A caccia dell'impresa
Dopo la vittoria contro il Parma, rinfrancante più dal punto di vista del risultato che della prestazione, il Milan affronta la partita teoricamente più difficile di tutto il campionato, ovvero la trasferta allo Juventus Stadium; i 21 punti di distacco in classifica dalla capolista, lanciata verso il quarto scudetto consecutivo, indicano già in modo eloquente la differenza di valore fra le due squadre e fanno pensare che per il Milan si tratti della classica impresa impossibile, ma paradossalmente è una di quelle partite da affrontare tranquillamente e serenamente, proprio perchè il pronostico sembra scontato e non c'è molto da perdere, quindi si può provare a ottenere un risultato a sorpresa che potrebbe dare entusiasmo e autostima a tutto il gruppo, sicuramente più che una vittoria striminzita contro l'ultima in classifica. In effetti il Milan passa nel giro di una settimana da un estremo all'altro: dopo aver affrontato il derelitto Parma, ecco la corazzata Juventus che sembra davvero inarrivabile per una squadra che anche nella partita contro gli emiliani ha mostrato limiti e difetti, ha commesso errori e ha rischiato molto, soprattutto nel primo tempo, salvata dalle parate di Diego Lopez e dai gol di Menez. Purtroppo già queste premesse dimostrano il declino rossonero: qualche anno fa Juventus-Milan sarebbe stata scontro diretto per lo scudetto, ora mantiene il fascino della grande sfida, ma è una partita fra squadre dal valore e dal rendimento molto diverso; i bianconeri sono lanciati verso il quarto scudetto consecutivo, i rossoneri arrancano all'ottavo posto, la stessa posizione della classifica finale dello scorso campionato e possono ambire solo a una (difficile) qualificazione in Europa League, visto che il distacco da tale zona è di cinque punti (non molti), ma ci sono quattro squadre da superare (e non sarà semplice).
Sono lontani i tempi in cui le due squadre si contendevano scudetti, disputavano una storica finale di Champions League tutta italiana ed erano fiere rivali in tutte le competizioni; Galliani parla ancora orgogliosamente di sfida fra la squadra più titolata in ambito italiano (la Juventus) e la squadra italiana più titolata in ambito mondiale (il Milan), ma sembra tanto un discorso nostalgico da vecchio nobile in decadenza, che lucida i piatti d'argento per poi mangiarci dentro cibo di pessima qualità. Fuor di metafora, il Milan rimane squadra molto titolata grazie alle tante vittorie del passato, ma il presente è deludente e per il momento il futuro non propone grandi prospettive di riscatto, perchè per costruire una squadra davvero in grado di tornare competitiva ai massimi livelli in Italia e, a maggior ragione, in Europa, ci vorrebbero investimenti che questa dirigenza e questa proprietà sembrano non voler effettuare, se non quando arriveranno nuove entrate come quella del nuovo stadio che, però, eventualmente non sarà pronto prima del 2019, quindi gli stenti dovrebbero proseguire ancora a lungo. Meglio non pensarci e concentrarsi solo sull'attualità, ovvero su una sfida molto difficile, ma che può essere un'occasione di riscatto per una squadra che sta attraversando un momento complesso, oppure anche un rischio di figuraccia qualora la partita non dovesse essere interpretata al meglio, ovvero con concentrazione massima, feroce determinazione e, per dirla alla Inzaghi, con la bava alla bocca tante volte promessa ma quasi mai vista negli ultimi tempi.
Il mister rossonero è stato messo K.O. dall'influenza proprio alla vigilia di quest'importante partita, che lo vede sfidare il suo passato da calciatore, visto che prima di arrivare al Milan Pippo ha giocato quattro anni con la maglia bianconera; inoltre c'è da sfidare il "nemico" Allegri, ovvero l'allenatore del suo ultimo anno da giocatore, periodo in cui i rapporti sono stati tesi in quanto Inzaghi avrebbe voluto giocare di più e si sentiva messo in disparte dall'allora tecnico rossonero. Ovviamente anche per Allegri sarà una partita particolare, visto che giusto un anno fa venne esonerato dal Milan, venendo ritenuto responsabile del rendimento negativo della squadra; il tempo, come sempre galantuomo, ha poi fatto capire che la realtà era un'altra e che le responsabilità erano da ricercare altrove, ovvero in una dirigenza che aveva costruito una rosa non competitiva e in giocatori in molti casi non da Milan, visto che sia Seedorf che Inzaghi hanno avuto più o meno gli stessi problemi e difficoltà. Inoltre Allegri sta dimostrando, ora che guida la Juventus, di essere un ottimo allenatore, a patto che gli venga data una squadra degna di questo nome e non una rosa sopravvalutata e progressivamente depauperata di tutti i giocatori più forti e anche dell'esperienza degli storici senatori.
Insomma sono tanti i motivi di interesse di una sfida che rimane importante, nonostante non sia più un vero e proprio scontro diretto; Inzaghi ha i soliti problemi di formazione degli ultimi tempi dovuti a infortuni e squalifiche: per fortuna la società è intervenuta sul mercato intergrando la rosa, altrimenti sarebbe stato difficile schierare una formazione completa; lo dimostra il fatto che in difesa ci saranno due "esordienti", ovvero alla prima partita in maglia rossonera, Antonelli e Paletta (reparto completato da Alex e Rami, a meno che il sorprendente Zaccardo visto contro il Parma venga preferito al francese sulla fascia destra), mentre in attacco mancherà Destro, arrivato diffidato dalla Roma, ammonito nella partita contro il Parma e, quindi, squalificato; ecco profilarsi nuovamente, quindi, il 4-3-3 con Menez centravanti, scelta obbligata ma fondamentalmente giusta, perchè il Milan affronta una squadra che farà la partita e lascerà spazi, quindi i rossoneri potranno giocare nel modo che più piace loro, cioè chiudendosi e provando a ripartire in contropiede e paradossalmente potrebbero trovarsi meglio contro i quasi invincibili bianconeri che contro squadre notevolmente inferiori ma che si chiudono e non lasciano spazi. A completare l'attacco ci sarà il rientrante Bonaventura e uno fra Honda e Cerci, mentre a centrocampo non c'è molta scelta: sono ancora indisponibili Montolivo e De Jong e la scelta dovrebbe ricadere su Essien, Muntari e Poli, perchè Van Ginkel non ha convinto, Suso ha giocato solo qualche minuto in Coppa Italia e la società si è quasi dimenticata (Suso a parte) di rinforzare il reparto centrale della squadra, magari cercando un regista capace di gestire il gioco.
Speriamo possa bastare per fare bella figura contro la squadra più forte del campionato; ci vorranno carattere e personalità, bisognerà dare battaglia e limitare al minimo gli errori, tecnici e tattici per provare a strappare un risultato positivo o, almeno, uscire a testa alta con una prestazione da Milan. In fondo i rossoneri hanno sempre fatto una discreta figura contro le squadre più forti di questa Serie A, perdendo di misura la sfida di andata contro i bianconeri, battendo il Napoli e pareggiando all'Olimpico contro la Roma, giusto per limitarci alle prime tre, quindi bisogna provarci, senza complessi di inferiorità, senza paura, senza timori reverenziali, perchè sono queste le partite che possono far crescere il gruppo e trasformarlo in una vera squadra, cosa che deve essere il vero obiettivo di Inzaghi in questo momento, indipendentemente dalla classifica, perchè questa squadra ha bisogno di crescere molto. Le ultime prestazioni non inducono all'ottimismo, ma queste sono partite speciali, facili da preparare in quanto le motivazioni vengono da sè e non c'è bisogno di caricare più di tanto i giocatori. Chiaro che se la Juventus dovesse giocare al massimo delle sue straordinarie possibilità non ci sarà scampo, ma qualora i bianconeri dovessero sottovalutare un piccolo Diavolo o sbagliare partita, bisogna essere pronti a sfruttare l'occasione per ottenere un risultato positivo che può essere il vero punto di svolta di una stagione fino a questo momento tribolata e complicata. Il Milan va a caccia dell'impresa, perchè tale sarebbe un risultato positivo allo Juventus Stadium e, in fondo, sperare non costa nulla...