Il Milan liquida la Lazio e dà appuntamento alla Vecchia Signora
Allegri aveva detto alla vigilia di tenere molto alla Coppa Italia e la sua squadra, non certo nella sua formazione migliore, come invece aveva promesso il tecnico, ma comunque molto competitiva, lo ha accontentato con una buona prestazione, tre gol e, soprattutto, la vittoria e il passaggio del turno, che significa semifinale raggiunta e doppio appuntamento con la Juventus di Antonio Conte, per un duello infinito che sta caratterizzando questa stagione in campionato e ora anche in Coppa Italia. La partenza shock dei rossoneri, subito sotto dopo soli cinque minuti, aveva fatto temere che anche questa volta l'avventura in Coppa Italia fosse destinata a finire presto, come avvenuto spesso nell'era berlusconiana, invece il Milan ha reagito prontamente ed efficacemente e tredici minuti dopo lo svantaggio aveva già ribaltato il risultato; raggiunto il vantaggio il Milan ha controllato bene la partita, ha provato a chiuderla, ha sofferto poco, è stato salvato in qualche occasione da Amelia e ha dovuto aspettare il finale per trovare il gol della tranquillità; un 3-1 netto e con firme prestigiose (Robinho, Seedorf e Ibrahimovic) a dimostrazione che la squadra sta bene e vuole rimanere in corsa su tutti i fronti anche se il già complicato mese di febbrario diventa ora davvero terribile, visto che si arricchisce di un'altra sfida contro la Juve (oltre a quella di campionato) da giocarsi a San Siro per la semifinale di andata.
La formazione rossonera è quella ipotizzata alla vigilia, con Amelia fra i pali, l'esordio di Mesbah sulla fascia sinistra, la coppia centrale Bonera-Mexes, Abate a destra, un trio di centrocampo composto da Merkel, Van Bommel e Nocerino e Seedorf alle spalle della coppia d'attacco El Shaarawy-Robinho. Un giusto mix di gioventù ed esperienza, di titolari e seconde linee, di classe e sostanza, per affrontare al meglio una squadra ostica e competitiva come la Lazio, che in Coppa Italia, fra l'altro, è un vero tabù, visto che negli ultimi dieci anni ha spesso eliminato i rossoneri. L'osservato speciale è, ovviamente, El Shaarawy, che si sta imponendo all'attenzione generale con ottime prestazioni e che il popolo rossonero ha già adottato, "coccolandolo" con cori e applausi; a proposito di pubblico, non c'è certo il "tutto esaurito" dello Juventus Stadium due sere fa, anzi ci sono i soliti "pochi intimi" di Coppa Italia (circa 7500 spettatori) che teoricamente avrebbero dovuto occupare tutti il primo anello, vista l'annunciata chiusura del secondo, ma i fedelissimi della curva non seguono le direttive e occupano il loro settore abituale al secondo blu. La serata è fredda, ma meno gelida rispetto alla partita di settimana scorsa contro il Novara e la speranza è che ci pensino i ragazzi in maglia rossonera a riscaldare i tifosi con una bella prestazione, perchè è chiaro che chi è presente allo stadio alla Coppa Italia ci tiene come e più di giocatori e tecnico, altrimenti sarebbe rimasto a casa.
L'avvio di partita non è molto confortante: il primo tiro in porta è di Robinho, ma troppo debole e centrale per impensierire Marchetti e dopo cinque minuti va in scena il presepe ormai fuori stagione con i difensori rossoneri nella parte delle belle statuine che assistono immobili al pallone spiovente in area che Cissè può scaraventare in rete con tutta calma in quanto completamente dimenticato all'altezza del dischetto del rigore; secondo gol di Cissè in Italia, entrambi segnati al Milan, entrambi a San Siro, di sera e al quinto minuto, se non è una maledizione questa...
L'avvio un po' molle dei rossoneri fa temere il peggio: approccio sbagliato, poca voglia di "sbattersi" per la "coppetta nazionale", scarsa determinazione e voglia di vincere; questi sono i timori che attraversano la mente dei tifosi rossoneri sugli spalti, ma la squadra smentisce tutti con una bella reazione e comincia a dare spettacolo con i vari Robinho, Seedorf e, soprattutto, El Shaarawy che dimostra di trovarsi bene negli schemi di Allegri, duetta a meraviglia con gli esperti compagni dai piedi buoni e sa calarsi nel ruolo di uomo assist; c'è il suo zampino nel gol del pareggio, visto che è lui ad iniziare l'azione che poi si sviluppa sulla destra e viene conclusa in rete da Robinho dopo una svirgolata di Merkel che si trasforma in assist e il Faraone è ancor più decisivo quando imbecca con un passaggio preciso Seedorf, che entra in area e fulmina Marchetti con una sassata dal basso verso l'alto. Roba da applausi a scena aperta, due bei gol che ribaltano la situazione e ora è la Lazio ad essere stordita e confusa, mentre il Milan sfrutta il proprio entusiasmo e il disorientamento avversario per controllare la partita e metterla sui binari preferiti, quelli del possesso palla e del controllo del gioco; tutto sembra funzionare bene, con Van Bommel che recupera una miriade di palloni e tenta anche qualche conclusione (sempre debole o sballata, però), Merkel ed El Shaarawy che danno vivacità e brillantezza alla manovra, Mesbah che dopo un inizio timido cresce alla distanza, la difesa che si riorganizza e soffre poco, Nocerino che ci mette il solito cuore e la solita grinta e Seedorf e Robinho che danno qualità alla manovra. Sembrerebbe un quadro perfetto, ma fra i protagonisti entra anche Amelia, con una parata strepitosa sul colpo di testa di Gonzalez che ricorda un po' la paratissima di Abbiati nel derby di aprile e un'altra provvidenziale deviazione sulla maligna punizione di Hernanes, a dimostrazione che la Lazio non ci sta e qualche scricchiolio nella retroguardia rossonera c'è. Il Milan, dal canto suo, tiene molto la palla ma non crea grandissime occasioni, se si eccettua un'incursione di Robinho che sfrutta un errore della difesa laziale ma poi spedisce sull'esterno della rete da posizione defilata. Insomma un inizio di tempo scoppiettante e una seconda metà più tranquilla, ma ciò che più conta è il vantaggio dei rossoneri e la sensazione che stiano controllando abbastanza facilmente la partita.
La ripresa è sicuramente meno divertente e prosegue sulla falsariga del finale di primo tempo: la Lazio prova a spingere per cercare il pareggio, il Milan si chiude bene e riparte; entrambi gli allenatori calano gli assi inizialmente tenuti a riposo in panchina: entra Klose nella Lazio, poi è la volta di Ibra, che va a sostituire l'infortunato Merkel, con Seedorf che arretra a centrocampo e Robinho che va a fare il trequartista; in pratica si ricompone il tridente del secondo tempo di Novara e sembra un po' bizzarra la scelta offensiva di Allegri, che sbilancia in avanti il suo Milan mentre è in vantaggio. Il secondo cambio non modifica molto gli equilibri della squadra, visto che capitan Seedorf lascia il posto in campo ad Emanuelson e la fascia a Bonera. Inzaghi, invece, continua vanamente a scaldarsi, riceve l'ovazione della curva, ma non metterà mai piede in campo e ciò conferma che la sua avventura al Milan può davvero essere ai titoli di coda se non riesce a trovare spazio nemmeno in Coppa Italia. Intanto i rossoneri reclamano un rigore per una manata di Dias a Van Bommel in piena area (ci stava anche l'espulsione del difensore laziale) ma incredibilmente Gervasoni lascia correre. Man mano che passano i minuti il Milan punta sempre più sulla ripartenze e in una di queste El Shaarawy ha la palla buona e, nonostante sia pressato da due difensori avversari, riesce a concludere verso la porta e manda il pallone a sfiorare il palo, strappando altri applausi ai suoi tifosi anche se l'urlo del gol rimane strozzato in gola. Qualcuno comincia a temere la beffa come nella partita di settimana scorsa contro il Novara, in cui il Milan fu costretto ai supplementari per non aver chiuso la partita e aver subito un gol nel finale, ma Ibra decide che, visto che ha dovuto interrompere il suo riposo, tanto vale impiegare in modo proficuo il tempo con un bel gol, realizzato scattando sul filo del fuorigioco a ricevere l'ottima verticalizzazione di Emanuelson, per poi trovarsi a tu per tu con Marchetti e batterlo inesorabilmente; un gol venuto dalla panchina, a dimostrazione della saggia gestione dei cambi e dell'attento dosaggio delle energie di mister Allegri, ma, soprattutto, il gol che chiude definitivamente la partita e regala al Milan la qualificazione e la doppia sfida contro la Juventus e ai tifosi un'altra soddisfazione, perchè è bello vedere una squadra che ci mette impegno e determinazione in ogni occasione e non snobba alcun obiettivo, perchè vincere aiuta a vincere e lottare su tre fronti sarà anche faticoso (soprattutto nel prossimo mese) ma rende la stagione affascinante, esaltante e ancora tutta da vivere insieme a questi ragazzi che regalano emozioni e soddisfazioni.