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A "casa Ibra" il dischetto è amico

di Davide Bin

"Bentornato a casa Zlatan!"; è stato accolto così Ibrahimovic al ritorno nella "sua" Malmoe e il pubblico svedese è stato davvero fantastico con lui, ma Ibra ora ha trovato una seconda casa a Milano, in cui si trova benissimo e che, a quanto pare, non vuole lasciare per molto tempo (parole sue, speriamo mantenga la promessa anche negli eventuali momenti difficili...); atmosfera da Champions nello stadio della città svedese che ha visto nascere calcisticamente Ibrahimovic, visto che si sono sfidate la squadra campione di Svezia e quella campione d'Italia e il Malmoe è atteso fra pochi giorni dal preliminare della massima competizione europea contro la Dinamo Zagabria.
Ambrosini ha alzato un altro trofeo, molto più voluminoso ma meno prestigioso di quello di Pechino e al terzo tentativo estivo (dopo i due dell'Audi Cup) il Milan è riuscito a far sua una partita pareggiata nei tempi regolamentari e decisa ai rigori, anche se questa volta sono stati solo tre i tiri dal dischetto per ogni squadra. Dopo la sfida ufficiale della Supercoppa italiana, il Milan si è rituffato nel calcio d'agosto meno stressante e più amichevole e lo ha fatto con la serenità di chi ha già un trofeo in bacheca e ora può riprendere la preparazione per l'inizio vero e proprio della stagione che, in fondo, ormai non è più così lontano (solo un paio di settimane e sarà già campionato). Infortuni e meritate vacanze concesse ai sudamericani che hanno giocato la Coppa America e sono stati "precettati" per la Supercoppa, hanno costretto Allegri a schierare una formazione rimaneggiata e "sperimentale" soprattutto in difesa, con l'esordio del giovane centrale Rodrigo Ely accanto a Bonera, Antonini a destra e Taiwo riproposto a sinistra; scelte obbligate in attacco (il festeggiato Ibra e l'osservato speciale Cassano unici disponibili), con Boateng trequartista e  Ambrosini, Gattuso ed Emanuelson in mediana; solita girandola di cambi nella ripresa e occasione concessa a qualche giovane aggregato alla prima squadra, come avviene sempre in estate e meno frequentemente quando si comincia a far sul serio.

Ovviamente la partita non aveva molto da dire, perchè in campo non c'era il vero Milan, ma le indicazioni di vario tipo per Allegri non sono mancate: se questa doveva essere la prima della teoriche ed ipotetiche quattro occasioni concesse a Cassano per dimostrare di essere "da Milan", il barese è partito con il piede giusto, non tanto per il facile gol realizzato di testa su assist di Emanuelson che ha sfruttato un erroraccio della difesa svedese, quanto per l'impegno e per le giocate "da Fantantonio": lanci, assist, lampi di magia che ora Cassano deve mostrare anche in occasioni più importanti se davvero vuole convincere tutti che di lui si deve parlare per le cose belle che fa in campo e non per il suo peso sulla bilancia. Buona anche la prova di Ibrahimovic, condizionato da un infortunio alla caviglia ma che è rimasto in campo per un'ora, non trovando il gol dell'ex (comunque è molto meglio che abbia "castigato" un'altra sua ex squadra sabato scorso...) e ricevendo una straordinaria accoglienza prima, durante e dopo la partita (anche una coreografia in suo onore dalla curva dei tifosi del Malmoe); un altro giocatore sotto osservazione era il giovane Rodrigo Ely, che ha alternato errori grossolani ad ottimi interventi e che, quindi, non ha demeritato, anche se deve dimostrare più continuità e concetrazione se vuole ritagliarsi uno spazio in questa squadra e conquistare la fiducia di Allegri, al quale in futuro le alternative al centro della difesa non mancheranno; per quanto riguarda Taiwo, ha dimostrato ancora una volta di essere impacciato, macchinoso e poco a suo agio, ma bisogna dargli tempo perchè inserirsi in una squadra, in un ambiente e in un calcio nuovo non è mai facile, quindi prima di bocciarlo o considerarlo scarso è meglio avere un po' di pazienza. Buone indicazioni, invece, dai giovani scherati nel finale, quando il Milan era sotto di un gol e rischiava la (indolore, visto che si trattava di un'amichevole) sconfitta, evitata a pochi secondi dalla fine da un colpo di testa di Kingsley Boateng su assist di Cassano; si può fare una battuta dicendo che dopo "The Prince" (il "vero" Boateng), ora il Milan ha trovato anche "The King", anche se i due non sono parenti ma solo omonimi.

Partita veloce e godibile nel primo tempo, ritmi più bassi nella ripresa e ciò è anche comprensibile, visto che il Milan è ancora in un periodo di preparazione e dopo essersi dedicato alla Supercoppa ora sta nuovamente aumentando i carichi di lavoro (con conseguente scarsa brillantezza dei giocatori), mentre il Malmoe è molto più rodato (in pratica è a metà campionato) ma non poteva giocare "alla morte" visto che tra pochi giorni è atteso da una sfida molto più importante per il suo futuro e lo dimostra il fatto che ad inizio ripresa aveva già cambiato l'intero undici titolare. Comunque il pubblico svedese si è divertito e le due squadre hanno offerto un discreto spettacolo, con quattro reti, molte occasioni sprecate o sventate dai portieri e qualche svarione di troppo, a dimostrazione che la concentrazione non era certo al massimo. La mini-sfida ai rigori ha visto finalmente i rossoneri infallibili (Cassano, Emanuelson e Oddo) ed è bastata una sola parata decisiva di Abbiati a consegnare il trofeo al Milan; visto che le amichevoli sono necessarie per rifinire la preparazione, meglio vincerle che perderle, perchè si dice che "vincere aiuta a vincere", quindi il Milan torna dalla Svezia soddisfatto e con un voluminoso trofeo come souvenir; l'unico cruccio è quella caviglia malandata di Ibra, ma mancano ancora due settimane all'inizio del campionato e c'è tutto il tempo per recuperare da quella che sembra soltanto una storta, visto che il piede si è girato in occasione di un contrasto; in fondo doveva essere una festa per Ibra e non sarebbe giusto concluderla con un infortunio, visto che per lui è stata una giornata particolare e i suoi sorrisi e la sua insolita loquacità dimostrano che Ibra se l'è proprio goduta e ha apprezzato molto un'accoglienza davvero speciale da parte di chi non l'ha dimenticato. 


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