L'EuroMilan si rilancia con grande cuore
Poteva essere la partita della svolta e forse lo sarà, anche se questo lo sapremo solo più avanti, in base alle prossime prestazioni di una squadra che ha saputo giocare bene in avvio di partita, è riuscita ad ottenere un vantaggio quasi rassicurante, si è fatta raggiungere in pochi minuti a cavallo dell'intervallo, ha rischiato il crollo e la conseguente sconfitta contro un avversario che si era improvvisamente esaltato, ma ha saputo colpirlo al momento giusto e poi è riuscita a difendere il prezioso successo. Intanto è una vittoria importante per l'immediato, cioè per la classifica del girone, che vede i rossoneri dietro al Malaga, ma con tre punti di vantaggio sull'Anderlecht e quattro sullo stesso Zenit, quindi si tratta di un buon passo avanti in chiave qualificazione; potrebbe essere una vittoria importante anche per il futuro, perchè vittorie come questa ti sbloccano e ti danno entusiasmo, nonostante i patemi d'animo e le enormi sofferenze quando lo Zenit sembrava aver preso definitivamente il sopravvento. Si era detto alla vigilia che il Milan doveva recuperare da qualche parte i due punti malamente sprecati in casa nella partita contro l'Anderlecht ed è importante che ci sia riuscito subito, conquistando un successo esterno che in Champions mancava da tantissimo tempo; vincere in Europa non è facile, farlo in trasferta è ancora più complicato, quindi dopo essere stati spietati quando il Milan ha sbagliato e ci ha deluso, ora riconosciamogli i meriti di una vittoria che sarà anche stata sofferta, ma che proprio per questo, una volta smaltita l'adrenalina e la tensione, sembra ancor più bella e appagante dopo un periodo difficile. Avevo detto che questo Milan avrebbe dovuto sudarsi qualunque successo in questa stagione e la conferma è arrivata subito, perchè la squadra era partita benissimo, aveva nettamente sorpreso lo Zenit e sembrava avviata ad una facile e larga vittoria, ma poi la partita è cambiata improvvisamente, i russi hanno reagito con veemenza e il protagonista della partita è diventato Abbiati, migliore in campo per distacco e non bisogna vergognarsene, perchè quando sei con l'acqua alla gola e ti servono punti e vittorie, non bisogna fare gli schizzinosi e va bene anche portare a casa vittorie in questo modo, senza disdegnare anche l'aiuto della buona sorte (un autorete e mezza) dopo che tante volte, anche in questo avvio di stagione, aveva voltato le spalle ai rossoneri. Sull'orlo dell'ennesima sconfitta la squadra è stata brava a compattarsi e reagire, tirando fuori le residue energie psico-fisiche per segnare il gol vittoria e difenderlo in un finale in cui il tempo sembrava non passare mai e sicuramente questa è una vittoria che darà entusiasmo al gruppo in una settimana importante, perchè fra pochi giorni c'è il derby.
Allegri schiera una squadra molto offensiva, preferendo ancora una volta l'agilità di Bojan alla fisicità di Pazzini e schierandolo centravanti con alle spalle El Shaarawy, Boateng e Emanuelson; i due mediani sono De Jong, più incontrista e Montolivo, più creativo, mentre in difesa i problemi alla caviglia di De Sciglio convincono il mister a rilanciare Antonini a sinistra con Abate a destra e Bonera e Zapata centrali. Stadio pieno e ribollente d'entusiasmo nonostante i problemi dello Zenti, in difficoltà in campionato e coppa, ma ci sono anche circa trecento tifosi rossoneri che riescono a farsi sentire in alcuni frangenti e che dimostrano con i fatti e non solo a parole, che questa squadra non viene mai lasciata sola, ora più che mai, visto che è in difficoltà e i veri tifosi si vedono nel momento del bisogno.
Il Milan parte molto bene, dominando l'inizio di partita, giocando a buon ritmo e pressando con i tempi giusti e lo Zenit va immediatamente in difficoltà; la logica conseguenza di questa netta superiorità è il gol del vantaggio, realizzato da Emanuelson che si procura e trasforma in rete una punizione dal limite, anche se è evidente la netta e decisiva deviazione di Shirokov. L'olandese, poco dopo, ha addirittura l'occasione per raddoppiare ma la sua scivolata non riesce a deviare in modo vincente l'assist di Antonini. Poco male, perchè il raddoppio arriva di lì a poco: El Shaarawy riceve l'assist di Boateng e sforna un'altra magia, con dribbling spettacolare e rasoterra imprendibile; tutto molto bello ed ennesima conferma che questo ragazzo è davvero in stato di grazia. Lo Zenit sembra al tappeto e la partita tutta in discesa per i rossoneri, che potrebbero amministrare con calma ed intelligenza, senza soffrire troppo e cercando di chiudere definitivamente la partita ma non lo fanno, si bloccano, arretrano un po' troppo e consentono allo Zenit di rientrare in partita, prima con le occasioni, poi con i gol. La seconda metà del tempo è un'autentica sofferenza, perchè i russi stanno meglio fisicamente, sono più potenti e percuotono la difesa rossonera che, si sa, non è certo impenetrabile, ma per fortuna sale in cattedra Abbiati che sfodera almeno sei parate, alcune delle quali miracolose e tutte decisive per bloccare altrettanti tiri degli scatenati attaccanti dello Zenit, fra i quali il più pericoloso è Hulk. La rete, però, arriva comunque (segnata da Hulk lasciato troppo libero da una difesa piazzata male) e nel momento peggiore, cioè nei secondi finali della prima frazione, cosa che esalta i russi e mette pressione sui rossoneri proprio nell'intervallo, quando sarebbe stato molto importante riuscire e rientrare negli spogliatoi con il doppio vantaggio, invece che con la sensazione di sentire il fiato degli avversari sul collo.
Ovviamente l'avvio di ripresa è condizionato proprio dal gol subito a pochi secondi dall'intervallo e in soli quattro minuti lo Zenit raggiunge i rossoneri e completa la rimonta, sfruttando un calcio d'angolo e le solite amnesie difensive del Milan in queste situazioni: i difensori sono imbambolati, Abbiati esce in modo insicuro su un pallone che sorvola l'area piccola (notoriamente terra di conquista dei portieri) e raggiunge Shirkov che infila in rete di testa. Tutto da rifare e ora l'inerzia della partita è cambiata totalmente: lo Zenit, incitato dal suo pubblico, carica a testa bassa, il Milan barcolla e sembra sul punto di crollare subendo una clamorosa e stordente rimonta. Allegri inserisce Pazzini al posto di Bojan, sia per dare più peso all'attacco e provare a tenere il pallone lontano dall'area rossonera, sia per dare una mano in difesa in occasione dei calci d'angolo, tanti e tutti pericolosi al punto da creare una sorta di psicosi fra i giocatori e anche fra i tifosi, che tremano ogni volta che vedono partire un cross dalla bandierina. Boateng sfiora il gol con un colpo di testa in tuffo, ma è un episodio estemporaneo all'interno di una fase della partita in cui sono i russi a dominare e il Milan è costretto a difendersi. Allegri ha bisogno di grinta e concretezza e inserisce Nocerino al posto di Emanuelson; in effetti il Milan si compatta, comincia a coprirsi meglio e si ripropone con più continuità nella metà campo avversaria e arriva anche il gol del vantaggio: Montolivo mette al centro un traversone basso sul quale si avventano contemporaneamente Pazzini e Hobocan; l'ultimo tocco, quello decisivo sembra di quest ultimo, ma l'importante non è chi l'ha buttata dentro, bensì che la palla sia entrata e che un Milan in netta difficoltà sia riuscito a riportarsi in vantaggio. A questo punto Allegri dimostra di aver capito che a volte serve anche essere un po' "provinciali" per portare a casa punti e vittorie fondamentali e, quindi, alza le barricate, espone la bandiera con il teschio e manda in campo il "pirata" Yepes al posto di Boateng, per l'ultimo quarto d'ora di lotta con il coltello fra i denti. Ma il vero eroe è ancora Abbiati, che compie una parata "mostruosa" deviando in angolo non si sa come un violento tiro di Anyukov che tutti avevano già visto in rete. Grandi brividi, enorme sofferenza, cronometro che sembra essersi bloccato visto che un minuto sembra durare tre minuti, ma alla fine il triplice fischio mette fine ai tormenti e scatena l'esultanza in campo e dovunque batta un cuore rossonero, perchè questa è una vittoria davvero fondamentale.
Il Milan bello e spettacolare è durato solo un quarto d'ora e poco più, la sofferenza, invece, molto di più: i rossoneri hanno rischiato di buttare via una partita già vinta e hanno vinto quando stavano rischiando di perdere; il calcio a volte è strano e contraddittorio, ma, in fondo, è bello proprio per questo: un pizzico di fortuna, un grandissimo portiere che ha sfoderato parate numerose e decisive, tanto cuore, voglia di lottare e soffrire, prestazione da vera squadra in cui tutti i compagni si aiutano e si sostengono. Non è stata la partita perfetta, ma è stata una vittoria perfetta per rilanciarsi e ritrovare serenità e convinzione, anche se tutti quegli sbandamenti difensivi devono far riflettere; davanti le cose vanno abbastanza bene e il Milan segna con buona regolarità, soprattutto ora che ha trovato un attaccante davvero ispirato, il Faraone, ma dietro si balla troppo e bisogna far qualcosa, magari scegliendo una linea difensiva e confermandola per più partite, mentre Allegri ha schierato otto difese diverse in altrettante partite. Non tutti i problemi sono risolti e la fase della partita in cui lo Zenit ha dominato il Milan lo conferma in modo impietoso, ma aver portato a casa i tre punti in queste condizioni è un grande merito e conferma che questa squadra ora sa lottare, riesce a metterci grinta, determinazione e cuore, proprio quello che abbiamo sempre chiesto a questi ragazzi e averlo finalmente visto in campo è ancora più importante della pur importante vittoria, perchè dalla Russia torna una squadra con il sorriso che ha capito che con queste doti si può ancora sperare di fare una buona stagione.