.

Viaggio nei Milan Club - Fermata Russofoni (foto)

di Gennaro Mirko Auricchio

Anche questa settimana il viaggio nei Milan Club di tutto il mondo prosegue nel suo itinerario attraverso il tifo rossonero. Dopo essere stati in Svizzera, ci spostiamo in Russia per raccontare la storia di uno dei Milan Club più numerosi ed organizzati di sempre. Loro sono il Milan Club Russofoni ed è club più grande di tutto l’Est Europa perchè unisce i tanti tifosi rossoneri che vengono dalla Russia e dei paesi limitrofi come la Bielorussia, l’Ucraina, il Kazakistan, la Lettonia e la Lituania.

Per saperne di più abbiamo intervistato sia l’ex presidente Valery Karev che il presidente attuale Marat Smakov. Marat da quanto tempo è attivo il Milan Club Russofoni? "Il Milan Club Russofoni nasce nel 2003. Era l'anno in cui il Milan venne a Mosca per giocare contro il Lokomotiv Mosca nella Champions, precisamente il 25 febbraio 2003. Il nostro club nacque prima su internet ma fu in tribuna che il nostro movimento iniziò a diventare parte integrante del tifo rossonero".

Marat quanti iscritti conta il club? "Ufficialmente noi contiamo 200 iscritti ma ci sono tanti altri tifosi che per ragioni diverse non hanno potuto iscriversi. A noi risulta che le persone che ci seguono sono circa 1500".

Valery dove ha sede il vostro club? Valery: La nostra sede storica è Mosca, adesso il punto di riferimento è il Centro linguistico Liberum. Abbiamo però anche altri centri dislocati in diverse città in cui il nostro movimento è molto presente. Ad esempio in Bielorussia la sede è a Minsk e in Ucraina la sede e a Kiev.

Valery con che frequenza andate a San Siro? "Qualcuno dei nostri e`sempre presente a San Siro e nel settore ospiti in trasferta. Personalmente vengo a seguire il Milan in Italia dal 2009 e nell’ultima stagione ho sottoscritto anche l’abbonamento nonostante le difficoltà logistiche e gli impegni lavorativi".

Valery avete mai incontrato i giocatori da vicino? "La storia del nostro club parte dall'incontro con Filippo Inzaghi nel 2003. Ci ha, per così dire, battezzati. Il Milan si trovava a Mosca, e il suo incontro è stato fondamentale per la crescita del nostro Milan Club". Marat: "Generalmente, non perdiamo l'occasione di incontrare la squadra se viene nelle repubbliche ex-sovietiche. Andiamo a vedere gli allenamenti e parliamo con i giocatori in albergo. Non ci dimentichiamo, poi, degli ex giocatori (anche se per noi questo termine non esiste, non si è mai ex se si è milanisti!). Tanto per fare un esempio, abbiamo organizzato un incontro con Rui Costa a Minsk quando era lì con il Benfica e a Mosca abbiamo incontrato Franco Baresi. Colgo questa occasione per dire che saremo felici se il Milan prestasse più attenzione all'Est Europa".

Marat non tutti i tifosi hanno la possibilità di andare in Italia per vedere la propria squadra del cuore. Che ostacoli dovete superare per venire in Italia? "Ogni paese che fa parte del nostro movimento ha degli ostacoli particolari. Io rappresento la Bielorussia e posso dire che nel nostro caso la burocrazia è davvero tremenda. A noi, a differenza dei russi, raramente ci rilasciano il visto e ogni volta dobbiamo fornire un elenco interminabile di documenti".

Marat avete un vostro posto in cui seguite le partite quando non potete essere allo stadio? "Sì, praticamente in ogni città dove è attivo il nostro movimento abbiamo un pub dove ci si incontra per vedere la partita. Tutti gli indirizzi vengono pubblicati sul nostro sito in modo che ognuno sa qual'è il punto di ritrovo in ogni città. Spesso si va a trovare i milanisti nelle altre città. Ogni tanto vengono a vedere le nostre partite tifosi di altre squadre italiane, per esempio, interisti e juventini. Conosciamo quasi tutti i cori della Curva Sud e li cantiamo mentre guardiamo la partita".

Marat cosa rappresenta il Milan per tutti voi? "Il Milan è riuscito a fare quello che non è mai stato facile fare nei nostri paesi. Ha riunito tante persone diverse, con atteggiamenti, storia ed educazione spesso molto differenti, in una sola grande famiglia. Il nostro obiettivo è restare vicini al club nel bene e nel male. E il fatto di essere divisi geograficamente non ci separa, anzi, ci da la forza per continuare a stare uniti".

Valery cosa ne pensi di Balotelli? Punteresti ancora su di lui? "Bravo ragazzo ma di lui e della sua vita privata si parla troppo. Di Balotelli devono parlare solo i gol".


Altre notizie
PUBBLICITÀ