultati positivi.
Con il Cagliari non sarà facile, visto che gli avversari domenica non hanno giocato per la nota vicenda dello stadio Is Arenas (anche se sicuramente avrebbero preferito farlo) e, quindi, saranno riposati e freschi; inoltre mancheranno gli squalificati Zapata e Boateng, l'eterno infortunato Pato e anche l'allenatore Allegri, pure lui squalificato; i maligni potrebbero dire che è l'occasione giusta per Tassotti per fare le prove generali da allenatore dopo tanti anni come secondo, visto che in caso di esonero di Allegri è proprio lui uno dei candidati alla successione, ma chi ha il Milan nel cuore, nonostante sia molto legato al mitico Tasso e gli auguri una luminosa carriera da allenatore, spera che questo momento sia il più lontano possibile, perchè vorrebbe dire che la squadra si è finalmente ripresa, la tanto invocata reazione c'è stata e Allegri può rimanere ben saldo al suo posto. Speriamo che ancora una volta una sfida fra Milan e Cagliari, anche se a panchine invertite, porti fortuna al tecnico toscano: al primo anno sulla panchina del Cagliari, proprio alla quinta giornata, Allegri era reduce da quattro sconfitte consecutive e sull'orlo dell'esonero; il suo Cagliari riuscì a pareggiare al Sant'Elia contro il Milan, Allegri salvò la panchina e da quel momento iniziò la riscossa, che portò la squadra sarda a fare uno dei suoi migliori campionati di questi ultimi anni; confidiamo nei corsi e ricorsi storici, anche se in questo caso un pareggio non sarebbe certo un risultato soddisfacente. Ci vuole una vittoria, magari netta e convincente, perchè vogliamo tornare, prima di tutto ad esultare per un gol e poi ad emozionarci per una vittoria, invece di uscire da San Siro sempre depressi e a testa bassa. Non si può più sbagliare, perchè la stagione entra nel vivo, il gioco si fa duro e i duri devono cominciare a giocare, quindi i giocatori del Milan devono dimostrare di meritare la maglia che indossano, scrollandosi di dosso paure ed insicurezze e mostrando quelle doti che indubbiamente hanno, ma che per il momento hanno tenuto nascoste chissà dove. E' giunta l'ora del riscatto, non deludeteci ancora!