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Il Faraone scaccia la maledizione di San Siro

di Davide Bin

Dopo quasi trecento minuti di astinenza, finalmente il popolo rossonero ha potuto far esplodere il boato liberatorio per un gol del Milan a San Siro; l'ultima volta in partite ufficiali era stata il 13 maggio e l'autore del gol era stato Pippo Inzaghi; altri tempi, altri giocatori, ma ora il testimone è passato definitivamente ad un giovane di belle speranze che ha grandi doti e finalmente le sta mostrando: Stephan El Shaarawy ha regalato la prima vittoria stagionale al Milan con una bella doppietta e, finalmente, ha scelto una vittima diversa dall'Udinese per i suoi gol (curiosamente ha segnato i suoi primi tre gol in serie A sempre e solo ai friulani), altrimenti avremmo dovuto aspettare il girone di ritorno per ammirare nuovamente una sua rete. Il Faraone ha sfatato il tabù San Siro e il Milan può finalmente sorridere e ritrovare un po' di serenità, anche se non bisogna illudersi che tutti i problemi siano improvvisamente risolti con un colpo di bacchetta magica: dopo un buon avvio, esattamente come avvenuto a Udine, il Milan si è un po' spento, ma per fortuna questa volta era in vantaggio di un gol ed è riuscito a resistere fino a quando il Cagliari non è rimasto in dieci per l'espulsione di Conti, anche se i sardi hanno avuto almeno tre occasioni per rimettere in equilibrio il risultato; nel finale è arrivato il raddoppio e la tensione si è sciolta, trasformandosi in gioia, ma c'è ancora molto lavoro da fare per diventare una squadra davvero competitiva, perchè ci sono ancora molte cose che non vanno, ma in questo momento non ci si può permettere di fare gli schizzinosi, quindi teniamoci stretta questa vittoria e speriamo che rappresenti davvero un punto di svolta per una stagione iniziata davvero male.

Per la sua prima partita da allenatore del Milan (al posto dello squalificato Allegri), Mauro Tassotti schiera una squadra con qualche novità: in difesa c'è De Sciglio terzino sinistro con Abate a destra, mentre al posto dello squalificato Zapata c'è Bonera a far coppia con Mexes; a centrocampo fa il suo esordio Bakayè Traorè, fino ad ora una specie di oggetto misterioso (nemmeno inserito nella lista Champions), con De Jong centrale e Montolivo sull'altro lato; in attacco lo stesso tridente di Udine, giusto per non sconvolgere troppo la formazione e dare qualche certezza in un momento in cui la squadra sembra un po' disorientata. La serata umida e piovosa, il turno infrasettimanale e le tre sconfitte in quattro partite, contribuiscono a rendere San Siro un deserto di cemento, con qualche chiazza di pubblico qua e là; solo la curva è abbastanza piena e, come sempre, fa un gran tifo per sostenere i ragazzi e non lasciarli soli in un momento così delicato e difficile. Il resto dello stadio è desolante per quanto è vuoto e fa venire il magone al ricordo di quando San Siro era sempre strapieno anche per i turni infrasettimanali; altri tempi, ora c'è la crisi economica e la crisi del Milan e la gente rimane a casa e preferisce fare altro piuttosto che seguire una squadra indebolita e poco competitiva, mentre chi ha il Milan nel cuore non abbandona la nave che affonda, anzi cerca di dare il suo contributo per riportarla a galla.

I rossoneri partono forte e fanno ben sperare: ritmo abbastanza alto, pressing, dominio territoriale, possesso palla e tanto impegno per provare a scardinare la difesa del Cagliari e impensierire Agazzi; il più pimpante è El Shaarawy, che ci prova subito con una spettacolare serpentina che strappa applausi a scena aperta, anche se un dribbling di troppo la rende inutile; il giusto premio per il Faraone e per tutto il Milan dopo un bel quarto d'ora è il gol del vantaggio, che il giovane attaccante realizza ricevendo una verticalizzazione centrale di Montolivo e fulminando Agazzi; finalmente si può esultare per un gol del Milan a San Siro e questa volta, al contrario di quanto avvenuto a Udine domenica scorsa, il Milan è riuscito a concretizzare la buona partenza. La partita ora è in discesa e qualcuno pregusta già una goleada che chiuda definitivamente il momento difficile, invece arriva solo un tiro alto di De Jong e poi la luce si spegne ancora, il Milan cala vistosamente e riappaiono i fantasmi delle recenti sconfitte che sembravano scacciati. Il Cagliari prende lentamente ma inesorabilmente possesso della metà campo rossonera e del pallone e spaventa il Milan e il suo pubblico, prima con un tiro di Thiago Ribeiro deviato in angolo da Abbiati, poi con un velenoso diagonale di Ibarbo che finisce fuori di poco ma mette i brividi. Per fortuna nel finale di tempo il Milan si scrolla di dosso la paura e torna a rendersi pericoloso: un tiro di El Shaarawy assume una strana traiettoria per una deviazione di Astori, Agazzi sembra battuto ma il pallone sbatte sulla traversa, torna verso l'area e Pazzini lo colpisce di testa a porta vuota ma la sua conclusione è troppo lenta e Astori riesce a salvare in rovesciata. Ancora molta malasorte per il povero Diavolo, perchè un "autotraversa" degli avversari mancava alla collezione di episodi sfortunati e a volte sembra proprio che la palla non voglia saperne di entrare, ma questa volta il Milan può andare comunque al riposo in vantaggio e anche questo è un inedito stagionale (non era ancora successo). Un primo tempo con luci ed ombre e ciò che si è visto di positivo non basta per considerare guarita una squadra ancora incerta e insicura, che alle prime difficoltà sembra sempre sul punto di crollare.

Infatti la ripresa comincia con una grossa occasione per Pinilla, che di testa manda alto da favorevolissima posizione, infilandosi senza problemi fra Bonera e Mexes, a dimostrazione che la difesa rossonera non è certo ermetica. Pinilla ci riprova e sugli spalti si soffre, perchè il Milan fa fatica a contenere gli assalti di un Cagliari sempre più convinto di poter rimontare lo svantaggio. In avanti i rossoneri si rendono pericolosi (si fa per dire) solo con una rovesciata spettacolare ma imprecisa di Traorè, poi sostituito con Constant. Vedere Abbiati perdere tempo in occasione dei rinvii dal fondo quando manca ancora molto alla fine e il Milan gioca in casa contro il Cagliari, dimostra più di ogni altro episodio che questa squadra manca di serenità, di autostima, di personalità e non riesce ad imporsi su un avversario modesto ma le cui doti vengono ingigantite dalle insicurezze rossonere. Ibarbo sfiora ancora il gol di testa e la sensazione è che il Milan sia sul punto di arrendersi un'altra volta e che sia solo questione di minuti per subire il pareggio. Tassotti manda in campo Robinho al posto di Emanuelson per provare a creare qualcosa di più in avanti e sperare di chiudere la partita prima di farsela scappare di mano, ma ci pensa Conti a dare una mano al Milan facendosi espellere per doppia ammonizione dopo una gomitata a Pazzini. Purtroppo anche in inferiorità numerica è il Cagliari a fare la partita e ad impensierire i rossoneri e, allora, Tassotti completa le sostituzioni mandando in campo il concreto ed esperto Ambrosini al posto di un ancora spaesato Montolivo. Ambro si improvvisa uomo assist e serve due palloni deliziosi ad El Shaarawy con altrettante verticalizzazioni: il primo viene sparato in curva dal Faraone, il secondo viene sfruttato molto meglio e trasformato in gol, una rete simile alla prima e che conferma le doti da grande attaccante del giovane italo-egiziano, che è già al terzo gol in campionato e raggiunge il compagno Pazzini, anche questa volta un po' in ombra. La paura è scacciata, la vittoria è ormai acquisita e il Milan potrebbe dilagare quando Robinho imbecca in area Constant, che dimostra di non avere certo piedi vellutati e svirgola alto il pallone con un inguardabile tiro. Poco male, perchè il successo è in cassaforte, ma pensate se un errore del genere fosse stato compiuto sullo 0-0, al povero Constant sarebbe venuto lo stadio in testa! invece va bene così e al fischio finale ci sono gli applausi per la squadra che viene sotto la curva a ringraziare per il sostegno e salutare i tifosi che non l'hanno lasciata sola.  

Il Milan ottiene una vittoria importante per il morale, ma si può dire che il malato abbia preso un brodino e non sia certo ancora completamente guarito; si sono viste buone cose, ma ancora solo per un periodo limitato, mentre per lunghi tratti dell'incontro sono stati gli avversari a dominare nella "casa del Diavolo". Serve più continuità, serve maggiore convinzione, ma anche più precisione, più attenzione e, magari, serve anche cominciare a fare bene lo cose semplici senza cercare giocate troppo difficili, perchè quando le cose non girano al meglio bisogna essere pratici e concreti senza badare troppo all'estetica. Servono conferme a cominciare dalla trasferta di Parma, ma intanto teniamoci stretto quanto di buono si è visto, a cominciare dalla vena realizzativa e dall'ottima prestazione di El Shaarawy, il Faraone, che con i suoi gioielli ha incantato il popolo rossonero; giocando con continuità ha capito che può essere importante e decisivo per questa squadra e può diventare uno dei punti di forza di un gruppo che è ancora alla ricerca di un'identità e può trovarla anche grazie a questi gol e a questa vittoria, perchè vincere aiuta a vincere e ora che il tabù di San Siro è sfatato, si può tornare a sperare ma, mi raccomando, senza illudersi troppo, perchè una rondine non fa primavera...soprattutto in autunno! 

   


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