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Il Milan esegue il compitino

di Davide Bin

Milan batte Alessandria 1-0; potrebbe sembrare il risultato di una semplice amichevole di metà settimana, invece stiamo parlando della semifinale di andata di Coppa Italia, raggiunta sorprendentemente ma meritatamente dai piemontesi, che si sono regalati il sogno di poter sfidare una "grande" del calcio italiano. A livello di amichevole, in verità, è stata la prestazione del Milan, che ha lasciato solo intravedere la differenza di categoria, ha giocato con troppa sufficienza, con un atteggiamento sbagliato, con il solito approccio molle alla partita e salvandosi dalla brutta figura solo grazie a un rigore, peraltro netto, decretato per fallo su Antonelli (migliore in campo) e trasformato in gol da Balotelli. Il Milan ha avuto altre occasioni per segnare ancora, sia nel primo tempo che nella ripresa, ma francamente ci si aspettava qualcosa in più, soprattutto dai giocatori meno impeigati in campionato ai quali Mihajlovic ha provato a dare nuovamente fiducia ma che in sostanza hanno ancora una volta deluso. Per lunghi tratti dell'incontro i rossoneri sono sembrati deconcentrati, poco convinti e motivati e alla fine hanno anche sofferto e fatto soffrire i loro tifosi sugli attacchi degli orgogliosi rivali, magari innocui ma potenzialmente pericolosi e tutto ciò fa capire che la prestazione complessiva del Milan non è stata positiva, al di là di un risultato che avvicina ulteriormente la finale di Coppa Italia. I rossoneri proseguono il viaggio sull'autostrada che porta a Roma, ma il casello non è ancora stato raggiunto, visto che la vittoria con il minimo scarto lascia ancora teoricamente aperto il discorso qualificazione, che sarebbe stato chiuso se fosse stata concretizzata qualche occasione in più e la vittoria fosse stata più ampia, come ci si attendeva in una partita contro un avversario evidentemente inferiore ma che si è mostrato organizzato, compatto e fiero, contrariamente a un Milan svagato e poco determinato.

Una partita contro una squadra di Lega Pro è la classica occasione in cui hai tutto da perdere e nulla da guadagnare: non c'è alternativa alla vittoria, magari anche ampia; se la ottieni hai solo fatto il tuo dovere, se per caso non arriva apriti cielo e via a critiche feroci, oltretutto in una settimana delicata che porta dritti verso il derby. Mihajlovic è consapevole di tutto ciò e ha catechizzato i suoi ragazzi alla vigilia dicendo che chi dovesse dimostrare di essere distratto dal derby per punizione non giocherà la tanto attesa sfida, ma poi, dimostrando di "predicare bene e razzolare male", schiera una sorta di Milan 2 con molte riserve, facendo capire che è il primo ad avere la testa già altrove. Poche novità nel reparto arretrato: c'è il portiere di Coppa Italia Abbiati (unico reduce dell'ultima volta in cui il Milan ha raggiunto la finale e vinto il trofeo nel 2003) e c'è De Sciglio al posto di Abate sulla destra ma per il resto la difesa è quella "da campionato"; rivoluzione, invece, negli altri reparti, visto che a centrocampo c'è addirittura il "desaparecido" Josè Mauri accanto a Poli, con Boateng a sinistra e l'unico titolare Honda a destra, mentre la coppia d'attacco è Balotelli-Luiz Adriano. La sfida contro l'Alessandria si gioca all'Olimpico di Torino per motivi logistici (il Moccagatta è troppo piccolo per un appuntamento del genere) ed è una scelta giusta visto che ci sono più di 20000 tifosi della squadra piemontese, un vero e proprio esodo per un autentico evento che verrà ricordato a lungo ad Alessandria. Buona anche la rappresentanza di tifosi rossoneri, visto che comunque stiamo pur sempre parlando di una semifinale di Coppa Italia, ma il settore ospiti è spoglio di striscioni e bandiere, per l'ormai eterna contestazione della Curva Sud nei confronti di squadra e società.

Chi si attendeva un dominio del Milan, dall'alto della sua presunta superiorità tecnico-tattica, rimane prontamente deluso: l'Alessandria è squadra organizzata, gioca un buon calcio e prova a pressare alto per tenere lontani i rossoneri dalla propria area. Il Milan, come ha già dimostrato tante volte in questa stagione, dimostra di essere un po' in difficoltà quando deve fare la partita, ma non può esimersi dal prendere l'iniziativa, perchè non può certo sperare di lasciare il pallino in mano a una squadra inferiore di due categorie, per puntare sulle ripartenze. La formazione improvvisata schierata da Mihajlovic, però, fatica a produrre gioco e creare occasioni, perchè non c'è intesa a centrocampo e in attacco e troppi giocatori "arrugginiti" o con pochi minuti nelle gambe faticano a entrare in partita. Josè Mauri si vede pochissimo, Poli non è un play-maker, Boateng è fuori ruolo, Luiz Adriano sembra rimasto in Cina facendo tornare la sua controfigura e, così, il più pimpante è Honda che sforna assist e bisogna affidarsi alla spinta sulle fasce di De Sciglio e Antonelli per mettere in difficoltà la compatta squadra piemontese. Le occasioni migliori capitano quasi tutte a Balotelli, che prima cicca un pallone a pochi metri dalla porta, poi tira debolmente fra le braccia di Vannucchi e poi si divora un gol scattando sul filo del fuorigioco e sbagliando in modo incredibile un pallonetto che per uno come lui dovrebbe essere elementare. L'unica altra occasione del primo tempo capita sui piedi di Poli, ma il suo tiro da posizione favorevole viene respinto da Vannucchi. L'Alessandria crea una sola occasione con un tiro a lato di poco, ma resiste egregiamente davanti a un Milan lento, prevedibile e che punge davvero poco, ma la squadra di Gregucci deve arrendersi quando lo spunto di Antonelli in area viene bloccato fallosamente e il rigore decretato da Irrati viene trasformato con la consueta freddezza da Balotelli, che spiazza Vannucchi e, come al solito, non esulta, anche se si tratta del primo gol dopo quattro mesi.

Non cambia il copione nella ripresa: il Milan attacca senza troppa convinzione alla ricerca del raddoppio, l'Alessandria resiste e non si limita a difendersi, provando a creare qualche pericolo dalle parti di Abbiati con molta generosità; la partita è equilibrata, per merito dell'Alessandria ma più che altro per demerito del Milan, che si abbassa al livello degli avversari con una prestazione per nulla convincente. Honda si divora il raddoppio calciando addosso a un avversario con la porta spalancata davanti a sè, poi il Milan sembra spegnersi e allora Mihajlovic corregge la formazione, sconfessando alcune sue scelte iniziali: fuori Josè Mauri, che non ha convinto, anzi ha deluso e dentro Montolivo per dare un po' più di ordine a una manovra farraginosa e più tardi fuori anche Balotelli (che non ha ancora i novanta minuti nelle gambe) per dare spazio a Niang, che dà un po' di vivacità là davanti e ha un paio di buone occasioni in contropiede per il raddoppio; prima si fa anticipare dal portiere in uscita, poi colpisce un palo in un'azione che ricorda molto quella di Barcellona quasi tre anni fa; in mezzo c'è anche un gol annullato per fuorigioco attivo dello stesso Niang su un tiro dalla distanza di Poli e ciò dimostra che in fondo il Milan qualche occasione buona l'ha avuta, ma come spesso accade in questa stagione sono mancati il cinismo e la giusta convinzione per chiudere partita e discorso qualificazione. Nell'altra area, invece, Abbiati vive una serata tutto sommato tranquilla, visto che non deve compiere parate complicate ma solo sbrigare l'ordinaria amministrazione, ma i brividi potenziali non mancano, soprattutto quando Gregucci manda in campo l'eroe di Coppa Italia Bocalon; il risultato rimane in bilico fino alla fine, la qualificazione del Milan è tutt'altro che blindata e ciò è un merito e una grande soddisfazione per l'Alessandria, mentre per i rossoneri è una colpa che non permette di essere pienamente soddisfatti nonostante la vittoria, alla fine scontata solo nei pronostici ma non nella realtà, visto che il Milan si è fatto spaventare anche da un avversario sulla carta nettamente inferiore, ha abbassato il baricentro nel finale e ha concesso l'iniziativa invece di far valere la propria superiorità. L'obiettivo vittoria è stato raggiunto e ora Roma è più vicina, ma questa sfida resterà un ricordo indelebile solo per l'Alessandria e i suoi tifosi, mentre il Milan ha vissuto un'altra serata per molti aspetti grigia come la maglia dei suoi orgogliosi avversari, limitandosi a svolgere il suo onesto compitino senza strafare.


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