Viaggio nei Milan Club - Fermata Londra (foto)
Anche questa settimana il viaggio nei Milan Club di tutto il mondo prosegue e si arricchisce di una nuova storia da raccontare. Il treno della passione rossonera questa volta si fermerà a Londra, la capitale della patria del calcio e dei tanti derby in Premier League In questo contesto un gruppo di tifosi milanisti ha deciso di riunire davanti ad una birra e un maxischermo tutti quelli che come loro condividevano l'amore per la maglia rossonera dando vita al Milan Club London. Abbiamo avuto modo di intervistare il presidente del Milan Club London Luca Miliani.
Luca parlaci del tuo Milan Club... "Il Milan Club London è stato inaugurato nel settembre 2012. L’idea è nata da alcuni tifosi che abitualmente si trovavano in vari locali e pub del centro per seguire le partite del Milan. A Londra è difficile trovare un posto per vedere il Milan, perché i manager dei pub preferiscono dare priorità alle squadre inglesi che richiamano più clienti. Quindi si è avvertita l’esigenza di avere un posto esclusivo dove i tifosi del Milan potessero trovarsi ed essere sicuri di assistere a tutte le partite, così è nato il Milan Club London, il primo Milan club ufficiale della Gran Bretagna. Dopo un inizio un po’ travagliato, con diversi cambi di sede, quest’anno siamo partiti nel modo giusto. Il club è gestito da un gruppo affiatato di 8 persone che si alternano nell’organizzazione di eventi. L’anno scorso siamo andati a vedere un paio di partite a San Siro e a visitare i luoghi natali di Herbert Kipling a Nottingham, per visitare il posto da dove tutto ebbe inizio. Quest’anno abbiamo organizzato la trasferta a Glasgow in occasione della partita di Champions League contro il Celtic. Inoltre abbiamo anche incontrato la squadra primavera durante il loro impegno nella Youth Champions League contro il Chelsea e ne approfitto per ringraziare tutto il team management della primavera che è stato gentilissimo (menzione particolare per Filippo Galli, Stefano Nava e il team manager Massimo Caboni) che ci ha permesso di incontrare uno dei beniamini di tutti i tifosi del Milan, Pippo Inzaghi".
Nella patria del football ci sono tifosi inglesi del Milan? "Abbiamo diversi tifosi inglesi del Milan. Ad esempio John, cresciuto avendo come idoli dei campioni come Albertini, Weah e soprattutto Paolo Maldini è rimasto folgorato dai colori della nostra maglia, rosso e nero e come dice sempre lui: “red and black strip was the coolest thing I had ever seen” (la maglia a strisce rossonera è la cosa più bella che abbia mai visto) e da allora non si perde una partita. Il nonno di Nick era un italiano che era stato catturato come prigioniero di guerra e mandato in UK, dove poi è rimasto. Nick è cresciuto con un forte attaccamento all’Italia, e quando ha visto giocare il Milan a San Siro è stato amore a prima vista. Ad ogni partita un pensiero va al nonno italiano che non c'è più. Non c'è solo Nick ma c'è anche Gary che è un fiero possessore di un abbonamento a San Siro ed è organizzatore del primo junior Milan camp in UK, giocava terzino sinistro nella sua squadra ed è diventato milanista per emulare il suo idolo Paolo Maldini. E poi ci sono tifosi che vengono dalla Polonia, dalla Giordania, dall'Ungheria, dall'Albania, dalla Russia, dalle Filippine, dal Giappone, tutti a Londra per lavorare ma sempre pronti a unirsi al gruppo italiano per tifare Milan".
Per la comunità italiana a Londra cosa rappresenta il calcio? "Raramente gli italiani che si trasferiscono a Londra perdono le loro abitudini, quindi i tifosi continuano a seguire la squadra anche vivendo lontano. Per i milanisti italiani che fanno parte del club il calcio rappresenta principalmente un modo per trovarsi con degli altri tifosi per seguire la squadra. L’obiettivo del Milan Club London è anche questo, creare una comunità che raccolga tutti i tifosi del Milan, vedere le partite in una sala di un pub gremita e rumorosa è sicuramente più eccitante che guardarle a casa da soli".
Che differenze ci sono tra gli stadi italiani e quelli inglesi? "Premetto che manco da diversi anni allo stadio in Italia, ma per quanto ho potuto vedere il modo di andare allo stadio in Italia e in Inghilterra è totalmente diverso. Fin dall’approccio allo stadio ti rendi conto che in UK la partita del sabato pomeriggio è un evento aperto a tutti, famiglie comprese. Tutti, e intendo proprio tutti, indossano la maglia della stagione in corso, e ogni anno comprano la nuova. I tifosi camminano verso lo stadio in modo ordinato e si fermano nei pub per bere qualche birra anche con i tifosi avversari. Ovviamente ci sono dei pub che vietano a una o l’altra tifoseria di entrare ma di solito sono solo quelli particolarmente legati alla squadra locale. Qui ci sono poche regole ma ben precise, se non le rispetti sei nei guai. Il servizio d’ordine è garantito dagli steward delle società e raramente ho visto muovere imponenti servizi di ordine pubblico perché i tifosi non danno mai particolari problemi perché sanno che appena combinano qualcosa di sbagliato saranno allontanati dallo stadio per parecchio tempo. Non è sempre stato così, intendiamoci, ci ricordiamo tutti i terribili anni ’80 tristemente famosi per i vari episodi di violenza causati dagli hooligans, ma la politica adottata per risolvere quella situazione ha dato i risultati sperati infatti le grandi squadre si sono svincolate dal tifo organizzato e ora allo stadio si vive la partita con lo stesso calore ma con la sicurezza che difficilmente potrà accaderti qualcosa di brutto. In Inghilterra gli stadi sono sempre pieni questo perché la lega inglese non permette la diretta delle partite del sabato pomeriggio, ma solo di qualche anticipo e posticipo. In questo modo la gente è incoraggiata ad andare allo stadio".
Cosa ne pensi del momento attuale che sta vivendo il Milan? "Sono un po’ deluso dall’attuale situazione del Milan, i tifosi del Milan hanno il palato fine, sono stati abituati bene. Specialmente i tifosi più giovani del Milan hanno visto sempre la squadra vincere qualcosa di importante. Non credo torneremo in cima all’Europa in tempi brevi, dobbiamo iniziare un processo di ricostruzione che ci riporti al livello delle big europee. In passato abbiamo dormito sugli allori, il Milan e anche il calcio italiano in genere, ora il gap da colmare è importante, ma con una adeguata programmazione possiamo tornare ai livelli a cui siamo abituati. E intanto noi continueremo a tifare il Milan, troppo facile tifare solo quando si vince. Io ho iniziato a tifare Milan quando era in serie B, aspettavo la seconda carrellata di servizi di 90’ minuto per vedere la sintesi della partita, il tifo deve essere incondizionato dai risultati. Se poi dovessi dare un consiglio alla società direi di puntare su Paolo Maldini. All’estero lo considerano un monumento del calcio italiano, è un patrimonio da sfruttare e potrebbe sicuramente dare qualcosa per riportare in alto il Milan".
Come e dove vedete le partite del Milan? "La sede del club è al The Comedy Pub, un tipico pub inglese tra Piccadilly Circus e Leicester Square. Il pub ha diversi piani e diversi schermi, grazie all’aiuto di Raul (gestore del pub) e del suo team riusciamo a vedere tutte le partite del Milan, anche quando ci sono altri eventi in concomitanza (principalmente partite di squadre inglesi e partite di rugby, altro sport molto apprezzato dagli inglesi). Per i big match di solito riusciamo ad avere un intero piano per noi. Nelle partite importanti l’atmosfera è particolare: alcuni soffrono in silenzio (come il sottoscritto), ma ci sono anche dei rappresentanti della curva sud, sempre preziosi per far partire i cori di incitamento, e abbiamo anche l’angolo dell’approfondimento tecnico, insomma è un gran bell’ambiente per vivere le partite del Milan, se vi trovate in queste zone passate a trovarci".
Quali sono le differenze tra il calcio inglese e quello italiano? Siamo così distanti? "Il calcio inglese ha un'intensità diversa e anche dal punto di vista tecnico è tutta un'altra storia. Le squadre inglesi giocano un calcio fisico e intenso, e il metro arbitrale si adatta di conseguenza. Le nostre squadre sono l'apologia del tatticismo qui invece si pensa di più allo spettacolo cosa che non accade in Italia, e questo è un aspetto che il movimento calcistico italiano dovrebbe considerare di più se vogliamo aumentare la visibilità del nostro calcio all’estero. La serie A ha perso appeal, fino a qualche anno fa c’erano diversi programmi che parlavano del calcio italiano nelle tv inglesi, ora sono spariti".