Due lampi nel buio
Bisognava vincere per dimenticare la falsa partenza di Firenze e la vittoria è arrivata, ma ha ragione Mihajlovic quando dice di sentirsi come se avesse perso, perchè la prestazione della squadra suona come una sconfitta per il tecnico che vuole dare una nuova mentalità e incutere coraggio, personalità e autostima in un gruppo che, però, fatica a scrollarsi di dosso le paure, i timori e i limiti caratteriali che la scorsa pessima stagione ha lasciato in eredità a chi l'ha vissuta e rischia di trasmettere questa negatività anche ai nuovi. Il pubblico di San Siro, non molto numeroso ma giunto fiducioso allo stadio, ad un certo punto è rimasto sgomento, terrorizzato al pensiero di rivivere e rivedere una delle tante partite storte della passata stagione; in effetti, nonostante ci fossero due allenatori diversi sulle panchine e anche alcuni interpreti diversi, per lunghi frangenti questo Milan-Empoli di fine agosto ha ricordato quello di metà febbraio, quando i toscani, allora guidati da Sarri, diedero una lezione di calcio al Milan di Inzaghi. Quella volta finì 1-1, ma anche quella partita suonò come una sconfitta per molti (Pippo a parte che fra le sue colpe ha sicuramente quella di aver sempre difeso troppo i suoi ragazzi e negato l'evidenza di tante prestazioni negative) e sei mesi dopo le cose sembrano cambiate davvero poco, nonostante le illusioni estive. La squadra ha mostrato gioco lento e inefficace, non è riuscita a innescare le due punte, ha effettuato quasi sempre passaggi indietro od orizzontali, alternati a lanci lunghi spesso sbagliati e ha finito con il tornare preda di paure e timori, lasciando spesso l'iniziativa a un Empoli che in fin dei conti ha giocato meglio e creato più occasioni. E' difficile trovare altre azioni pericolose dei rossoneri oltre ai due gol, mentre sono tanti i brividi che hanno percorso le schiene dei tifosi del Milan durante gli attacchi dei toscani; la squadra di Mihajlovic ha vinto perchè per il momento ciò che funziona meglio è proprio la coppia d'attacco, che ha trasformato in oro (gol), quel poco che ha avuto a disposizione. Con il passare dei minuti, la tensione e il nervosismo crescente hanno complicato le cose e portato i giocatori del Milan a scegliere soluzioni difficili, mentre nei pochi frangenti in cui si è scelto di fare cose semplici sono arrivati i gol: una verticalizzazione palla a terra come piace al tecnico per il primo gol, un calcio d'angolo battuto finalmente come si deve in occasione del secondo e decisivo gol, cioè con un cross teso al centro dell'area invece di tante soluzioni cervellotiche che fanno infuriare gli esigenti tifosi rossoneri.
Anche Mihajlovic ha contribuito a complicarsi la vita, schierando un Milan più difensivo, con Nocerino e Suso al posto di Bonaventura e Honda, in una partita in cui bisognava attaccare, mentre a Firenze aveva proposto una squadra più offensiva e sbilanciata al cospetto di un avversario più forte e competitivo, ma il povero Sinisa sta cercando la formazione migliore in mezzo a tante difficoltà e l'impresa non è semplice. Il popolo rossonero ha ormai adottato l'ex interista Mihajlovic, applaudito al momento della lettura delle formazioni e sta dando credito e fiducia a questo Milan: la Curva è tornata colorata, imbandierata, discretamente piena e, soprattutto, rumorosa con i suoi cori scanditi a gran voce e con il sostegno costante per l'intera partita, mentre dal resto degli spalti sono partiti spesso fischi a sottolineare i troppi passaggi indietro, i tanti errori e la fatica nel produrre gioco. Insomma la prima esibizione a San Siro in campionato lascia molti dubbi e perplessità, perchè ci si aspettava ben altro e, invece, si è rivista una squadra troppo simile a quella della passata stagione e ora è chiaro che non sarà facile svoltare e ridare un'identità vincente a questo gruppo.
Dopo un inizio equilibrato in cui nessuna della due squadre riesce a prevalere e la noia la fa da padrona, senza occasioni degne di nota, arriva il primo lampo a illuminare San Siro, ovvero la bella verticalizzazione di Luiz Adriano che permette e Bacca di involarsi verso la porta, resistendo al ritorno di un paio di difensori, scartando il portiere e insaccando da attaccante di razza. Sembra il gol che spiana la strada al successo rossonero, ma quattro minuti dopo tutto cambia, quando un pallone perso banalmente innesca l'azione dell'Empoli, rifinita da un colpo di tacco di Maccarone e conclusa dal classico gol dell'ex Saponara. Pallone regalato e difesa bucata facilmente in velocità con una verticalizzazione, tutte cose viste tante, troppe volte nella scorsa stagione e il gol ha l'effetto di una mazzata sull'autostima del Milan, che si blocca terrorizzato e non riesce più a produrre calcio decente. Il finale di primo tempo è un'agonia scandita dalle azioni dell'Empoli alle quali il Milan oppone pressochè nulla e, allora, Mihajlovic corre ai ripari e prova a spegnere i fischi assordanti che accompagnano la squadra nello spogliatoio per l'intervallo, sconfessando le sue scelte iniziali e mandando in campo a inizio ripresa Kucka al posto di Nocerino e, più avanti, Bonaventura al posto dell'impalpabile Suso. Non che la situazione migliori molto, è sempre l'Empoli a giocare meglio e a creare spaventi a pubblico e giocatori rossoneri, ma almeno Bonaventura ci mette impegno e dinamismo e, soprattutto, riesce finalmente a battere un calcio d'angolo degno di questo nome, sul quale Luiz Adriano svetta segnando il gol che sembra scacciare la paura. Il Milan soffre e trema ancora, ma difende con le unghie e con i denti una preziosa vittoria, affidandosi negli ultimi minuti anche a Poli, mentre Balotelli torna mestamente in panchina dopo essersi scaldato, peraltro con non eccessivo impegno, per quasi tutta la ripresa, ricevendo incoraggianti applausi dai tifosi.
Teniamoci stretti questi tre punti, i primi del campionato per il Milan: la scorsa stagione i rossoneri avrebbero perso, o comunque non vinto, una partita giocata così e anche se sembra una magra consolazione è già un passo avanti; per il resto c'è poco di cui essere soddisfatti e, infatti, nè pubblico nè allenatore lo sono e, spero, sia altrettanto per giocatori che sembrano bloccati e preda dei fantasmi del passato. Sicuramente ci sono anche limiti di gioco, perchè manca il famoso regista che sappia costruire le azioni e farle partire e troppo spesso si assiste a passaggi indietro al portiere e tocca proprio a Diego Lopez provare a smistare il pallone a compagni che danno l'impressione di avere tra i piedi una sfera bollente della quale vogliono liberarsi in fretta ma senza sapere bene come. Peccato perchè due attaccanti come Bacca e Luiz Adriano serviti con precisione, continuità ed efficacia potrebbero essere davvero letali, come hanno dimostrato nelle poche occasioni che sono capitate loro, ma per il momento i limiti di gioco della squadra sono ancora evidenti e bisognerà lavorare molto per risolverli, anche se di tempo ce n'è poco, visto che fra due settimane è già derby e un'altra prestazione di questo tipo non sarebbe tollerata da una tifoseria che sembra avere ben poca pazienza (Curva Sud a parte naturalmente). Forse anche il pubblico contribuisce alla mancanza di serenità e autostima di molti giocatori e questo andrebbe evitato: i tifosi dovrebbero essere di sostegno e di aiuto, non dovrebbero alimentare tensioni e timori, ma si sa che dopo periodi bui è difficile rimanere tranquilli e c'è poca pazienza, perchè tutti vogliono tornare al più presto a vincere, divertirsi e lottare per grandi traguardi e i responsabili delle scorse stagioni negative hanno il fucile puntato addosso e gli viene perdonato davvero poco.
Ora sta a Mihajlovic proseguire nel suo difficile lavoro di ricostruzione di una squadra che fatica a scrollarsi di dosso ansie e paure; il problema sembra davvero più che altro mentale e questo complica le cose, perchè progressi e lenti miglioramenti possono essere cancellati in un attimo dal primo episodio sfavorevole, come il gol di Saponara in questa serata in cui si sono visti solo due lampi nel desolante buio di una prestazione non all'altezza. La sosta arriva al momento giusto e permette a Mihajlovic e ai suoi giocatori di riordinare le idee e provare a ripartire; vittoria e tre punti sono un buon viatico, ma bisogna migliorare molto e presentarsi al derby con ben altro spirito, per provare a tornare finalmente il Milan, squadra un tempo invidiata e ammirata che si è persa nel nulla e che ora si fa mettere sotto a domicilio da squadre teoricamente inferiori come l'Empoli, che per la seconda volta nello stesso anno solare fa bella figura alla Scala del calcio, ma questa volta rimane a bocca asciutta perchè vince il Milan e questa è davvero l'unica nota lieta nello stonato concerto della banda Mihajlovic.