UP & DOWN - Gli errori del Milan alla base delle vittorie della Juve. Ripartiamo da Diego Lopez e Bonaventura
Tre sconfitte in otto giorni, otto gol subiti e due realizzati. Due punti nelle ultime cinque giornate, come Cesena e Sassuolo. Nessuno ha fatto peggio. Il trittico Udinese-Genoa-Napoli ha inferto il colpo di grazia a Pippo Inzaghi e il suo Milan, diventando l'emblema di una stagione a dir poco disastrosa. Il campionato 2014-15 verrà ricordato come il punto più basso toccato nell'era Berlusconi, il peggiore dai tempi della retrocessione in Serie B. Per uno strano scherzo del destino, un inquietante gioco di assonanze, in soccorso della gloriosa storia del Diavolo potrebbe arrivare Mr.Bee, magnate thailandese con cui il presidente dovrebbe chiudere la cessione del club (49% o 51%) entro fine mese. Un declino inarrestabile, cominciato nel 2007 e interrotto solo dallo scudetto conquistato nel 2010-11. Le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, unite agli addii di tutti i senatori, a un mancato reinvestimento di capitali sul mercato e una totale assenza di programmazione, hanno fatto precipitare i rossoneri nel baratro della mediocrità, spianando la strada alla Juventus, che ha vinto con merito il suo quarto titolo consecutivo. Complimenti ai bianconeri, bravi ad accumulare un vantaggio competitivo così grande da non temere rivali almeno per i prossimi due anni. Una società che ha saputo superare le difficoltà ed è riuscita a investire con oculatezza, puntando su giocatori funzionali al progetto, senza sostenere spese folli e inutili (come certi parametri zero). E complimenti ad Allegri, alfa e (per ora) omega di questo ciclo vincente. La Juventus di Conte è diventata grande anche grazie a lui, al pensiero incessante rivolto al "gol di Muntari", usato ancora oggi per giustificare un campionato gettato alle ortiche senza accennare ai quattro punti di vantaggio magicamente dissipati nel mese di aprile 2012. Per non parlare dell'addio di Pirlo (concorso di colpa con la dirigenza), grazie al quale l'attuale CT azzurro era riuscito a trovare quell'equilibrio a centrocampo che è stato ed è tuttora il vero punto di forza della Vecchia Signora.
COSA VA - Minuto 93: Mertens cerca il palo lungo con un destro a giro. Il folletto belga è pronto a festeggiare la rete del 4-0, ma una manona spinge la sfera in calcio d'angolo. Più del rigore, è questa la parata-simbolo dell'ennesimo match straordinario disputato da Diego Lopez. Lo spagnolo meriterebbe l'abbraccio - reale - di tutti i tifosi rossoneri, perché raccogliere ogni volta 2-3 palloni dal sacco, per uno come lui, non deve essere molto esaltante. Commuove, Diegone, e meriterebbe un "grazie" gigantesco per la sua professionalità, per la personalità e la sicurezza tra i pali. In questi mesi abbiamo capito perché Mourinho e Ancelotti lo preferissero a Casillas. Il Milan del futuro deve necessariamente ripartire da lui. E deve ripartire da Jack Bonaventura, dalla sua grinta, dal suo orgoglio, dalla sua voglia di non rassegnarsi all'ennesima inevitabile batosta.
COSA NON VA - Troppo facile gettare la croce addosso a Mattia De Sciglio, dopo l'espulsione più veloce della storia. Più del fallo in sé, è preoccupante che un difensore si faccia sorprendere alle spalle dopo 47 secondi, causando poi il calcio di rigore. A 23 anni Mattia sembra essere un ragazzo tutt'altro che spensierato, un po' come il "gemello" El Shaarawy. Un vero peccato, perché questa inquietudine, unita all'incredibile serie di problemi fisici, sta frenando la crescita di due dei maggiori talenti del nostro calcio e ha privato il Milan di due elementi su cui faceva affidamento per tornare a essere quanto meno competitivo.
IL MISTER - Giovedì mattina, Milan Channel annunciava "Inzaghi resta salvo cataclismi". Arrivati a questo punto, infatti, l'esonero non avrebbe avuto davvero senso. Se si fosse reso conto della sua inadeguatezza, Inzaghi avrebbe dovuto dimettersi molto tempo fa. Invece, il buon Pippo ha continuato a vedere progressi e miglioramenti inesistenti. Ha continuato a dire che la squadra non sfigurava mai, non era inferiore a nessuno. Che il problema sono stati solo i mesi di gennaio e febbraio e l'infortunio di Montolivo. Nella trasferta di Napoli, il Milan ha mostrato quel carattere che più di una volta è venuto a mancare nel corso della stagione. Dopo l'espulsione di De Sciglio, la squadra si è compattata, concedendo poco agli azzurri fino alla rete di Hamsik. Il risultato finale è probabilmente troppo severo, ma è ancora una volta negativo. La settimana scorsa ci eravamo augurati che il Milan potesse chiudere con dignità il campionato, limitando al massimo i danni. Sono arrivate altre due sconfitte, entrambe rovinose e con un punteggio che non lascia spazio a recriminazioni di nessun tipo. E non sono arrivati i tanto attesi esordi dei giovani. O meglio, Pippo ha concesso ieri sera pochi minuti a Felicioli, annunciando che farà giocare altri Primavera nelle ultime quattro partite. Di sicuro non potranno fare peggio dei loro colleghi più esperti e pagati.