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Il tormento e l'estasi per questo folle Milan a due volti

di Davide Bin

Ora chiametelo pure "pazzo Milan" e scomodate tutti i paragoni con i vari Dr Jekyll e Mr. Hide per tentare di spiegare una partita incredibile e la metamorfosi di una squadra inesistente nel primo tempo e travolgente nella ripresa; in fondo, però, non è poi tanto difficile capire ciò che è successo e, soprattutto, perchè è successo: si è trattato del classico black out, di un corto circuito mentale che ha spento l'intera squadra rossonera per un tempo; difesa imbambolata, centrocampo impalpabile, attacco non pervenuto; in questi casi o si affonda definitivamente o si reagisce, ma serve una scintilla che riaccenda il motore che è rimasto spento e questa scintilla si chiama Boateng; il ghanese è entrato nella ripresa carico come una molla e in pochi minuti ha ribaltato tutto; di solito si dice che ha "spaccato" la partita, ma in verità l'ha distrutta, l'ha annientata, perchè raramante si è visto un giocatore avere un impatto tale su una sfida, con una fantastica tripletta che ha rimesso in piedi il Milan, prima che Yepes completasse l'opera. Ci sono giornate che rappresentano una svolta nei campionati o in intere stagioni e, indipendentemente da come finirà questo campionato, Lecce-Milan è una vera svolta in positivo per i rossoneri, curiosamente sempre in Puglia come un anno fa a Bari, quando nacque il Milan dei mediani che andò a vincere lo scudetto dopo un inizio difficile. Questa volta a Lecce è nato il BoaMilan, perchè Prince ha dimostrato di essere uno degli elementi più importanti e decisivi di questa squadra e, insieme al pallone della partita regalatogli per la tripletta realizzata, si porta a Milano la fantastica sensazione di aver scritto una delle pagine più esaltanti della storia recente del Milan. Eh sì, perchè una semplice vittoria a Lecce sarebbe stata normale amministrazione, un successo 4-3 subendo tre reti dopo essersi trovati in vantaggio per 4-0 avrebbe fatto storcere il naso, invece questa sensazionale rimonta ha mandato in paradiso il popolo rossonero, dopo una rapida ed inattesa discesa all'inferno nei primi quarantacinque minuti, quasi si trattasse di una riedizione calcistica della Divina Commedia e sicuramente questa partita entrerà nell'elenco delle grandi rimonte rossonere e darà grande entusiasmo a tutto l'ambiente, molto più di una "semplice" vittoria sul campo di una provinciale.

Ovviamente la magnifica ripresa non deve far dimenticare l'inguardabile primo tempo, perchè per realizzare una rimonta storica ed esaltante bisogna prima essersi trovati sull'orlo del baratro e il Milan dei primi quarantacinque minuti è stato pessimo; si potrà discutere all'infinito sulle scelte iniziali di Allegri, che con il senno di poi si possono definire sbagliate: il mister ha lasciato a riposo Aquilani e rilanciato capitan Ambrosini e ha escluso Boateng preferendogli Robinho; inoltre ha inserito Yepes al posto dell'ancora indisponibile Thiago Silva e il Milan ha cominciato ad affondare proprio per un errore in marcatura del colombiano, che però poi si è fatto perdonare con il gol del successo (il primo con la maglia rossonera). Alla vigilia si era parlato dei rischi che il Milan avrebbe corso se non avesse avuto il giusto approccio alla partita, ma i rossoneri sono andati oltre le più infauste previsioni e, in pratica, è come se non fossero proprio scesi in campo; per rendere onore alle divise bianche che indossavano, si sono comportati da perfetti fantasmi che vagavano per il campo senza azzeccarne una, mentre gli assatanati giocatori leccesi li travolgevano e sembravano imprendibili. Facile aggrapparsi all'alibi dell'orario, visto che il Milan aveva giocato sempre di sera e si ritrovava a disputare una partita all'ora di pranzo, mentre per il Lecce il disagio era minore, avendo giocato più spesso alle 15, orario più vicino a quello insolito di questa partita; più onesto e realistico pensare ad un calo di tensione che ha paralizzato la squadra e ammettere che è stato bravo Allegri a toccare le corde giuste negli spogliatoi, dimostrando di credere ancora nella rimonta e nel riscatto dei suoi ragazzi, invece di deprimerli ulteriormente con le classiche frasi che si usano in queste occasioni, tipo: "Dovrei cambiarvi tutti ma ho solo tre sostituzioni a disposizione, quindi molti di voi torneranno in campo solo per questo motivo". In fondo Allegri è un maestro delle soste, cioè è bravissimo a sfruttare le pause per gli impegni delle nazionali quando c'è da rivitalizzare la squadra in difficoltà e l'intervallo di una partita non è altro che una mini-sosta da sfruttare per cambiare l'inerzia di un incontro rimanendo calmi, senza fare scenate e cercando di essere sereni e costruttivi anche e soprattutto nei momenti difficili. E' capitato spesso che il Milan regalasse i primi tempi agli avversari per poi riscattarsi nella ripresa e questa partita è stata l'apoteosi di tale comportamento, perchè è rarissimo riuscire a ribaltare uno svantaggio di tre gol, ma fortunatamente il Milan ce l'ha fatta.

Partita pazza e stranissima, giocata in un orario insolito e in uno stadio con molti vuoti, a conferma che c'è un reale problema nel calcio italiano per quanto riguarda il pubblico negli stadi, perchè se una società come il Lecce non riesce ad avere il tutto esaurito nemmeno quando ospita i campioni d'Italia (e calcolando anche che in Puglia ci sono tantissimi tifosi rossoneri), cosa che in passato sarebbe stata scontata, vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va. Peccato perchè mai come questa volta gli assenti hanno avuto torto, perdendosi una partita spettacolare e ricca di emozioni; il Milan va subito sotto per una classica amnesia difensiva su palla inattiva (gol di Giacomazzi che fa fare una figuraccia ad Yepes), poi ci si mette anche l'arbitro (in giornata pessima) ad infierire, visto che il calcio d'angolo dal quale scaturisce il rigore non c'è e anche il fallo di Abbiati su Corvia sembra inesistente o, comunque, molto ingigantito dall'attaccante; sul dischetto va Oddo e realizza il classico gol dell'ex che aggiunge amarezza ad amarezza; e non è finita, perchè il Milan rischia di subire altre reti e, in effetti, una la subisce in modo rocambolesco, perchè Grossmuller sarebbe in fuorigioco ma riceve palla da Antonini e, quindi, anche la sfortuna ci mette lo zampino. Così al riposo va un Milan che ha subito tre reti ma avrebbe potuto prenderne altrettante, che ha tirato in porta una sola volta con Nocerino e che sembra non avere scampo contro un avversario scatenato e galvanizzato.

Invece i rossoneri si ripresentano in campo con Boateng e Aquilani al posto di Robinho e Ambrosini e il Boa ha un impatto tremendo sulla partita, in pochi minuti conclude due volte pericolosamente verso la porta (miracolo di Benassi e tiro fuori di poco) e realizza il gol della speranza, che cambia totalmente l'inerzia della partita; il Milan prende coraggio, il Lecce si spaventa, arretra il baricentro, non riesce più a pressare e favorisce l'assalto dei rossoneri. Boateng realizza il secondo gol con un tiro meraviglioso, poi cala il tris con il gol meno bello ma più importante, quello che completa la rimonta. Il Milan ora è più tranquillo e riprende fiato dopo una ventina di minuti giocati in apnea, ma ormai ha la partita in mano, sfiora ripetutamente il vantaggio e lo realizza quando Cassano estrae dal cilindro un magico assist per Yepes che di testa realizza il gol che manda definitivamente in delirio i tifosi rossoneri, costretti a darsi dei pizzicotti per capire se si tratta di un sogno o se è tutto vero. Una grande gioia in un giorno triste per lo sport italiano, una partita folle che sarebbe tanto piaciuta a quel mattacchione di Simoncelli, un campione che non c'è più e che è stato ricordato con un minuto di silenzio; il Sic era un grande tifoso rossonero, era amico di Abbiati e Ambrosini e sarebbe dovuto andare in settimana a Milanello ma il destino aveva in serbo qualcosa di terribile per lui e quegli sguardi verso il cielo di molti giocatori rossoneri nei momenti decisivi dell'incontro erano sicuramente dedicati a lui, che da lassù avrà gradito questa folle vittoria.

E così, finalmente scesi dall'ottovolante delle emozioni, rimane la grande soddisfazione per aver assistito ad un evento speciale, perchè non capita tutti i giorni di riuscire a rimontare tre gol di svantaggio e vincere una partita che sembrava irrimediabilmente persa. La storia del calcio è piena di espisodi simili, anche in occasioni più importanti e il Milan, ahimè, lo sa bene (Istanbul docet) e in fondo questa partita, pur molto meno importante, ricorda un pò quella tragica finale a parti invertite, questa volta il Milan ha realizzato e non subito la rimonta e ha dimostrato di essere una squadra capace di tutto, nel bene e nel male. Ora, finalmente, il tabù Lecce è sfatato e le immagini del gol di Josè Mari segnato il 5 gennaio 2002 possono andare definitivamente in archivio e non essere più riproposte ogni volta che il Milan gioca al Via del Mare. Adesso l'obiettivo è quello di cercare di eliminare definitivamente black out e cali di tensione, perchè non sempre si può sperare di realizzare rimonte del genere e c'è bisogno di altre vittorie e altri punti per alimentare la classifica, ma intanto godiamoci questa incredibile vittoria che alla fine della giornata acquista ancor più valore: i rossoneri hanno superato con un sol balzo ben sei squadre, hanno agganciato il Napoli e si sono avvicinati alla Juve e stiamo parlando delle due squadre che negli scontri diretti erano sembrate nettamente superiori al Milan e invece sono lì vicine a questo pazzo e folle Milan capace di farci disperare e poi delirare in soli novanta minuti, in una partita che non dimenticheremo tanto facilmente e in cui abbiamo vissuto un primo tempo di tormenti e una ripresa in estasi, per colpa (o per merito a seconda dei punti di vista) di un Milan a due volti, uno tragico, l'altro tremendamente esaltante.    


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