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Da sosta a sosta per capire chi siamo

di Davide Bin

Dopo il gradevole antipasto di due partite di campionato che hanno preceduto la prima sosta per gli impegni delle nazionali, cosa pressochè inedita in Italia, visto che di solito si disputava una sola giornata di campionato prima della sosta (e la scorsa stagione neppure quella per colpa dello sciopero dei calciatori), la stagione entra davvero nel vivo e per le squadre impegnate in Europa sono in programma partite ogni tre giorni ad un ritmo infernale: il Milan disputerà sette incontri fra campionato e Champions in soli ventitre giorni (dal 15 settembre al 7 ottobre, cioè da sosta a sosta) e fra questi ci sono partite davvero difficili come la trasferta di San Pietroburgo o il derby che chiuderà questo primo miniciclo molto importante per capire davvero quale sia il livello di competitività di questa squadra. In questi casi non bisogna correre il rischio di guardare troppo avanti ed è necessario affrontare gli impegni uno alla volta senza pensare a quello successivo; obbligatorio, quindi, per Allegri e i suoi ragazzi, concentrarsi solo sui novanta minuti di battaglia che li attendono contro l'Atalanta, perchè è troppo importante conquistare i tre punti per dare continuità al successo di Bologna e far capire alla concorrenza che il Milan c'è e, pur fra mille problemi e difficoltà, vuole lottare per le zone altissime della classifica. Quando si giocano così tante partite in pochi giorni, è fondamentale l'esperienza di chi ha già vissuto in passato cicli "terribili" come questo; per i giocatori del Milan tutto questo dovrebbe essere semplice routine, perchè stiamo parlando di una squadra abituata a giocare costantemente in Europa, a parte casi isolati dopo stagioni davvero fallimentari, ma proprio qui viene il bello: senza quasi tutta la "vecchia guardia", senza top-players come Ibrahimovic e Thiago Silva, con molti giovani e altrettanti giocatori nuovi provenienti in alcuni casi da squadre che non frequentano abitualmente il "salotto buono" europeo, ci può essere il rischio di non affrontare nel modo giusto questa serie di impegni ravvicinati, che richiedono grande concentrazione, doti di recupero immediato fra uno sforzo e l'altro e pazienza nell'accettare l'eventuale turn-over, perchè l'allenatore deve dosare le forze di giocatori non ancora al meglio per quanto riguarda la condizione fisica.

Allegri è preparato, sa cosa deve fare e vuole a tutti i costi costruire una squadra capace di essere competitiva su tutti i fronti; l'impresa non è facile per un Milan rinnovato e ringiovanito e lo dimostra l'altalena di risultati e prestazioni nelle due partite ufficiali già disputate: i rossoneri hanno perso in casa contro la Sampdoria disputando una partita a due volti (pessimo il primo tempo, sufficiente la ripresa), poi si sono riscattati a Bologna in una partita dove, però, la splendida tripletta di Pazzini ha coperto e nascosto le pecche di una prestazione con più ombre che luci. Ci vuole pazienza, quella che i tifosi rossoneri, Curva Sud a parte, sembrano non avere, visto che hanno sottoscritto pochi abbonamenti (si va verso il record negativo della gestione Berlusconi) e San Siro è sempre desolatamente mezzo vuoto e ciò un po' dispiace perchè, come ho già avuto modo di dire in passato, la tifoseria rossonera è sempre stata ammirata e invidiata per il suo straordinario attaccamento alla maglia, ma evidentemente i tanti successi di questi ventisei anni hanno un po' imborghesito tanti tifosi che pretendono sempre e comunque una squadra vincente e infarcita di campioni e stortano il naso davanti a questo Milan un po' ridimensionato. Il tempo dirà se anche questa volta la dirigenza rossonera è stata lungimirante e ha lanciato una nuova tendenza, ma sta di fatto che in tempi di crisi come questo una squadra che non butta più via milioni di euro a palate dovrebbe essere apprezzata e sostenuta e non criticata e magari si potrebbe davvero arrivare a dimostrare che non serve spendere molto per costruire una squadra vincente. Il Milan attuale è sicuramente inferiore alla Juventus e a molte squadre del panorama europeo, ma la cosa più negativa rischia di essere, non il livello qualitativo della rosa o il valore dei singoli giocatori, ma quel clima di pessimismo e sfiducia che si respira attorno alla squadra e che potrebbe condizionare i giocatori, come avvenuto nel primo tempo di Milan-Sampdoria, quando il pallone sembrava scottare fra i piedi di tutti i rossoneri, salvo rare eccezioni. Ora il Milan si ripresenta a San Siro contro un altro avversario ostico e da prendere con le molle e ha bisogno del sostegno del pubblico per superare i momenti difficili che sicuramente ci saranno in una partita più complicata di quanto si possa pensare. La squadra di Allegri non ha più il giocatore che può vincere da solo le partite e deve superare gli avversari con la forza del collettivo e del suo gioco; tutti i giocatori devono dare il meglio di loro stessi e bisogna dimostrare di essere uniti e di remare nella stessa direzione se si vuole arrivare lontano. La sosta ha permesso di inserire con calma gli ultimi arrivati, De Jong, Bojan e il giovane Niang e di lavorare su schemi e tattica con i giocatori che non sono andati nelle loro nazionali; ora si vedranno i frutti di questo lavoro, anche perchè nelle prossime settimane ci sarà davvero poco tempo per allenarsi, visto che si giocherà ad un ritmo impressionante.

Sono passati poco più di quattro mesi dall'ultimo Milan-Atalanta giocato a San Siro, ma leggendo la formazione rossonera di allora e quella prevista per questa sera sembra passato davvero molto più tempo e per questo non sarà facile replicare il netto successo di allora, ma bisognerà giocare con grande impegno e determinazione: dopo lo spavento per un infortunio in allenamento, Pazzini dovrebbe scendere in campo dal primo minuto e Allegri deve scegliere il suo partner, ma la cosa più importante sarà servirlo al meglio con cross, traversoni e verticalizzazioni, perchè il Pazzo ha dimostrato di essere uno straordinario finalizzatore se assistito nel migliore dei modi. E' un MIlan molto diverso rispetto alla scorsa stagione, negli uomini e nel gioco, ma lasciamogli il tempo di dimostrare il suo valore prima di giudicarlo; un progetto, bello o brutto che possa sembrare, ha bisogno di tempo per essere realizzato e le critiche feroci in questo momento servono davvero a poco; facciamo lavorare Allegri, cerchiamo di riempire San Siro e di andare allo stadio ben disposti a fare anche noi il nostro sacrificio, cioè quello di sostenere con passione e calore una squadra che non è stratosferica e proprio per questo ha bisogno di appoggio e affetto. Lottiamo uniti, superiamo insieme gli ostacoli di una stagione durissima, perchè chi ha il Milan nel cuore non ha paura delle difficoltà, non teme la sofferenza e ama questa maglia, indipendentemente da chi la indossa. La stagione entra nel vivo e se si vuole andare lontano serve il contributo di tutti, in campo e sugli spalti.   


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