Il Milan chiude in bellezza un campionato da dimenticare
Non sarà una vittoria senza senso nell'ultima ininfluente partita di un campionato negativo a rivalutare la stagione rossonera, iniziata con una squillante vittoria con tre reti all'attivo contro la Lazio e chiusa quasi allo stesso modo a Bergamo; in mezzo ci sono tante partite da dimenticare in cui il Milan ha giocato male, senz'anima e carattere e spesso ha raccolto risultati deludenti, quindi il contentino finale serve a poco così come la statistica positiva di tre vittorie nelle ultime quattro partite, arrivate a stagione ormai compromessa. A Bergamo è andata in scena la tipica partita di fine stagione fra due squadre senza più obiettivi; come detto alla vigilia avrebbe potuto essere una noiosa sfida fra giocatori senza più stimoli e motivazioni o uno spettacolo divertente offerto da due squadre che potevano giocare senza pressioni e ansie; fortunatamente ha prevalso la seconda ipotesi e abbiamo assistito a una partita divertente, con gol ed emozioni, anche se la qualità del gioco non ha certo incantato, ma stiamo comunque parlando della quart'ultima in classifica e di un Milan desolatamente impantanato a metà classifica, quindi non era lecito attendersi meraviglie. I rossoneri hanno giocato una prima mezz'ora desolante, lasciando campo, gioco e occasioni all'Atalanta, poi, una volta subito il gol, hanno ribaltato il risultato in soli due minuti; nella ripresa hanno ancora lasciato l'iniziativa agli orobici, soffrendo però poco e riuscendo a chiudere la partita nel finale. Curiosa la sequenza dei marcatori, perchè per l'Atalanta ha segnato un giocatore nel mirino del Milan, ovvero Baselli, mentre per i rossoneri sono andati in rete due ex atalantini che hanno lasciato ottimi ricordi a Bergamo, ovvero Pazzini e, soprattutto, l'applauditissimo Bonaventura, salutato dai tifosi di casa anche con uno striscione. Il deludente campionato del Milan si chiude in bellezza, ma si tratta di una vittoria che certamente non entrerà nelle gloriosa storia rossonera e, infatti, i pochi ultrà rossoneri presenti allo stadio se ne sono andati prima della fine, proseguendo la loro contestazione contro tutto e tutti, ovvero società, proprietà e giocatori, salvando solo Inzaghi che, però, per la seconda volta non ha avuto la possibilità di salutarli, visto che quasi sicuramente si è seduto per l'ultima volta sulla panchina rossonera, anche se Pippo fa orgogliosamente finta di non saperlo e accorgersene.
Anche per l'ultima partita Inzaghi deve affrontare la solita emergenza assenti in ogni reparto che l'ha tormentato per gran parte della stagione: non c'è Diego Lopez in porta, ma ancora una volta Abbiati, questa volta regolarmente capitano dopo aver lasciato l'onore a Pazzini nella partita contro il Torino; in difesa c'è De Sciglio a destra e Bocchetti a sinistra con Mexes e Paletta centrali; a centrocampo De Jong e Van Ginkel sono affiancati da Bonaventura, che ha scontato la squalifica e viene arretrato in mediana al posto di Poli, mentre in avanti c'è la conferma del tridente schierato contro il Torino, ovvero Honda, Pazzini ed El Shaarawy. Buona presenza di tifosi atalantini sugli spalti per festeggiare degnamente una salvezza faticosa e, come già detto, Curva Sud rossonera presente ma ancora senza striscioni e bandiere e desiderosa di contestare nuovamente, come accade ormai da molte partite, visto che della chiarezza richiesta non c'è traccia da parte di società e proprietà.
Parte forte l'Atalanta e il Milan lascia fare, dando l'impressione di non voler sbattersi troppo per un ormai inutile partita di fine campionato, nonostante le ennesime promesse della vigilia di voler onorare fino alla fine tutte le partite, cercando una vittoria da abbinare a quella ottenuta una settimana fa contro il Torino. Prima è Baselli a infilarsi in una distratta difesa rossonera, sfruttando una verticalizzazione e ritrovandosi davanti ad Abbiati senza riuscire a trovare la via della rete, poi su un cross di Zappacosta, l'ennesima dormita stagionale su un pallone alto della retroguardia milanista permette a Denis di colpire indisturbato di testa, ma il pallone sbatte sulla traversa e il Milan si salva. L'Atalanta è padrona del campo, soprattutto sulla fascia destra e da lì arriva un altro cross, questa volta di Maxi Moralez, che Baselli, ovviamente solo soletto in area, riesce a deviare in rete di testa per l'ovvio vantaggio bergamasco, vista la resistenza pressochè nulla opposta dai giocatori del Milan, autentici fantasmi con tanto di divisa bianca d'ordinanza. Un inizio tremendo che fa temere un'altra umiliante disfatta, ma la partita cambia improvvisamente copione, non prima di aver tremato nuovamente per un pallone messo in area da Gomez che crea lo scompiglio nella difesa rossonera. Inzaghi cambia modulo, avanza Bonaventura come terzo trequartista dietro il centravanti Pazzini e il Milan alza il suo baricentro rendendosi finalmente pericoloso: Mexes di testa indirizza il pallone verso la rete, ma Cigarini salva sulla linea; il Milan prende fiducia e proprio da un'azione generata da uno spunto di Bonaventura nella nuova posizione arriva l'occasione per il pareggio, visto che Pazzini difende caparbiamente il pallone, viene atterrato in area e trasforma il conseguente rigore segnando il suo gol n° 101 in Serie A. Passano solo due minuti, il Milan attacca ancora e una mischia in area viene risolta da Bonaventura, che raccoglie il pallone rimbalzato sul palo dopo un tentativo di Pazzini e appoggia facilmente in porta di piatto, portando in vantaggio il Milan ma non esultando, visto il suo recente e lungo passato all'Atalanta. Milan capace di ribaltare il risultato in pochi minuti, ma che trema nel finale quando un altro pallone vagante nella sua area fortunatamente non trova la deviazione vincente.
Nella ripresa l'Atalanta ci prova subito con un altro traversone basso, sempre dalla stessa fascia dalla quale sono arrivati tutti i pericoli per la difesa rossonera e questa volta è Abbiati a smanacciare via il pericolo. I padroni di casa continuano ad attaccare per gran parte della ripresa alla ricerca del pareggio, ma non creano molti pericoli, se si eccettua un tiro al volo di Denis che, però, non inquadra lo specchio della porta. Il Milan non soffre come nel primo tempo, si difende con ordine ma non riesce a ribaltare il fronte con efficaci ripartenze. Nel finale, però, l'Atalanta cala e lascia spazio ai rossoneri e, inevitabilmente, arriva il gol che chiude la sfida: un cross innocuo di Poli (entrato al posto di El Shaarawy) mette in crisi Sportiello, che pasticcia in uscita e lascia il pallone fra i piedi di Bonaventura, che prima tergiversa un po' e colpisce il palo, ma ha il tempo di recuperare il pallone e infilarlo in rete di piatto. Due gol piuttosto semplici per Jack, che gli permettono di diventare il secondo cannoniere rossonero dopo Menez e confermare che è stato uno dei pochi a salvarsi in questa negativa stagione del Milan. Inzaghi gli concede la standing ovation del suo ex pubblico richiamandolo in panchina fra gli applausi; al suo posto fa il suo esordio in Serie A Di Molfetta, mentre prima era toccato al suo compagno di Primavera Calabria, entrato al posto di De Sciglio vittima di crampi. Come promesso Inzaghi ha lasciato spazio ai suoi ex ragazzi della Primavera, magari per pochi minuti ma regalandogli l'emozione dell'esordio che sicuramente non scorderanno mai e almeno c'è qualcuno contento in questo finale di stagione del Milan che ben pochi ricorderanno nonostante questa ininfluente vittoria. Finisce 3-1 per i rossoneri, che agganciano temporaneamente l'Inter, ma c'è ben poco da gioire e, infatti, la Curva Sud è già sulla via del rientro a casa senza nemmeno aspettare la fine della partita. Finisce in bellezza una stagione tutta da dimenticare e la vittoria rende un po' meno amari i tanti addii, perchè saranno parecchi i giocatori non confermati e anche Inzaghi ha il destino segnato, nonostante lui tenti orgogliosamente di resistere e di parlare di un suo futuro al Milan. Già, il futuro...ora che finalmente questa stagione è alle spalle e l'agonia è finita, si vorrebbe sapere che ne sarà di questo Milan, a livello societario, tecnico e di organico, ma la sensazione è che tutto sia ancora in alto mare, anche se una consolazione c'è, visto che insieme al campionato finisce anche la campagna elettorale e finalmente sapremo se il presidente ha bluffato con false promesse per raccattare qualche voto o se la sua ritrovata voglia di Milan è reale, così come la sua voglia di spendere un cospicuo tesoretto per il rafforzamento di una squadra che ne ha davvero bisogno. Questo è ciò che più interessa al popolo rossonero, perchè il contentino della vittoria finale contro l'Atalanta è già dimenticato, così come una stagione pessima e fallimentare e c'è solo tanta voglia di tuffarsi nel futuro, sperando che ci siano certezze positive e non solo tante illusioni che molto spesso in questi ultimi anni hanno fatto rima con delusioni.