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Alla ricerca della continuità

di Davide Bin

Dopo il successo contro il Cesena, il Milan si reca a Verona, storicamente città "fatale", visto che al Bentegodi i rossoneri in passato hanno perso un paio di scudetti, ma beneaugurante in questa stagione, perchè proprio a Verona in ottobre il Milan ha vinto l'ultima volta in trasferta e contro le due squadre scaligere all'andata è arrivata l'ultima doppietta di successi consecutivi. Dover risalire a un girone fa per ritrovare due vittorie di fila e l'ultima gioia in trasferta la dice lunga sulla mediocrità del campionato disputato fino a ora dalla squadra di Inzaghi: poche soddisfazioni, tante delusioni e l'ulteriore dimostrazione viene dal fatto che nel 2015 (e ormai siamo praticamente a marzo...) in campionato sono arrivate solo due vittorie, contro le ultime due della classifica, cioè Parma e Cesena. In casa rossonera c'è chi ancora sogna un posto in Europa League e, in effetti, il distacco dal posto che garantisce l'accesso all'Europa "minore" è di soli sei punti, cosa quasi miracolosa visto il rendimento della squadra; l'altra faccia della medaglia, però, mostra che ci sono almeno quattro squadre da raggiungere e superare e non sarà certo facile, a meno che il Milan non cominci davvero a vincere con più continuità. Meglio pensare a un impegno per volta, provare a vincere e convincere e poi, fra qualche settimana, guardare la classifica e capire se c'è davvero la possibilità di evitare un secondo fallimento stagionale consecutivo, acciuffando almeno un posto in Europa League, traguardo che una volta sarebbe stato snobbato ma ora sarebbe davvero tanta roba per questo Milan in tono minore.

Inzaghi prova a crederci, anche perchè ciò sarebbe l'unico modo per rimanere al Milan anche nella prossima stagione; la società non ha fatto intendere alcunchè di certo, ma è chiaro che a fine stagione conteranno e saranno decisivi i risultati, nel senso di traguardi raggiunti e rimanere ancora fuori dall'Europa per la seconda volta consecutiva costituirebbe una sentnza di condanna per Mister Pippo, molto probabilmente costretto a dire addio alla squadra del suo cuore dopo ben quattordici anni. Ovviamente Inzaghi cerca di trasmettere ottimismo e sicurezza a tutto l'ambiente e dichiara che il Milan va a Verona per vincere; giusto così, anche perchè il Chievo è un avversario contro il quale i rossoneri sono imbattuti da tempo immemorabile e sono arrivate anche tante vittorie consecutive, interrotte solo nella scorsa stagione da uno scialbo pareggio 0-0 nel girone di andata, quando la squadra era ancora affidata ad Allegri. Per trovare quel successo che garantirebbe finalmente un po' di continuità nei risultati, Inzaghi prova a dare continuità anche alla formazione: a parte il rientro fra i pali di Diego Lopez (squalificato per la partita contro il Cesena a sostituito peraltro egregiamente da Abbiati) e una coppia centrale totalmente diversa rispetto a domenica scorsa (molto probabilmente Mexes e Alex al posto di Rami e Bocchetti), la formazione dovrebbe essere la stessa che ha battuto i romagnoli, con terzini, centrocampo e attacco immutati. Ovviamente il condizionale è d'obbligo, perchè sono sempre possibili ripensamenti e cambiamenti dell'ultim'ora, ma ciò dimostra che Inzaghi sta cercando una formazione il più possibile fissa e da cambiare solo in caso di infortuni e squalifiche, per provare ad accelerare in questo finale di campionato.

Sono ancora tanti i problemi da risolvere: il centrocampo fatica a costruire gioco, gli attaccanti ricevono pochi palloni e soprattutto il centravanti di turno resta spesso isolato e poco servito; sembra quasi paradossale che uno dei centravanti più forti della storia del calcio, una volta sedutosi in panchina, non riesca a dare alla sua squadra un gioco funzionale al rendimento del proprio n°9; viene da chiedersi cosa avrebbe detto Inzaghi se fosse stato giocatore e centravanti di questo Milan e avesse ricevuto solo undici palloni dai compagni come è avvenuto domenica scorsa a Destro; sicuramente non sarebbe stato contento, così come non lo è Mattia, che fatica a mettersi in luce ma, evidentemente, non solo per colpa sua, come dimostrano le cifre. C'è poi il problema della difesa, rimasta finalmente imbattuta nella partita contro il Cesena, ma troppo spesso preda di amnesie, soprattutto sui palloni alti e in occasione dei calci piazzati; dover cambiare continuamente la composizione del reparto arretrato (18 linee difensive diverse in 24 giornate e si cambierà anche al Bentegodi) non aiuta certo a ritrovare solidità, ma gli ultimi innesti (Bocchetti, Antonelli e Paletta) hanno portato un po' di qualità in più e con i rientri degli assenti Inzaghi avrà finalmente una certa abbondanza, la possibilità di scegliere e di schierare un quartetto difensivo adeguato.

Non bisogna pensare che a Verona il Milan possa avere vita facile; i rossoneri hanno faticato anche contro il Cesena, al quale hanno lasciato la supremazia territoriale e nel possesso palla, quindi ci sarà ancora da soffrire, bisognerà lottare con il coltello fra i denti e metterci lo spirito da provinciale contro una provinciale. La Curva Sud chiede ripetutamente in ogni partita di vedere in campo "11 leoni", ma raramente viene accontentata: c'è ancora paura, timore, mancanza di carattere e personalità e questo è un grosso difetto, perchè gli avversari lo sanno, se ne rendono conto e ciò dà loro coraggio e voglia di provarci, perchè vincere contro il Milan, squadra di blasone anche se attualmente in declino, è sempre risultato di prestigio che dà molta soddisfazione. I rossoneri, però, non hanno alternative alla vittoria se vogliono continuare a inseguire il sogno europeo (perchè tale è in questo momento...) e Inzaghi molto probabilmente dovrà affidarsi ancora alla fantasia di Menez, l'unico in grado di inventarsi qualcosa con le sue accelerazioni e le sue giocate e, soprattutto, alla sua intesa con Bonaventura, giocatore che, proprio a detta del suo mister, fa la fortuna di qualsiasi allenatore, perchè sa interpretare al meglio ogni ruolo; ora Inzaghi lo sta provando come trequartista dietro alle due punte in un modulo che toglie il posto a gente come Cerci e Honda (e soprattutto il primo non gradisce molto il suo scarso utilizzo) e se dovesse arrivare un'altra vittoria, si potrebbe davvero dire che il Milan ha finalmente trovato un modulo fisso e i giusti interpreti, cioè la tanto invocata continuità di formazione, rendimento e risultati. Ecco perchè ancora una volta il Bentegodi è un crocevia importante per il Milan e speriamo davvero che non sia "fatal Verona", ma che arrivi il tanto sospirato secondo successo consecutivo, per ritrovare entusiasmo, serenità e tranquillità, oltre, ovviamente, alla tanto ricercata continuità.  


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