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La macchina da gol è ripartita, il Chievo non ha scampo

di Davide Bin

Basta un tempo ad un grande Milan per archiviare la pratica Chievo e lanciare la sfida alla Juventus; impressionante prova di forza dei rossoneri, forse favorita da un atteggiamento eccessivamente molle degli avversari, ma in questi casi è sempre difficile stabilire dove finiscano i meriti di chi stravince ed inizino i demeriti di chi viene dominato, quindi godiamoci questo Milan stratosferico che ci ha fatto vivere una serata assolutamente tranquilla, con il risultato mai in bilico e sicuramente esaltante. Se alla vigilia Allegri aveva il compito di tenere alta la tensione dei suoi ragazzi dopo la sfida stellare contro il Barcellona e dare le giuste motivazioni, direi che il suo lavoro è stato pressochè perfetto, visto che il Milan ha dato la dimostrazione ideale di cosa bisogna fare per affrontare al meglio queste partite apparentemente scontate ma ricche di insidie: aggredire fin da subito l'avversario per frastornarlo, sbloccare in fretta il risultato, chiudere il prima possibile la partita e solo a risultato in cassaforte rilassarsi, risparmiare energie e cominciare a pensare ai prossimi impegni. I rossoneri hanno dovuto impegnarsi per un tempo solo, hanno asfaltato il Chievo e nella ripresa si sono limitati a controllare la situazione e mantenere il possesso palla senza forzare e ciò è importante in una stagione logorante e piena di impegni. Citazione d'obbligo per Ibrahimovic, che ha realizzato il centesimo gol in serie A, ma siccome allo svedese piace esagerare, ci ha attaccato subito il gol n°101, segnato dal dischetto a fine primo tempo; gli altri gol sono di stampo brasiliano, realizzati da Thiago Silva in avvio e da Pato (terzo centro della partita in ordine cronologico) così il Milan ha realizzato l'ennesimo poker di questo campionato, ma soprattutto, dopo essersi inceppata a Firenze, la macchina da gol dallo straordinario potenziale è ripartita nel migliore dei modi.

Allegri sostituisce gli infortunati Nesta e Abbiati con Yepes e Amelia, sceglie Van Bommel invece di Ambrosini e Pato invece di Robinho e schiera Antonini a sinistra in difesa; risolti i dubbi di formazione della vigilia, resta da vedere l'atteggiamento dei suoi ragazzi, alle prese con una partita apparentemente facile e di scarso fascino a pochi giorni dalla spettacolare partita contro il Barcellona; in questi casi il calo di tensione è sempre dietro l'angolo e c'è il rischio di sbagliare approccio, anche perchè, come facilmente prevedibile, San Siro è tristemente mezzo vuoto e non c'è certo la magica atmosfera di mercoledì; la serata è fredda e umida, c'è rischio nebbia, l'avversario non appartiene all'elite del calcio italiano e, quindi, meglio rimanere a casa al calduccio davanti alla TV; anche in curva ci sono spazi vuoti, ma la Sud prova a riscaldare l'ambiente con i suoi cori, il folklore, le bandiere e tutto ciò che può servire per incitare i ragazzi e far loro capire che anche questa partita è importante, molto importante, a maggior ragione dopo la vittoria della Juventus a Roma contro la Lazio.

Si capisce subito che il rischio di sbagliare l'approccio alla partita è pressochè nullo: Ibrahimovic colpisce la traversa dopo meno di un minuto e il Milan sembra rimasto a mercoledì, nel senso che gioca con la stessa intensità con cui ha affrontato il Barcellona, ma siccome questa volta non ha di fronte i marziani catalani ma un'onesta squadra di metà classifica del campionato italiano, la differenza si vede eccome e il Milan affonda nella difesa clivense come una lama nel burro e lo dimostra ancora Ibra in veste di uomo assist, servendo Pato in area che viene anticipato dall'uscita di Sorrentino. Thiago Silva, capitano per l'occasione, onora al meglio la fascia e sblocca la partita con un piattone rasoterra "chirurgico" che va ad insaccarsi all'angolino basso; sono passati solo otto minuti e la partita è tutta in discesa. La reazione del Chievo è blanda (Pellissier non impatta un pallone servito da Bradley davanti ad Amelia e questa, insieme a un bel tiro dello stesso Bradley, sono le due uniche eccezioni al monologo rossonero) e il Milan continua a dominare in lungo e in largo; Ibrahimovic mette da parte i tocchi di fino troppo leziosi di Firenze e decide di tornare il micidiale attaccante che tutti conoscono: sassata dal limite che si insacca sotto la traversa e finalmente si può celebrare il gol n°100 in serie A del fenomeno svedese. Il Chievo è poco aggressivo, il Milan non accenna a rallentare e chiude la partita poco dopo la mezz'ora, con Pato che ribadisce in rete facilmente (a porta spalancata) un tiro di Aquilani respinto da Luciano. E non è finita, perchè poco prima della fine del tempo arriva anche un calcio di rigore per fallo di Luciano su Pato; sul dischetto va Ibrahimovic, che piazza la palla all'angolino alto dove nemmeno Batman potrebbe arrivare e il primo tempo si chiude in modo trionfale per i rossoneri che tornano negli spogliatoi accompagnati dagli applausi convinti del popolo rossonero, mentre per i veneti è stato un autentico incubo.

Il secondo tempo si gioca perchè nel calcio non esiste la sospensione per manifesta inferiorità come nel pugilato, ma ovviamente non ha molto da dire; l'unico ancora affamato di gol è Ibra, che impiega solo pochi secondi a sfiorare il terzo gol personale; poi anche lui si placa, il Milan mantiene il possesso palla ma rallenta i ritmi e non spinge più, mostrando clemenza nei confronti di un avversario che, proseguendo il paragone con la boxe, è come un pugile frastornato dai troppi pugni presi. Allegri ha la ghiotta occasione di far riposare qualche titolare e concedere minuti in campo a chi di solito gioca meno e non se la lascia sfuggire, inserendo Emanuelson al posto di Boateng, Robinho al posto di Ibra e El Shaarawy al posto di Pato; applausi generosi per tutti, per chi esce e per chi entra, perchè questa è una serata di festa, per una vittoria arrivata senza la minima tensione, in campo e sugli spalti. La gente rimane al proprio posto per vedere se arrivano altre reti, ma la ripresa è, comprensibilmente, molto più noiosa e senza emozioni, perchè il Milan non ha alcun interesse a sprecare energie preziose e il Chievo aspetta solo il momento di tornarsene a Verona con la coda fra le gambe e prosegue fino al novantesimo la sua agonia, perchè i rossoneri non concedono nulla e rimangono concentrati. Finisce con il trionfo di un Milan stellare che riprende a marciare spedito, si accomoda al secondo posto e lancia un chiaro messaggio alla Juve e a tutta la concorrenza: strappargli lo scudetto non sarà facile, perchè quando giocano così i rossoneri sono inarrestabili, non solo per il Chievo ma anche per tutte le altre squadre e, come ipotizzato già mercoledì, la sfida contro il Barcellona, in cui il Milan ha giocato sostanzialmente alla pari con i migliori del mondo e comunque molto bene, ha dato ulteriore autostima e convinzione a tutti e i risultati si sono subito visti, come sa bene il malcapitato Chievo asfaltato senza pietà.


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