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Il Milan s'illude, poi rimane deluso

di Davide Bin

Una delle tante leggi "non scritte" del calcio (tipo "gol sbagliato, gol subito") dice che se non chiudi una partita quando ne hai la possibilità e sei già in vantaggio, sicuramente subisci la beffa e la vittoria ti sfugge di mano; al Tardini di Parma al Milan è successo proprio questo, perchè i rossoneri erano riusciti a sbloccare il risultato nella ripresa, sull'onda dell'entusiasmo hanno avuto almeno tre occasioni per il 2-0 che avrebbe definitivamente spento le velleità di rimonta degli emiliani, ma le hanno fallite e inesorabilmente e spietatamente, è arrivata la punizione...su punizione, cioè il Milan è stato punito per i suoi errori su un calcio piazzato che Galloppa ha trasformato in gol. Peccato perchè la squadra di Allegri ha mostrato progressi sul piano del gioco e della personalità, ha fatto la partita su un campo non facile, ha costruito più occasioni degli avversari e avrebbe meritato la vittoria; sicuramente è stata l'esibizione più bella dei rossoneri dall'inizio della stagione e per questo il pareggio è deludente; certamente il Milan ha giocato meglio di mercoledì nella partita contro il Cagliari, ma proprio in questo sta la stranezza del calcio, sport in cui magari vinci quando non meriti e non vinci quando meriti. Comunque la prestazione di squadra e di molti singoli fa ben sperare e, forse, il Milan ha imboccato la strada giusta; la classifica piange, ma se la crescita continuerà, magari tra qualche settimana potremo rivedere il Milan in posizioni più consone al suo blasone; la vittoria sarebbe stata importante per ritrovare continuità di risultati e aumentare fiducia e autostima, ma si spera che anche questa buona e confortante prestazione serva dal punto di vista psicologico ad un gruppo che deve crescere sotto molti punti di vista.

Allegri vara un Milan con una coppia centrale di difesa tutta colombiana (Zapata e Yepes), un centrocampo solido (Ambrosini, De Jong e Nocerino) e un attacco "leggero" con El Shaarawy e Bojan (finalmente titolare) supportati da Boateng; da sottolineare la conferma di De Sciglio a sinistra con Abate che conserva il suo posto a destra. Detta così potrebbe sembrare una formazione schierata con un 4-3-3 o 4-3-1-2, ma in realtà Allegri prova a creare una riedizione dello schema 4-2-fantasia di leonardiana memoria, visto che De Jong e Ambrosini fanno i mediani e i vari Nocerino, Boateng, Bojan ed El Shaarawy, si alternano là davanti nel tentativo di non dare punti di riferimento alla difesa del Parma. Sfortuna vuole che una squadra ideata per giocare in velocità e palla a terra sia costretta ad esibirsi su un campo intriso d'acqua, perchè su Parma piove a dirotto. Come ormai accade in quasi tutti gli stadi d'Italia, anche il Tardini non è certo strapieno, ma nel settore ospiti c'è una buona rappresentanza di tifosi rossoneri e di quella curva che ha dimostrato in tutte le occasioni di voler rimanere vicino alla squadra, ricevendo anche i complimenti di Galliani non più tardi di mercoledì scorso.

Il primo tempo è sostanzialmente noioso, giocato a ritmi bassissimi e con poche emozioni: il Milan mantiene il possesso palla, prova a fare la partita ma raramente trova i varchi nell'organizzata difesa del Parma; gli emiliani pressano e tentano in qualche occasione di pungere ma combinano pochissimo. Da ricordare qualche conclusione di un Boateng in crescita, un bel tiro di Bojan dalla distanza che sfiora la traversa e, soprattutto, il grande dinamismo di El Shaarawy, che tenta azioni impossibili saltando avversari come birilli sulla fascia ma è utilissimo anche in fase difensiva; un vero attaccante moderno che sicuramente piace molto ad Allegri. Per Abbiati e per i tifosi rossoneri assiepati dietro la sua porta solo un paio di brividi e nulla più, a dimostrazione che questo primo tempo è stato molto deludente, con poco Milan ma ancor meno Parma.

Nella ripresa, invece, il Milan parte sparato e la logica conseguenza è il gol del vantaggio che arriva dopo soli cinque minuti: Bojan verticalizza per El Shaarawy, che entra in area, dà l'impressione di allungarsi troppo il pallone, ma riesce a beffare Mirante con un rasoterra che passa fra le gambe del portiere e fa esplodere i tifosi rossoneri giunti fino a Parma, facendo loro dimenticare in un attimo pioggia battente e freddo. Dopo il vantaggio il Milan sembra trasformato e scatenato: crea almeno tre opportunità per il raddoppio, la più clamorosa delle quali nasce ancora da un'idea di Bojan, che regala a Boateng un pallone da depositare in rete di testa, ma Prince angola troppo e mette fuori, disperandosi e facendo disperare i cuori rossoneri. Improvvisamente la partita cambia: il Parma, dopo lo scampato pericolo di finire fuori partita con un doppio svantaggio, reagisce e comincia ad attaccare, il Milan cala e si difende temendo la beffa dopo tanti errori e, puntuale, arriva la punizione, preannunciata da una colossale occasione per Gobbi che viene miracolosamente stoppato da Nocerino al momento di un tiro a botta sicura; succede che Montolivo, entrato al posto dell'acciaccato Ambrosini, stende al limite dell'area Biabiany (anche lui in campo da poco) e Galloppa tira un rasoterra maligno che una deviazione impercettibile di De Jong (colpevole di essersi spostato in barriera) rende imparabile. Tutto da rifare, ma ora il Milan è anche un po' stanco e fatica a trovare la via della porta di Mirante; Allegri ci prova inserendo Robinho al posto di Boateng (tre punte pure, finalmente un po' di coraggio) e poi nel finale anche Pazzini al posto di Bojan, ma è Abbiati a dover deviare in angolo l'insidioso rasoterra di Parolo, mentre l'occasione migliore per i rossoneri nel finale è una punizione di Montolivo che impegna Mirante. Il Parma non fatica a contenere gli ultimi attacchi del Milan e porta a casa un pareggio prezioso per come si era messa la partita, i rossoneri rimangono un po' delusi e dovranno meditare su come sia possibile non conquistare i tre punti nemmeno giocando bene, mentre Donadoni ringrazia per un pareggio che ad un certo punto sembrava svanito e porta a casa anche i cori della Curva Sud, che non ha dimenticato un uomo che da giocatore ha fatto tanto per i colori rossoneri e ha contribuito a vincere molti trofei, i primi dell'era berlusconiana (a proposito di Berlusconi, niente regalo di compleanno...)

Comunque Allegri si può consolare con molte note positive: l'ennesima dimostrazione di personalità di De Sciglio, che si trova a suo agio anche sulla fascia mancina; la buona prestazione della coppia centrale Zapata-Yepes, sempre attenti, concentrati e sicuri dall'alto della loro esperienza; l'affidabilità di De Jong e Ambrosini, con il primo più dedito all'interdizione e il secondo più proiettato in avanti a tentare di impostare l'azione; il positivo esordio dal primo minuto di Bojan, che si è mosso su tutto il fronte d'attacco, ha tentato il tiro e ha sfornato assist; la crescita di Boateng, più pimpante rispetto alle ultime esibizioni; la conferma che El Shaarawy è in stato di grazia, segna con continuità impressionante ed è in questo momento il vero trascinatore e uomo della provvidenza. Il problema che balza più evidente agli occhi di chi osserva la partita è, invece, la mancanza di un giocatore che sa iniziare l'azione e dettare i ritmi; una volta c'era Pirlo, poi ci pensava Thiago Silva, ora il possesso palla si traduce spesso in sterili passaggi orizzontali e si fatica ad alzare il ritmo e a portare il pallone verso la trequarti per innescare gli attacchi. Inoltre la difesa è un po' più solida, ma soffre ancora se attaccata in velocità o aggirata sulle fasce e fatica tremendamente sui calci piazzati degli avversari; in attacco si sono viste buone cose, ma manca cinismo e spietatezza per vincere le partite in cui si è meritato sul piano del gioco. Insomma c'è molto da lavorare e con un successo in tasca sarebbe stato tutto più facile, ma si può sperare di essere sulla strada giusta e questo in prospettiva vale più di una vittoria!    


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