Catastrofe evitata, ma la brutta figura rimane
Alla vigilia Mihajlovic aveva dichiarato che perdere contro il Crotone sarebbe stata una catastrofe; chissà, allora, cosa ha pensato quando a non molti minuti dalla fine, sul risultato di 1-1, già di per sè deludente e sorprendente, Budimir si è involato verso la porta di Abbiati e solo una vigorosa spallata di Zapata ha scongiurato il peggio. Alla fine è andata bene, perchè nei tempi supplementari la punizione capolavoro di Bonaventura e il gol di Niang hanno scacciato la paura e lanciato il Milan verso quegli ottavi di finale di Coppa Italia che sono sempre stati il punto di partenza del torneo per i rossoneri (in questa stagione costretti, invece, a iniziare dal terzo turno già ad agosto per colpa del deludente decimo posto in campionato della scorsa stagione), ma il Crotone non ha meritato la sconfitta, a maggior ragione con due gol di scarto e ciò fa capire che i rossoneri non hanno certo fatto una bella figura in questo impegno valido per una competizione tante volte snobbata in casa rossonera nei tempi gloriosi in cui si inseguivano (e spesso si raggiungevano) scudetti e coppe "dalle grandi orecchie", ma che in tempi di "vacche magre" come questi in cui nemmeno si riesce a partecipare a una competizione europea dovrebbe essere un obiettivo concreto e meritare maggior attenzione da parte di tecnico e giocatori. Dico questo perchè Mihajlovic ha dichiarato di dare molta importanza alla Coppa Italia, salvo poi schierare un Milan 2 con undici giocatori diversi rispetto a sabato, convocando i titolari Bonaventura, Montolivo e Romagnoli solo a poche ore dal match e questi non sono certo segnali positivi per la squadra, attesa dalla classica partita in cui hai tutto da perdere e poco da guadagnare, visto che la vittoria viene considerata un "minimo sindacale". I giocatori, poi, hanno rincarato la dose, perchè chi gioca poco o niente in campionato dovrebbe metterci l'anima quando gli viene data l'occasione di scendere in campo, invece molti, anzi praticamente tutti, hanno deluso, rischiando di scrivere una delle pagine più brutte della storia del Milan e facendo capire perchè in campionato sono solo semplici riserve. Tutto bene quel che finisce bene, il Milan prosegue l'avventura in Coppa Italia (prossima tappa a Genova contro la Sampdoria) e la catastrofe è stata evitata, ma la brutta figura rimane comunque e l'hanno sottolineata impietosamente i ragazzi della Curva Sud che al termine dei tempi regolamentari hanno svuotato il loro settore in modo polemico, dimostrando di non aver assolutamente gradito lo "spettacolo" proposto da una squadra per lunghi tratti dell'incontro assolutamente imbarazzante.
Storicamente la Coppa Italia è appuntamento per pochi intimi quando si gioca a San Siro nelle serate invernali: ci sono i soliti 5000 fedelissimi infreddoliti (anche se poi la temperatura non è rigidissima), ma la cifra dei presenti raddoppia grazie ai tifosi del Crotone; per loro questa sfida è un evento storico e una festa, visto che per la prima volta la loro squadra affronta il Milan in un impegno ufficiale alla Scala del calcio; eccezionalmente si deroga alla regola del settore ospiti (solitamente terzo verde) e i tifosi calabresi vengono "ospitati" al primo anello verde, gremito, colorato e rumoroso, mentre la gran parte dei tifosi rossoneri è radunata al primo anello arancio con una sparuta rappresentanza in Curva Sud, ancora spoglia di striscioni e bandiere ma che cerca di farsi sentire incitando la squadra, impresa non facile perchè sembra di giocare in trasferta. Mihajlovic propone una sorta di Milan 2, con undici giocatori diversi rispetto alla partita contro la Sampdoria; davanti ad Abbiati (capitano) la linea difensiva è composta da Calabria, Mexes, Zapata e De Sciglio; a centrocampo ci sono Nocerino, Josè Mauri e Poli, con Suso e Honda ai lati della punta Luiz Adriano. Giusta la considerazione del tecnico sul fatto che se le rose sono così ampie prima o poi bisogna dare spazio anche alle seconde linee, ma affrontare una squadra insidiosa come il Crotone (secondo in classifica in serie B) senza nemmeno un titolare sembra davvero un azzardo e un rischio, anche se scorrendo la formazione sembra comunque evidente che come cifra tecnica il Milan dovrebbe essere superiore a un Crotone in cui a sua volta il tecnico Juric schiera alcune seconde linee, dando priorità al campionato.
Il primo tempo conferma sospetti e paure del popolo rossonero: Milan lento, slegato, senza intesa, con troppi giocatori arrugginiti e il Crotone fa un figurone, trascinato dall'entusiasmo e dal tifo del proprio pubblico; Abbiati deve salvare sui tiri di Torromino e De Giorgio, mentre il Milan si rende pericoloso solo con un tiro di Nocerino e due spunti di Suso, una conclusione fuori e un'altra che costringe Cordaz alla respinta sulla quale prova ad avventarsi senza fortuna Nocerino di testa. Tocca poi a Budimir spaventare ancora i rossoneri con un colpo di testa; il Crotone corre di più, ci mette impegno e determinazione, mentre il Milan sembra svogliato e troppo compassato e la partita diventa più complicata del previsto. Nell'intervallo evidentemente Mihajlovic dà una strigliata ai suoi che tornano in campo più convinti e i risultati si vedono subito, visto che Luiz Adriano sblocca il risultato dopo meno di due minuti, sfruttando una bella verticalizzazione di Poli, sorprendendo la difesa del Crotone stranamente aperta e mal piazzata (fino a quel momento era stata perfetta), aggirando il portiere e depositando in rete. Sembra la svolta della partita dopo un tempo di sofferenze, anche perchè tre minuti dopo Poli potrebbe raddoppiare (tiro alto di poco), ma il Crotone non demorde, sfiora il pareggio con Martella che salta altissimo fra le belle statuine del presepe rossonero ma manda alto, rischia sulla girata volante di Nocerino, ma trova il meritato gol del pari quando Budimir salta Zapata in versione birillo e batte Abbiati. La partita diventa complicatissima e Mihajlovic butta nella mischia Bonaventura e Niang al posto di Suso (calato vistosamente dopo un buon avvio) e Nocerino, ma ormai la frittata è fatta e il Milan fatica a rendersi pericoloso, mentre è il Crotone a sfiorare, con lo stesso Budimir, il gol del trionfo e della catastrofe rossonera.
Essere costretti ai supplementari da una squadra di categoria inferiore non è certo una splendida figura e, infatti, la Curva Sud mostra tutta la sua delusione abbandonando in anticipo gli spalti e lasciando senza tifo e sostegno una squadra che, evidentemente, ha deluso i tifosi più appassionati soprattutto sul piano dell'impegno e della voglia. Come spesso accade nei tempi supplementari, le due squadre sono stanche e meno reattive e ci sono pochi episodi: il Crotone ora fatica a superare la metà campo, il Milan sfiora il gol quando Niang arriva impercettibilmente in ritardo su un bel traversone di Luiz Adriano; la svolta della partita arriva nel minuto di recupero del primo tempo supplementare, quando Luiz Adriano conquista un calcio di punizione dal limite che Bonaventura trasforma in rete con una meravigliosa palombella. Colpito e affondato il Crotone ormai ha poche energie da spendere e nel secondo tempo supplementare arriva anche il terzo gol del Milan, con un bel contropiede rifinito da Montolivo con un generoso assist per Niang che ringrazia e di piatto chiude la difficile pratica Crotone. Immagine paradossale al termine dell'incontro, quando i tifosi della squadra sconfitta fanno festa e sono entusiasti comunque per la bella prestazione del Crotone, mentre dall'altra parte c'è un'atmosfera mesta e silenziosa nonostante la vittoria, visto anche che la Curva Sud è ormai vuota da almeno mezz'ora. Il Milan 2 ha sostanzialmente deluso ed è stato salvato dai tre titolari subentrati; un chiaro messaggio per Mihajlovic e ora si è capito perchè da qualche settimana in campionato giocano più o meno sempre gli stessi. Salvatosi in extremis dalla temuta catastrofe, ora il tecnico rossonero dovrà riflettere bene, quando il 17 dicembre tornerà a Marassi per sfidare la Sampdoria nella sfida valida per gli ottavi di finale, schierando qualche titolare in più, se davvero vuole onorare la Coppa Italia e considerarla un obiettivo importante in una stagione senza vetrina europea per un Milan che davvero fatica a tornare grande e ancora una volta ha fatto una brutta figura che nemmeno la vittoria può nascondere del tutto.