Inizia il ciclo terribile
Primo giorno di febbraio, prima sfida da brividi e non solo per il gelo che sta investendo l'Italia: il Milan era consapevole di essere all'inizio di un periodo complicato e il momento della verità è arrivato; la squadra deve farsi trovare pronta, perchè nei prossimi venticinque giorni, ovvero fino alla sfida di campionato contro la Juventus, il calendario propone una serie di partite ostiche e complicate, ma, soprattutto, decisive in ogni competizione. Ce n'è per tutti i gusti: sfide contro quattro delle prime sette in classifica in campionato, andata della semifinale di Coppa Italia (avversaria la Juventus), andata degli ottavi di finale di Champions League (contro l'Arsenal) e, quindi, quando il mese di febbraio lascerà il posto a marzo, forse ne sapremo di più sul destino dei rossoneri in questa stagione e, soprattutto, in campionato e questa serie di partite costituirà una svolta, in positivo o in negativo, cioè sapremo con più chiarezza se anche questa volta il Milan può lottare fino alla fine per lo scudetto con buone possibilità di riconquistarlo. Ovviamente bisogna andare con ordine e affrontare tutte le partite con la massima concentrazione senza lasciarsi distrarre da quella seguente, altrimenti c'è il rischio di perdere il filo e di combinare un disastro; sarà fondamentale assimilare bene la mentalità di Allegri, che dice sempre che la prima partita da affrontare è sempre la più importante e decisiva della stagione, con tanto di valide argomentazioni a supporto dell'affermazione, quindi è vietato pensare a Napoli o Udinese o Juventus o Arsenal e la parola d'ordine è cercare di vincere a Roma contro la Lazio senza pensare a cosa verrà dopo, perchè il rinvio di Parma-Juventus dà la possibilità al Milan di raggiungere, seppur solo temporaneamente, il primo posto in classifica, cosa comunque importante, anche se "virtuale" e in una classifica fatalmente incompleta. Si rinnova a pochi giorni di distanza la sfida già andata in scena giovedì scorso per i quarti di finale di Coppa Italia, gara secca ad eliminazione diretta che i rossoneri hanno vinto nettamente in rimonta con sprazzi di gioco spettacolare, ma quel successo non deve ingannare, perchè competizione, scenario e formazione dell'avversario saranno diversi e non ci si può distrarre. La Lazio è quarta in classifica, sta disputando un ottimo campionato, ha già bloccato i rossoneri sul pareggio a San Siro a settembre nella prima partita di serie A (la prima giornata era stata rinviata per lo sciopero dei calciatori), ha una squadra in grado di creare problemi e grattacapi ai rossoneri ed è reduce dal netto successo di Verona che ha dato entusiasmo ai giocatori di Reja dopo un periodo difficile con qualche sconfitta. Volendo fare una battuta, l'aspetto positivo è che questa volta non ci sarà Cissè, ceduto dai biancocelesti al Qpr, perchè l'ormai ex giocatore della Lazio ha segnato solo due gol in questa sua breve avventura italiana ed entrambi ai rossoneri, quindi è un sollievo sapere che non li affronterà ancora.
Il Milan è ancora in emergenza per i tanti infortuni, soprattutto a centrocampo, ma, derby a parte, viene da una lunga serie di risultati positivi in ogni competizione e non vuole certo fermarsi ora che il gioco si fa duro e inizia un periodo importante, per non dire decisivo. Come successo nella scorsa stagione, la società ha cercato di puntellare la rosa con interventi sul mercato di gennaio e Allegri ha ringraziato dicendo di essere un allenatore fortunato; in effetti, anche se non è arrivato Tevez, ci sono innesti importanti nel gruppo, soprattutto in questo momento di emergenza e lo dimostra Mesbah, che ha già giocato due partite da titolare e si è rivelato prezioso. A volte non è necessario andare sempre e comunque a caccia di campioni già affermati, ma bastano buoni giocatori che sappiano dare un contributo importante e che non creino problemi quando la rosa tornerà al completo e cominceranno i problemi di abbondanza. La formazione in campo all'Olimpico non dovrebbe discostarsi molto da quella che ha battuto nettamente il Cagliari domenica sera, ma è chiaro che con tante partite difficili e ravvicinate c'è anche la tentazione di fare un po' di turn-over, almeno per quanto è possibile, visti i tanti infortuni; tutti si aspettano che Allegri si decida finalmente a varare un fantastico tridente offensivo (Ibra, El Shaarawy e Robinho), ma dubito che l'allenatore abbia voglia di cambiare sistema di gioco e schema iniziale proprio in concomitanza di un ciclo di partite decisive, anche perchè è pur vero che il Milan ha grandi attaccanti e tutti meriterebbero di giocare, ma di fatto la squadra è una vera e propria "cooperativa del gol" alla quale si è iscritto proprio domenica scorsa anche capitan Ambrosini (alla prima rete stagionale) e che ha in Nocerino l'emblema del gioco di Allegri, in cui non bisogna essere necessariamente attaccanti per segnare tanto, perchè sono altrettanto importanti gli inserimenti e i gol dei centrocampisti. Nocerino ha eguagliato dopo una quarantina di anni il record di Benetti (7 reti realizzate da un mediano rossonero in campionato) e, visto che siamo solo alla seconda giornata del girone di ritorno, è fin troppo facile prevedere che il record verrà prima o poi battuto (spero di non portare sfortuna a Nocerino...), visto che il centrocampista rossonero non vuole smettere di stupire con la sua altissima media realizzativa. E' lui il miglior marcatore rossonero dopo Ibrahimovic, è lui che compone con il campione svedese una strana coppia di gemelli del gol, è lui il simbolo del Milan di Allegri, in cui gli attaccanti devono segnare ma anche svariare su tutto il fronte d'attacco per favorire gli inserimenti dei centrocampisti e il secondo gol segnato al Cagliari è l'esempio migliore. Ovviamente per il Noce niente riposo (anche perchè sarà squalificato in Coppa Italia) e dovrebbe essere confermato anche Emanuelson sulla destra, vista la buona prestazione contro il Cagliari; l'olandese sembra finalmente ambientato e a suo agio negli schemi rossoneri e può essere un jolly prezioso da impiegare in più ruoli, mentre fino a poco tempo fa sembrava l'ennesimo flop, a dimostrazione che a volte bisogna avere pazienza prima di giudicare un giocatore, soprattutto se proveniente da nazioni diverse e se abituati ad un tipo di calcio differente. Resta da stabilire se il centrocampista centrale sarà Van Bommel o Ambrosini, se a sinistra in difesa verrà confermato Mesbah (alla terza partita in sette giorni) o se troverà posto uno fra Antonini e Zambrotta, mentre al centro della retroguardia è sicuro il rientro di Thiago Silva dopo il riposo prudenziale di domenica scorsa, ma non si sa se il suo partner sarà Nesta o Mexes, entrambi molto affidabili. La vera certezza di formazione è, ovviamente, la presenza di Ibrahimovic, giocatore in stato di grazia e che sta segnando a ritmi impressionanti anche se negli ultimi tempi gioca spesso un po' arretrato e non da vero centravanti; a volte sembra che il Milan abbia un nuovo Pirlo più avanzato di venti-trenta metri, ovvero un regista che i compagni cercano costantemente con pasaggi o lanci lunghi e che ha il compito di inventare le azioni offensive con sponde, assist o iniziative personali; un giocatore assolutamente decisivo e nessuno in questo momento vuole anche minimamente pensare ad una sua eventuale assenza, che sarebbe grave ed insostituibile, perchè nessun altro giocatore ha un tale impatto sui destini di una squadra. Sarà lui a dover guidare il Milan in questo periodo difficile e decisivo e sicuramente lui non si tirerà indietro, perchè le responsabilità certamente non lo spaventano, anzi gli danno ancor più motivazioni, perchè Ibra è un vincente e vuole dimostrarlo anche e soprattutto nelle partite più importanti, quelle in cui in passato ha spesso deluso e nei prossimi venticinque giorni ha solo l'imbarazzo della scelta per contribuire a dare una svolta positiva alla stagione del Milan.