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Incubo Berardi e fatal Sassuolo

di Davide Bin

Come non detto; il Milan non riesce proprio ad avere continuità in questo campionato disgraziato e, quindi, dopo la positiva, sorprendente e promettente vittoria contro la Roma, torna immediatamente alla mediocrità che ha contraddistinto quasi tutta la seconda parte di stagione (quella dopo la sosta natalizia per intenderci) e perde a Reggio Emilia contro un Sassuolo già salvo, con le stesse motivazioni minime dei rossoneri, ma evidentemente più carico e voglioso di ottenere un risultato di prestigio. Dispiace dire che alla vigilia ero stato buon profeta, ipotizzando che il Milan potesse faticare a replicare la buona prestazione contro la Roma proprio a causa della mancanza di stimoli e motivazioni, che giocando contro la seconda in classifica vengono più facilmente, mentre affrontando una cosiddetta provinciale possono venire a mancare. In effetti l'approccio dei rossoneri alla partita è stato a dir poco sconfortante, visto che non c'è stato un tiro in porta per mezz'ora abbondante e la squadra di Inzaghi si è svegliata solo dopo aver preso due ceffoni, aiutata dalla fortuna, dalla casualità (e dalla bravura di Bonaventura) che hanno permesso di trovare il gol al primo vero tentativo. La rimonta completata da Alex nella ripresa è stata vanificata dall'ingenua espulsione di Bonaventura e dal terzo gol preso ad opera dello scatenato Berardi, che quando vede Milan si trasforma in supereroe, visto che al Mapei Stadium ha segnato addirittura sette reti in due partite, ovvero tutti i gol che hanno condannato alla sconfitta il Milan di Allegri nel gennaio 2014 e quello di Inzaghi ora. Chiamiamolo pure incubo Berardi, ma parliamo anche di fatal Sassuolo, visto che il Milan ha perso ben tre delle quattro partite giocate in due campionati contro i neroverdi e visto che si tratta della dodicesima sconfitta in campionato in trentasei partite (cioè un terzo delle sfide giocate sono state perse), ciò dà l'idea di quanto sia stata negativa la stagione dei rossoneri, apparsi anche troppo nervosi (due espulsi e quattro ammoniti) e troppo inclini alla protesta nei confronti del direttori di gara, a conferma che il problema è anche e soprattutto di testa.

Inzaghi conferma mediana e tridente della sfida contro la Roma e non fa altrettanto in difesa perchè non è disponibile Antonelli e, non essendo disponibile un terzino di ruolo, la scelta ricade sull'esperto Bonera, che indossa anche la fascia di capitano. A Reggio Emilia fa caldo e viene da chiedersi perchè si sia deciso di giocare a metà maggio alle 12:30 in una città dell'afosa Pianura Padana, quando magari poi si gioca in notturna nelle stessa città in pieno inverno, quando c'è il rischio nebbia; misteri e pazzie del calcio moderno, in cui anticipi e posticipi, soprattutto se non obbligati da esigenze dettate da altri impegni, vengono decisi senza criterio e rispetto per giocatori e spettatori allo stadio, pensando solo ed esclusivamente alla esigenze televisive. La curva del Sassuolo si esibisce in una coreografia da grande sfida per festeggiare l'aritmetica salvezza raggiunta la settimana precedente, mentre nel settore ospiti c'è poca gente e mancano gli ultras della Curva Sud, che proseguono la loro protesta nei confronti di società, proprietà e squadra.

Dopo le promesse fatte durante la settimana riguardo alla volontà di dare continuità alla bella prestazione e alla vittoria contro la Roma, l'avvio di partita contro il Sassuolo getta nuovamente nello sconforto il popolo rossonero: Milan molle e svagato, che non crea gioco e men che meno occasioni e al Sassuolo basta il minimo sindacale per mettere in difficoltà i rossoneri e portarsi in vantaggio. Berardi non trova opposizione e può calciare da una trentina di metri un pallone che sembra innocuo, ma la svagatezza dei rossoneri è testimoniata proprio dal solitamente concentratissimo e abilissimo Diego Lopez, che questa volta commette una papera, non trattenendo il pallone e recuperandolo appena prima che varchi completamente la linea di porta; l'arbitro addizionale non è d'accordo e assegna il gol, scatenando le proteste dei rossoneri e l'incredulità dello stesso Diego Lopez, convinto di aver evitato la rete in extremis. Nel nulla assoluto del Milan è il Sassuolo a vivacizzare la sfida con il gol del raddoppio appena dopo la mezz'ora: Missiroli lancia Berardi che scatta sul filo del fuorigioco (forse anche oltre...), si invola senza trovare opposizione e fulmina d'esterno Diego Lopez che arretra verso la porta invece di uscirgli incontro. Le due sberle risvegliano il Milan dal torpore e, finalmente, dopo più di mezz'ora di nulla arriva la prodezza di Bonaventura, che si incunea nella difesa emiliana partendo dalla fascia e batte Consigli con una puntata "da calcetto". Bel gol, ma ancora una volta è frutto di un'azione personale del singolo e non di gioco corale; ora il Milan ci crede e sfiora il pareggio con un bel tiro dalla distanza del positivo Honda che costringe alla difficoltosa respinta Consigli e sulla quale Destro manca il tap-in di testa.

Un problema fisico di Abate convince Inzaghi a varare un Milan a trazione anteriore: entra Suso che va a fare il terzo trequartista dietro al centravanti Destro; centrocampo olandese a due e Poli arretrato sulla linea dei difensori; 4-2-3-1 per cercare la rimonta e la mossa sembra funzionare, visto che dopo pochi minuti un cross di Suso viene sfruttato al meglio da Alex, che anticipa l'incerta uscita di Consigli e svetta a siglare il pareggio. Ora il Milan ci crede davvero e vive il suo miglior momento della partita, ma a rovinare tutto arriva l'espulsione di Bonaventura, che non contento del banale giallo rimediato per proteste nel primo tempo, si fa cacciare per un ingenuo fallo di mano a metà campo che per regolamento va punito con l'ammonizione. Il Milan in dieci ricomincia a soffrire e per Diego Lopez arriva lavoro da compiere e l'occasione per il riscatto dopo la papera del primo tempo: prima vola a deviare in angolo una conclusione dalla distanza di Sansone, poi compie un'autentico miracolo riuscendo a intercettare il tentativo di Berardi da pochi passi; sembrava gol già fatto, dopo l'ennesima dormita della difesa rossonera, invece il Milan si salva grazie a un'altra prodezza del portiere spagnolo, ma la capitolazione è solo rinviata di qualche minuto, visto che la difesa rossonera è sempre molto svagata e allegra, consente al Sassuolo di costruire un'altra azione pericolosa e Berardi realizza la tripletta bruciando un davvero poco reattivo Bonera. Inzaghi, che aveva già mandato in campo Pazzini al posto di Destro, prova anche la carta El Shaarawy, in campo dopo quattro mesi al posto di Honda. C'è lavoro per l'arbitro Guida, che dopo aver ammonito per simulazione Honda, non vede un fallo di De Jong in area sul solito Berardi, ma nemmeno uno nell'altra area su El Shaarawy e poi, in pieno recupero, espelle Suso per un intervento con piede a martello sull'avversario; fallo vistoso più che cattivo, ma purtroppo da regolamento ci sta e, più che altro, stupisce che il Milan sia ora la squadra con più espulsi di tutto il campionato, a dimostrazione che la carica e la cattiveria agonistica che Inzaghi voleva infondere ai suoi giocatori sono state più negative che altro, visto che si sono trasformate in eccessiva foga e in inutili proteste, che costano cartellini "pesanti" e anche su questo bisogna riflettere valutando il lavoro di Pippo, che forse ha esagerato nell'insegnare ai suoi ragazzi a protestare come faceva lui molto spesso o, forse, colpevolmente i suoi giocatori hanno imparato solo quello e non altre cose ben più importanti per vincere le partite. 

Il Milan finisce sconfitto e in nove contro un Sassuolo che è sembrato più squadra, che ha avuto più personalità e carattere e ha vinto con merito, al di là di episodi un po' dubbi come i primi due gol. La quarta sconfitta nelle ultime sei partite del Milan quasi non fa più notizia, così come il fatto che una squadra teoricamente inferiore dal punto di vista tecnico abbia giocato meglio dei rossoneri, cosa che Inzaghi aveva promesso non sarebbe mai accaduta e, invece, è diventata una costante della stagione. La vittoria contro la Roma è stata l'ennesima illusione, alla quale sono seguite altre false promesse mai mantenute da una squadra che ha mostrato le solite lacune del collettivo, aggravate da errori individuali e di reparto, soprattutto di una difesa apparsa nuovamente un colabrodo e sulla quale gli attaccanti neroverdi, in particolare Berardi, hanno infierito a loro piacimento. Con questa sconfitta arriva l'aritmetica certezza dell'esclusione dall'Europa League e ciò alimenta rimorsi e rimpianti, perchè sarebbe bastato un rendimento leggermente migliore per rimanere in corsa almeno per l'obiettivo minimo fino alla fine in un campionato in cui molte squadre hanno viaggiato con il freno a mano tirato, visto che un Milan impresentabile e che ha perso un terzo delle partite giocate era teoricamente ancora in corsa alla terz'ultima giornata (anche se non ci credeva più nessuno). La Via Crucis rossonera si allunga con un'altra stazione dolorosa e davvero ora i tifosi del Milan non vedono l'ora che l'agonia finisca, anche se per il momento il futuro non è poi molto rassicurante e di certezze ce ne sono davvero poche...


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