Derby amaro
Nel calcio le partite le vince chi la "butta dentro" e segna più dell'avversario e giocare meglio è sempre una magra consolazione per chi perde; purtroppo è proprio ciò che è successo al Milan nel derby, perchè i rossoneri hanno giocato bene, in alcuni frangenti addirittura meglio dei rivali ed escono a testa alta alla fine di un match in cui il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, ma tutto ciò conta poco, davanti all'ennesima delusione, ancor più bruciante perchè arriva proprio nella partita che mai si vorrebbe perdere. Non è stata una partita spettacolare, ma sicuramente più bella e divertente dei deprimenti derby della scorsa stagione: le due squadre si sono affrontate a viso aperto, hanno mostrato pregi apprezzabili e difetti migliorabili con il passare del tempo, visto che siamo ancora a inizio stagione e l'equilibrio è stato spezzato da un episodio, ovvero da un'altra ripartenza letale per i rossoneri, che soffrono molto queste situazioni di gioco. Mihajlovic ha provato a proporre un centrocampo con più fantasia, ridando fiducia a Montolivo al posto di De Jong, ma è chiaro che l'assenza dell'olandese si è sentita in fase di non possesso palla e a qualcuno sarà venuto il sospetto che con De Jong in campo forse l'azione decisiva sarebbe stata interrotta prima di diventare pericolosa, ma è chiaro che con o se e con i ma non si va da nessuna parte e nel calcio, come in molte altre cose della vita, non c'è mai la controprova. Purtroppo è arrivata un'altra delusione per il popolo rossonero, ma la Curva Sud ha comunque applaudito i giocatori a fine partita e ciò dimostra che l'impegno è stato apprezzato e i rossoneri meritano l'onore delle armi, anche se ciò consola davvero poco.
San Siro torna a riempirsi per l'appuntamento più atteso, il derby: cancelli aperti già alle 18, stadio che comincia a gremirsi lentamente ma inesorabilmente fino al tutto esaurito, primi sfottò fra le due curve in attesa del momento più importante in quello che si definisce il "derby del tifo", ovvero quello delle coreografie che precede l'inizio della stracittadina in campo. Non c'è stato molto tempo per realizzare le coreografie, visto che il derby si gioca già alla terza giornata, ma le due curve cercano comunque di dare il meglio di loro stesse: la Sud punta sulla voglia di riscatto di tutto l'ambiente rossonero dopo un paio di stagioni pessime e propone un grosso telone raffigurante un pirata contornato dalle solite plastiche rosse, nere e bianche e con uno striscione esposto in transenna molto eloquente: "AVANTI MILAN ALLA RISCOSSA", mentre la Nord, con più spazio a disposizione (i tre anelli, visto che si gioca in casa dell'Inter), resta più sul tradizionale e realizza un gigantesco stemma con tanto di biscione. Dopo lo spettacolo sugli spalti la parola passa al campo, dove il fischiatissimo ex Mihajlovic schiera un Milan riveduto e corretto, soprattutto a centrocampo: esordio da titolare in campionato per Montolivo, affiancato da Bonaventura e Kucka, il trequartista è Honda e le punte sono, ovviamente, Bacca e Luiz Adriano, mentre in difesa accanto a Romagnoli c'è Zapata e, vista l'indisponibilità di Antonelli, De Sciglio "trasloca" a sinistra e a destra viene riproposto Abate.
Ti aspetti un inizio tattico, con le solite fasi di studio e, invece, il Milan prova subito a sorprendere con il duo Bacca-Luiz Adriano: il colombiano rifinisce per il brasiliano che si presenta solo davanti ad Handanovic ma si fa ipnotizzare dal portiere e gli tira addosso. Peccato perchè la partita avrebbe potuto prendere subito una direzione favorevole ai rossoneri, ma comunque l'avvio del Milan dà fiducia, visto che ancora Luiz Adriano ha un paio di occasioni potenzialmente pericolose e anche Honda fa la cosa più bella della sua anonima partita con una rasoiata da fuori area che impegna Handanovic. L'Inter risponde con qualche lampo di Jovetic e, soprattutto, nel finale di tempo con un'occasione di Icardi molto simile a quella iniziale di Luiz Adriano, ma Diego Lopez imita il suo collega portiere nerazzurro e salva un gol che sembrava già fatto. Più Milan che Inter con la Curva Sud che, come richiesto da Lopez alla vigilia, canta a gran voce e spesso riesce a farsi sentire in uno stadio tutto colorato di nerazzurro; sembra una buona serata per un Milan coraggioso e con buona personalità, che vuole fare la partita e spesso ci riesce, ma non è un buon segno il fatto di non aver sfruttato le occasioni avute concretizzando la leggera superiorità, perchè partite come questa spesso vengono decise da episodi e non si può sprecare troppo. Si va al riposo sullo 0-0 e rimane un po' di amaro in bocca al popolo rossonero, comunque fiducioso per la ripresa.
Inizio di ripresa equilibrato, con l'Inter che riesce a rendersi potenzialmente pericolosa grazie a un disimpegno errato di Diego Lopez, ma la difesa rossonera è attenta e poi il portiere del Milan si fa perdonare alzando in angolo un insidioso colpo di testa di Guarin. Purtroppo Diego Lopez nulla può sulla tremenda conclusione a giro dalla distanza dello stesso Guarin che chiude nel migliore dei modi una micidiale ripartenza sulla quale il Milan, che aveva alzato pressing e baricentro per provare a conquistare palla a ridosso dell'area avversaria, si fa trovare impreparato e sbilanciato e si fa trafiggere con troppa facilità, dimostrando di soffrire troppo in queste situazioni di gioco, soprattutto se manca un incontrista come De Jong. Partita tutta in salita ora per i rossoneri che, però, non si perdono d'animo e provano a riacciuffare la parità; Mihajlovic tenta la carta Balotelli, sostituendo un Bacca meno pimpante del solito, forse perchè...fuso dal fuso orario (è stato uno degli ultimi a tornare a Milanello dal Sud America) e SuperMario, fischiatissimo ex, prova a rendersi pericoloso: solo il palo gli nega la gioia del tanto atteso gol in un derby dopo uno splendido tiro dalla distanza e un'altra magia su calcio di punizione viene deviata in angolo da Handanovic. Il Milan ci prova con generosità, chiude l'Inter nella sua area, ma manca la necessaria lucidità e non sono certo decisivi gli ingressi di Poli e Cerci al posto di Kucka e Honda, cambi che non modificano molto la situazione. Finisce con una sconfitta amara perchè immeritata, ma i tifosi rossoneri, seppur delusi, trovano la forza per applaudire una squadra che ci ha messo impegno e coraggio, giocando una discreta partita.
Perdere il derby è sempre una mazzata per il morale di squadra e tifosi, ma la buona prestazione deve dare fiducia e da quella bisogna ripartire per invertire fin dalla prossima partita la pericolosa tendenza: due sconfitte in tre partite sono preoccupanti, tre punti sono un po' pochi per chi voleva riscattarsi e il pirata rossonero rimane senza bottino, ma se questa partita doveva essere un esame e dire la verità sullo stato di salute del Milan, si può dire che l'esito non sia poi del tutto negativo, risultato a parte. Mihajlovic ha ritrovato il Milan che voleva, almeno sul piano del gioco e dello spirito e ora non bisogna lasciarsi andare alla depressione e al pessimismo perchè questa squadra può far bene, anche se c'è molto da lavorare e migliorare in tutti i reparti. E' stato un derby amaro, ma ora cerchiamo di voltare pagina e reagire, anche se non sarà facile.