.

E' un Milan inguardabile

di Davide Bin

Inzaghi aveva auspicato alla vigilia una squadra "incavolata" che avesse voglia di vincere le sedici partite che mancavano alla fine del campionato; i tifosi rossoneri, più realisticamente, si sarebbero accontentati di un filotto di quattro successi contro squadre teoricamente abbordabili (ammesso che ci sia ancora qualcosa di abbordabile per questo Milan alla deriva...), ma al primo ostacolo è arrivato l'ennesimo inciampo e un'altra delusione, sotto forma di pareggio contro l'Empoli con una prestazione molto negativa. Alla fine, con i rossoneri ridotti in nove nei minuti conclusivi per un'espulsione (Diego Lopez) e un infortunio (Paletta) a sostituzioni esaurite, bisogna addirittura tirare un sospiro di sollievo e tenersi stretto un punticino che serve davvero a poco, ma anche in parità numerica il Milan ha davvero deluso: è stato l'Empoli a fare la partita per lunghi tratti, con personalità e gioco da buona squadra, mentre il sempre meno numeroso pubblico di San Siro ha dovuto assistere attonito e impietrito all'ennesimo spettacolo sconcertante offerto da una squadra incapace di mettere insieme tre passaggi consecutivi, spaventata da un avversario che qualche anno fa si sarebbe sbranato senza difficoltà, totalmente senza gioco al punto che sono stati innumerevoli i passaggi orizzontali e all'indietro impietosamente fischiati sempre più rumorosamente da chi non ne può più di vedere una squadra allo sbando capace solo di commettere errori da dilettanti. L'alibi delle assenze non regge più, perchè a scorrere le formazioni di Milan ed Empoli è comunque evidente che i rossoneri hanno in squadra giocatori teoricamente più forti ed esperti, ma poi vai ad analizzare la partita e vedi che i toscani hanno avuto più possesso palla, si sono resi più pericolosi, tornano a Empoli con un punto strameritato e avrebbero potuto conquistarne anche tre, mentre il MIlan ha balbettato gioco inconcludente, ha segnato in una delle rarissime occasioni in cui ha concluso nello specchio della porta avversaria e poi ha combinato poco o nulla, uscendo dal campo impietosamente fischiata dal pubblico, ormai esasperato e stufo di una realtà sempre più deprimente.

Inzaghi perde anche Zaccardo e schiera Rami terzino destro, con la coppia centrale Alex-Paletta e il confermatissimo Antonelli (il migliore a Torino) a sinistra; da notare che per i due difensori arrivati a gennaio si tratta dell'esordio a San Siro con la maglia rossonera; con il ritorno al 4-4-2 il centrocampo è più folto, con De Jong e Poli centrali e Honda e Bonaventura sulle fasce, mentre in attacco ci sono Menez e Destro. Si gioca nell'insolito orario delle 12:30, in una domenica fredda e piovosa e gli spalti di San Siro sono sempre più deserti: le cifre ufficiali parlano di 27000 spettatori abbondanti, ma sono compresi tutti gli abbonati e, credetemi, molti di questi sono rimasti a casa, quindi la stima è decisamente inferiore e molto deprimente per chi ricorda un San Siro sempre pieno e ribollente d'entusiasmo in ogni occasione, ma in fondo è giusto e ovvio così e bisogna ammettere che nel week-end di San Valentino, continuare a seguire allo stadio una squadra del genere è davvero un atto d'amore incondizionato!

Toccherebbe a Inzaghi e ai suoi ragazzi riportare i tifosi a San Siro (almeno questo era uno degli obiettivi a inizio stagione), ma anche l'avvio di questa partita non offre motivi di speranza e dà ragione a chi è rimasto a casa al calduccio o ha deciso di dedicarsi ad altro. Bastano, infatti, tre minuti per vedere Paletta andare in crisi e perdersi Pucciarelli su una verticalizzazione e per fortuna la conclusione dell'empolese finisce sull'esterno della rete. Piove sul bagnato quando Alex prende una botta al naso (frattura del setto nasale) ed è costretto a lasciare il campo a Bocchetti, ultimo centrale disponibile e poi è ancora Empoli, con Mario Rui che tenta di sorprendere un distratto Diego Lopez fuori dai pali con un pallonetto da distanza siderale e per poco non ci riesce. E' un Milan confuso e spaventato, che lascia l'iniziativa all'Empoli e prova solo a colpire in contropiede; in pratica si sono ribaltati i ruoli: la grande (o presunta tale) che in casa sua lascia giocare gli avversari e la provinciale che gioca da grande con personalità, coraggio e buone trame di gioco che i rossoneri si sognano, visto che faticano a mettere insieme tre passaggi di fila. Ci vuole più di mezz'ora per vedere un guizzo di Menez (cross sbagliato dopo un tunnel), poi è ancora Empoli, con Mario Rui sempre più ispirato che si esibisce in un tiro in porta laddove tutti si aspetterebbero un cross e con un'altra bella azione ispirata da Valdifiori, autentico padrone del centrocampo, il regista che servirebbe a un Milan che non riesce a costruire gioco e si affida solo a sbilenchi rilanci di difensori e portiere. Incredibilmente questo Milan sconclusionato e malmesso riesce a portarsi in vantaggio appena riesce a costruire un'azione degna di tal nome: Menez va via in velocità, vede e premia la sovrapposizione di Bonaventura sulla sinistra e sul traversone basso di Jack si avventa Destro che mette in rete da pochi passi; azione semplice ma efficace, a dimostrazione che non serve fare cose trascendentali se non si hanno le capacità, ma basta far bene l'ABC del calcio per essere pericolosi. Primo gol in maglia rossonera per Destro e un vantaggio che è oro colato, vista la prestazione del Milan.

Non cambia il copione nella ripresa: è sempre l'Empoli a fare la partita, cosa che ora ha anche più senso perchè i toscani devono rimontare, ma il Milan arretra pericolosamente, si lascia assediare, non riesce a ripartire e tutto ciò è davvero sconsolante. L'ex Verdi sbaglia la conclusione al volo e grazia Lopez da favorevole posizione, ma poi, al termine di un'azione prolungata dei toscani, su un cross proveniente dalla destra Paletta si perde un altro ex, ovvero Maccarone e lo lascia completamente libero di colpire di testa, superando Diego Lopez. Ancora una volta serve più di mezz'ora per vedere un'azione del Milan degna di tal nome e ancora una volta i protagonisti sono gli stessi dell'azione del gol, nella stessa sequenza: Menez serve Bonaventura sulla sinistra e sul cross (questa volta alto), Destro colpisce di testa ma il pallone sorvola la traversa. Inzaghi prova a rianimare la sua squadra con Cerci al posto di Honda, ma il finale è soffertissimo per il Milan, perchè Lopez sbaglia in modo maldestro un rinvio di piede spedendolo sui piedi di un avversario sulla trequarti con la difesa sbilanciata che sta salendo e si trova costretto a uscire alla disperata su Tavano lanciato a rete e a toccare il pallone con la mano fuori area per evitare il gol, ma ciò comporta automaticamente l'espulsione. Milan in dieci con Abbiati al posto di Destro e l'inferiorità numerica diventa doppia quando Paletta si fa male (problema muscolare) e Inzaghi non può più fare cambi; i rossoneri si schierano con due linee a quattro senza attaccanti e lasciano passare i pochi minuti finali senza correre pericoli, ma il pareggio non soddisfa certo il popolo rossonero, che manifesta tutta la sua disapprovazione con sonori fischi. Brutta figura anche a partita conclusa, con soli cinque giocatori, guidati da De Jong (capitano vero) che si portano sotto la curva a salutare e ringraziare chi li ha sostenuti per novanta e più minuti nonostante la pessima prestazione; anche questi comportamenti sono da cambiare in fretta e Inzaghi, sempre molto corretto e attento nei rapporti con i suoi tifosi, dovrebbe intervenire.

Il Milan compie un brusco passo indietro anche rispetto alla sconfitta di Torino, in cui almeno la prestazione contro un avversario evidentemente più forte era stata positiva e incoraggiante. I rossoneri hanno combinato davvero poco, in difesa si sono rivisti errori clamorosi, il centrocampo è rimasto in balia degli avversari e gli attaccanti hanno ricevuto pochi palloni giocabili. Il risultato sta stretto all'Empoli e ora Inzaghi deve spiegare al popolo rossonero perchè una squadra che doveva avere la bava alla bocca, essere incavolata, dare tutto e confermare i progressi visti allo Juventus Stadium è scesa in campo spaventata, contratta, terrorizzata, totalmente incapace di fare gioco e soverchiata da un avversario che gioca bene, è organizzato, sa cosa fare quando è in possesso del pallone, ma si chiama pur sempre Empoli e non dovrebbe permettersi di dominare la situazione a San Siro. In campo si è vista una squadra, l'Empoli e, dall'altra parte, un gruppo di giocatori che squadra non è e ciò è grave dopo ben 23 giornate di campionato. Questo Milan è davvero inguardabile e i già pochi tifosi presenti a San Siro sono destinati a diminuire ulteriormente se lo spettacolo offerto è questo; ci vuole una svolta, mentale, tattica e tecnica, tante volte promessa in questo inizio di 2015 ma mai arrivata e a questo punto anche le responsabilità di chi guida la squadra appaiono evidenti, soprattutto quando si vedono squadre meno attrezzate giocare meglio di un Milan senza identità che si fa mettere sotto da chiunque, collezionando brutte figure, altro che filotti e vittorie in serie...  


Altre notizie
PUBBLICITÀ