Il Milan demolisce il Cagliari e insegue la Juve
Vittoria doveva essere e vittoria è stata, per iniziare alla grande il girone di ritorno, non perdere la scia della Juventus, sfruttare il rallentamento di chi sta alle spalle e prepararsi nel migliore dei modi ad un mese di febbraio durissimo e intensissimo. Il Milan ha battuto nettamente il Cagliari con la sfrontatezza di chi è consapevole della propria forza, nel senso che dopo una mezz'ora di sbadigli, in cui probabilmente i sardi si sono illusi di poter bloccare i rossoneri, è bastata una magia di Ibra su punizione per tramortire gli avversari e dopo pochi minuti è arrivato ilcolpo del K.O. firmato Nocerino. Nella ripresa il Milan ha controllato la situazione a suo piacimento e ha dominato, sfiorando più volte il terzo gol e realizzandolo con Ambrosini, a dimostrazione di una netta superiorità pur non sprecando troppe energie, forse anche perchè i giocatori sanno che sono attesi da un ciclo terribile di partite ravvicinate e tutte difficili e, quindi, non vogliono sprecare troppe energie psico-fisiche se la partita non lo richiede. Il Milan ha molte frecce al suo arco e sa come e quando usarle per sconfiggere l'avversario di turno e, quindi, non ha bisogno di andare sempre a cento all'ora, ma ha la forza e la personalità per vincere le partite con lampi improvvisi e isolati, che impreziosiscono prestazioni non trascendentali e questa può essere una dote decisiva in stagioni lunghe e massacranti come quelle del calcio attuale.
Allegri mischia un po' le carte rispetto alle previsioni della vigilia: niente tridente (ma questo si era intuito) e men che meno formazione ultraoffensiva; Seedorf fa il trequartista, El Shaarawy va in panchina, le due punte sono Ibra e Robinho e le sorprese sono la conferma di Mesbah dopo la positiva prestazione in Coppa Italia contro la Lazio ed Emanuelson schierato a destra nel trio di centrocampo completato dagli irrinunciabili Van Bommel e Nocerino; con Thiago Silva ai box in via precauzionale per lievi problemi muscolari, la coppia centrale è composta da Mexes e Nesta, mentre a destra c'è Abate e in porta torna Abbiati. Da sottolineare che in panchina ci sono ben tre attaccanti, uno dei quali è il nuovo arrivato Maxi Lopez, che riceve i primi applausi e i primi cori dal popolo rossonero, ma non entrerà in campo. A proposito di pubblico, lo stadio è desolatamente semi-vuoto, ma in fondo non è una novità; pochi paganti e la netta sensazione è che anche molti abbonati abbiano "bigiato"; nulla di strano se si programmano partite come Milan-Cagliari alla sera in pieno inverno con la temperatura prossima allo zero; ormai sappiamo bene di chi è la responsabilità e non voglio annoiarvi ripetendo sempre le stesse cose, ma il timore è che così facendo la gente si allontanerà dal calcio e, comunque, fa venire un po' di tristezza vedere San Siro così vuoto nonostante il buon andamento della squadra, soprattutto per chi si ricorda uno stadio sempre pieno e ribollente d'entusiasmo in ogni occasione. Anche in curva ci sono molti spazi vuoti, ma chi è presente prova a non far mancare l'incitamento alla squadra e l'entusiasmo è accresciuto dalla sconfitta dell'Inter a Lecce nel pomeriggio; la grande rimonta nerazzurra sembra già finita e non bisogna farsi scappare l'occasione di allontanare i cugini e creare un buco in classifica fra la coppia di testa e il resto della concorrenza. La vittoria della Juventus contro l'Udinese non lascia alternative alla vittoria per i rossoneri e per questo la partita contro il Cagliari è importante e la squadra avrebbe bisogno di più sostegno da parte di un pubblico più numeroso.
La prima mezz'ora di gioco, però, sembra dare ragione a chi è rimasto a casa: il Milan è lento ed impacciato, quasi svogliato e il Cagliari non fatica a bloccarlo, provando anche qualche ripartenza. Le occasioni sono pochissime e non bastano certo il tiro molle di Ibrahimovic o quello di poco alto di Mesbah a scaldare ed esaltare gli infreddoliti e un po' preoccupati tifosi rossoneri. Non si capisce dove finiscano i meriti dei sardi nell'imbrigliare il gioco del Milan ed inizino i demeriti dei rossoneri che, come è accaduto già altre volte, hanno avuto un approccio troppo pigro alla partita, ma sta di fatto che la sfida si dimostra più complicata del previsto e, come spesso accade in questi casi, serve una prodezza per sbloccarla e cambiarne le sorti. Detto, fatto: calcio di punizione da una discreta distanza (25 metri circa),se ne incarica Ibrahimovic che estrae dal cilindro una magica palombella che fa ad infilarsi all'angolino, imprendibile per l'incolpevole Agazzi; quindicesimo gol in campionato per Ibra e primo boato della serata per il popolo rossonero. Partita sbloccata e notevolmente semplificata per i rossoneri: il Cagliari deve aprirsi, gli spazi aumentano e il Milan ne approfitta, trovando quasi subito il raddoppio; azione semplice ma letale: lancio lungo di Mexes, sponda di petto di Ibra e sassata di sinistro di Nocerino che non lascia scampo al portiere del Cagliari. Settimo sigillo per il Noce, che si conferma goleador a sorpresa, ma anche ennesimo assist di Ibra, sempre più decisivo e devastante. In fondo il primo tempo è tutto qui, senza altri particolari sussulti e il Milan ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra cinica ed implacabile, che sembra sorniona e pigra ma poi ti colpisce alla prima occasione, che non ha un rendimento continuo e costantre nell'arco dell'intera partita, ma sa spazzarti via con qualche ondata di bel gioco e con le prodezze dei suoi tanti campioni, Ibra su tutti, naturalmente.
Nella ripresa il Milan controlla a suo piacimento la situazione e non bastano le scelte offensive di Ballardini a riaprire l'incontro, anzi sono i rossoneri a sfiorare il terzo gol con Nocerino, il cui potente destro dal limite viene deviato da Agazzi; ci prova poi El Shaarawy, appena entrato al posto di Robinho e servito da Seedorf, ma il suo tiro al volo esce di pochissimo, strappando comunque applausi convinti ai tifosi rossoneri, che ormai hanno adottato il Faraone e vorrebbero vederlo sempre in campo. La terza occasione nasce da una buona iniziativa personale di Emanuelson, conclusa, però, da un tiro troppo debole, anche se l'olandese conferma di trovarsi a suo agio in questo nuovo ruolo, l'ennesimo della sua carriera in rossonero, a dimostrazione di una discreta ecletticità che ne fa un buon "jolly" a disposizione di Allegri. Il mister rossonero manda in campo anche Ambrosini al posto di Seedorf, perchè fra tre giorni è in programma la trasferta di Roma (nuovamente contro la Lazio) e bisogna dosare le forze per quanto possibile; è proprio il nuovo entrato a realizzare il gol che chiude definitivamente la partita, ricevendo palla da Emanuelson e scagliandola alle spalle di Agazzi con un delizioso esterno destro a fil di palo. Primo gol stagionale per Ambro e grandi applausi anche per il capitano, questa volta senza fascia in quanto entrato dalla panchina. Il finale è tutto dedicato ad Inzaghi, sempre il più acclamato dal popolo rossonero, che inneggia a lui appena lo vede scaldarsi a bordo campo e gli dedica un'autentica ovazione quando SuperPippo entra in campo al posto di Ibrahimovic (che era andato ad abbracciarlo dopo il gol su punizione); ovviamente la standing ovation è anche per lo svedese che esce, dopo essere stato per l'ennesima volta decisivo, ma Pippo è Pippo e resterà per sempre nei cuori di tutti i tifosi anche se questi dovessero essere i suoi ultimi minuti con la maglia del Milan. Ovviamente Inzaghi cerca il gol, ma non è facile in così poco tempo di una partita già chiusa e, infatti, l'impresa non riesce per il rammarico suo e di tutto il pubblico, che ancora una volta ha dimostrato di volergli un bene immenso. Niente gloria per Pippo, tanta gloria per il Milan, che raccoglie tre punti, prosegue il duello con la Juve e dimostra di essere in salute nonostante i tanti infortuni: un altro 3-0 dopo quello di Novara, un'altra partita vinta nettamente senza nemmeno impegnarsi troppo, perchè quando hai campioni che sanno fare la differenza, tutto è più facile e per gli avversari non c'è scampo.