Clamoroso a San Siro...vince il Milan!
La possiamo definire la vittoria più inutile del campionato rossonero, ma siccome la partita andava comunque giocata e vincere è sempre meglio che perdere, prendiamoci questa piccola soddisfazione, che avevamo chiesto per l'onore, la dignità e per la maglia e che la squadra ha ottenuto. Semmai si può dire che questo successo alimenta i rimpianti, perchè in fin dei conti il Milan è stato capace di battere a San Siro Roma, Lazio e Napoli, ovvero le tre squadre che attualmente sono dietro l'inarrivabile Juventus, dimostrando di poter giocare almeno alla pari con rivali molto meglio piazzate in classifica e che, quindi, con maggior determinazione e carattere forse questa squadra sarebbe ancora in corsa almeno per l'Europa League. Invece i punti buttati al vento sono stati troppi, anche contro squadre ampiamente alla portata di questo Milan, con prestazioni negative (e questa è un'aggravante), mentre contro la Roma si è vista una squadra tonica, grintosa, capace di pressare, ripartire, organizzare buone azioni e mettere in difficoltà quella che almeno fino a domenica sera rimane la seconda forza del campionato, anche se la Roma ha ampiamente mostrato tutte le sue lacune e i suoi limiti attuali con una prestazione sottotono, della quale il Milan ha saputo approfittare per fare suoi tre punti che non cambiano molto il suo triste destino ma che fanno comunque piacere. Come contorno sono arrivati il primo gol in rossonero di Van Ginkel, la classica rete dell'ex firmata da Mattia Destro e buone prestazioni individuali, su tutte quella di Honda, autore dei due assist per i gol e di altre azioni convincenti dopo un periodo di appannamento. Purtroppo, come ha detto anche Inzaghi, è troppo tardi per tornare in corsa per qualche obiettivo, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai e almeno è arrivata una soddisfazione dopo cinque partite senza successi e tre sconfitte consecutive, anche se la Curva Sud ha proseguito la sua contestazione con eloquenti striscioni e ha anche ironizzato sul successo che si stava delineando, cantando "Vinceremo il tricolor" e sottolineando che questo successo ormai serve davvero a poco.
Inzaghi recupera Antonelli e Abate sulle fasce, conferma Paletta e Alex coppia centrale, lasciando in panchina Mexes, schiera a centrocampo Poli, De Jong e Van Ginkel, anche perchè non ha molta scelta, mentre il tridente è composto da Destro, Honda e Bonaventura, vista l'indisponibilità per squalifica di Menez e per infortunio improvviso di Cerci. La cornice di pubblico è discreta, soprattutto rispetto all'ultima partita, il turno infrasettimanale contro il Genoa e considerate le tre sconfitte consecutive che hanno ulteriormente depresso il popolo rossonero. La Curva Sud è vuota nella parte centrale per permettere di stendere tanti striscioni che lanciano un messaggio forte e chiaro a dirigenza e proprietà: "Una stagione senza dignità, uno stadio vuoto la triste realtà. E adesso? Grandi campioni per rifondare se senza abbonati non volete restare. O al citofono ci verrete a supplicare?!". Sicuramente un ottimo riassunto in poche parole di una stagione fallimentare e l'ultima frase ironizza su quanto successo a gennaio, quando, secondo leggenda metropolitana, Galliani andò a Roma a supplicare al citofono Destro per convincerlo a venire al Milan. Comunque questa volta gli ultras non abbandonano lo stadio, anche se passano buona parte del primo tempo a insultare la tifoseria avversaria, mentre nella ripresa si dedicano alla contestazione, invitando i giocatori ad andare a lavorare e Galliani ad andarsene, chiedendo di vedere in campo la Primavera e cantando ironicamente "Vinceremo il tricolor" e "I campioni dell'Europa siamo noi", aggiungendo anche qualche consueto coro in onore dei colori rossoneri e di incitamento alla squadra, ma solo intesa come maglia e non certo come giocatori. A proposito di maglia, i giocatori indossano la prima maglia della prossima stagione, che è un ritorno al classico, con le strisce tutte della stessa misura, al contrario di quanto avvenuto in questa stagione; così a prima impressione sembra un po' troppo scura, con predominio del nero e un rosso più cupo rispetto al solito, ma forse bisogna solo farci un po' l'abitudine, anche perchè ormai si sa che chi produce le maglie si sbizzarrisce a cambiare ogni anno grandezza delle righe e tonalità dei colori, in questo caso il rosso. Per far notare un po' meno, soprattutto in televisione, i tanti vuoti sugli spalti e per celebrare la nuova maglia, è stata organizzata una coreografia nel settore arancio: al primo anello tante strisce colorate che vanno a comporre il classico rossonero e la bandiera di Milano, che è poi lo stemma che compare in questa stagione (e nella prossima) proprio sulla prima maglia e al secondo anello un lungo striscione con la scritta ROSSONERI; nulla a che vedere con le maestose e fantasiose coreografie della curva, ma almeno un po' di colore in uno stadio sempre più vuoto e triste, tanto per riprendere le parole che compaiono sugli striscioni della Sud.
Come da tradizione consolidata delle ultime partite, basta meno di un minuto per tremare e subire la prima occasione degli avversari: Gervinho va via sulla fascia e mette al centro un pallone pericoloso in area piccola che Paletta rinvia in angolo togliendolo a Doumbia, pronto al tap-in. Sembra il prologo al dominio di una Roma più motivata e determinata, in quanto in lotta per il secondo posto, ma poi, un po' a sorpresa, la Roma si sgonfia e il Milan lievita, sfiorando in un paio di occasioni il gol del vantaggio: prima è Honda, servito da un assist di testa di Antonelli a impegnare De Sanctis con un bel tiro destinato sotto la traversa, poi è Bonaventura di testa (su cross di Van Ginkel) a far volare ancora De Sanctis, costringendolo alla seconda parata decisiva. In mezzo c'è un palo colpito da Manolas che dimostra che la Roma è comunque viva e pericolosa e un clamoroso abbaglio di Tagliavento che trasforma un placcaggio di Astori su Destro lanciato verso la porta in fallo commesso dall'attacante rossonero. Nel frattempo la Roma perde Gervinho per infortunio e conferma tutti i suoi limiti attuali; il Milan prende coraggio e l'azione del vantaggio nasce proprio da un caparbio ed efficace pressing a centrocampo, una rarità in questa stagione: Destro ruba palla a Pjanic e innesca la ripartenza di Honda, che fugge via sulla destra e mette al centro il traversone basso sul quale si avventa Van Ginkel, con un inserimento in area piccola da autentico centravanti "alla Inzaghi", segnando il suo primo gol in maglia rossonera. Il Milan va così al riposo in vantaggio, ma non si tratta certo di una garanzia di vittoria, visto che in questa stagione tante volte i rossoneri si sono fatti rimontare.
In effetti la Roma ci prova nella ripresa, inizialmente con uno spettacolare ma impreciso tiro al volo di Florenzi e alzando il baricentro, ma il Milan replica colpo su colpo e trova il gol del raddoppio prima del quarto d'ora, con un altro guizzo di Honda che si esibisce in finte e cross per la testa di Destro che in area piccola castiga ancora De Sanctis, segnando il gol dell'ex. Ora si può davvero sperare nella vittoria, anche perchè la Roma fatica a reagire, giocando in modo lento e prevedibile, mentre il Milan insiste e crea altri pericoli, sempre sul binario di destra con lo scatenato Honda, che va via in velocità e mette in mezzo un altro traversone invitante sul quale Poli è in leggero ritardo e che Bonaventura non sfrutta con un tiraccio impreciso. La Roma si rende pericolosa solo con un guizzo di Doumbia in area e conseguente tiro murato da Alex e intanto Inzaghi deve sostituire l'infortunato Antonelli con Bocchetti, mentre Garcia prova la carta Totti al posto di Pjanic. Il Milan controlla agevolmente la situazione ma a metterlo in difficoltà ci pensa non tanto la Roma, quanto Tagliavento che su suggerimento dell'arbitro di porta concede il rigore ai giallorossi per fallo di De Jong su Iturbe, ma sembra evidente che è il romanista ad andare addosso all'olandese e non viceversa. Totti trasforma il rigore (che Lopez quasi para), la Roma prende coraggio e prova a pareggiare, mentre Inzaghi toglie Destro e inserisce Pazzini che si mette subito in mostra con una conlcusione sull'esterno della rete che vanifica una bella azione manovrata in contropiede. Nel finale si trema per un insidioso tiro di Iturbe che Lopez devia in angolo e Inzaghi inserisce il fresco Mexes al posto dello stanco Alex; il Milan si difende con ordine e concede alla Roma solo un tiro dalla distanza di Nainggolan e una punizione forte ma centrale di Totti che non impensierisce più di tanto Lopez. L'ultima nota di cronaca è l'espulsione di Inzaghi per proteste, ma Pippo si consola con una vittoria dell'orgoglio, quell'orgoglio che aveva chiesto ai suoi ragazzi e, soprattutto, con gli applausi e il coro dei suoi tifosi, che lo accompagnano verso l'uscita in un modo molto dolce, come ai vecchi tempi quando segnava gol importanti e decisivi. Alla fine si può finalmente esultare per una vittoria che mancava da molto tempo; come già detto è una vittoria inutile ai fini della classifica, ma fa comunque piacere, vista la caratura di un avversario che metteva paura ma, in fin dei conti, ha deluso, giocando bene solo in avvio e nel finale, dopo aver dimezzato le distanze. Vittoria meritata per un discreto Milan che così motivato e concentrato non si vedeva da tempo; se avesse interpretato allo stesso modo altre partite del recente passato, forse ora staremmo facendo altri discorsi, mentre ormai la speranza è solo quella di vedere lo stesso impegno anche nelle ultime tre partite, per chiudere dignitosamente una stagione negativa da dimenticare in fretta.