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UP & DOWN - Focus su Milan-Cesena

di Michele Pavese

Tre punti d’oro, porta inviolata dopo due mesi, controsorpasso (momentaneo) all'Inter. Una vittoria stentata con la penultima della classe non dovrebbe offrire grossi motivi per sorridere, ma il tifoso rossonero ha imparato ad accontentarsi, sforzandosi di scorgere la luce oltre la mediocrità. Il calendario viene in soccorso di Inzaghi: dopo Empoli e Cesena, arriverà il confronto con le due veronesi. Chievo ed Hellas ci diranno se sia lecito attendersi un finale di campionato diverso e se l’Europa sia davvero un obiettivo alla portata.

COSA VA - L’approccio alla sfida è stato molto positivo. Il Milan ha pressato alto il Cesena per buona parte del primo tempo, dimostrando una voglia di vincere e convincere ammirata raramente nel recente passato. Nella ripresa sono affiorati gli atavici limiti atletici e tecnici, con i centrocampisti in debito d’ossigeno (nonostante un De Jong apparso più determinato e Montolivo in crescita) e una manovra troppo dipendente dalle giocate di Menez. Stavolta, però, la beffa non è arrivata: merito dell’unica, grande parata di Abbiati (riflesso da ‘Briciolina di pane’), della tenuta difensiva (Rami e Bocchetti su tutti) quasi perfetta e del solito, encomiabile Giacomo Bonaventura. Il suo acquisto era stato giustamente indicato come tra i migliori effettuati dalla dirigenza rossonera negli ultimi anni (seppur per certi versi sia stato casuale). Jack sta sorprendendo tutti per incisività e duttilità, caratteristiche che lo rendono un elemento imprescindibile per Inzaghi e per le sue continue metamorfosi (o improvvisazioni) tattiche. Il marchigiano ha interpretato la nuova mansione affidatagli con la consueta abnegazione, segnando il quarto gol in campionato. Le sue reti, a differenza di quelle realizzate da Poli, portano sempre fieno in cascina per la classifica. Non ce ne voglia il buon Andrea, ma a questo punto vorremmo vedere sempre Bonaventura nel tabellino dei marcatori.

COSA NON VA - Quante volte vi è capitato di ascoltare la frase: “È bravo ma non si applica”? Bene, l’impressione, guardando il Milan, è esattamente l’opposta, ovvero quella di un gruppo di ragazzi volenterosi ma con evidenti limiti, che emergono soprattutto nella gestione del risultato, anche contro formazioni apparentemente più deboli. Questo Milan è potenzialmente capace di andare in difficoltà contro qualsiasi avversario, perché difetta di personalità. Nemmeno con il Cesena ci sono stati i tanto attesi passi in avanti: l’elaborazione, la coralità, il fraseggio non sono nelle corde di una squadra troppo vincolata alle invenzioni dei singoli e troppo “nervosa”, quasi irrequieta.

IL MISTER – Tra infortuni e squalifiche, Inzaghi non ha mai potuto schierare lo stesso undici per due partite consecutive. Non un problema da poco, per chi è alla ricerca quasi spasmodica di continuità e prestazioni convincenti, che aiutino a risollevare il morale di tutto l’ambiente. L’ennesimo cambio di modulo è figlio certamente di questa situazione delicata, ma anche di una certa confusione che aleggia nella testa del mister rossonero. Però, e di questo bisogna dargliene atto, l’idea di impiegare Bonaventura nel ruolo di trequartista, per sfruttarne mobilità ed intelligenza tattica e per garantire un maggiore equilibrio ad un reparto apparso sempre in difficoltà, è sembrata sicuramente azzeccata, anche se la qualità e la rapidità delle trame di gioco non sono di certo migliorate. Il Milan continua a fare molta fatica in fase di impostazione e non riesce mai a costruire più di tre occasioni pericolose. Poco, molto poco per il potenziale offensivo di cui dispone la rosa, in cui comincia a serpeggiare anche qualche malumore di troppo. Alessio Cerci non ha preso di buon grado l’ennesima esclusione, e la conferma è arrivata dalle parole della compagna dell’ex giocatore del Torino, infastidita dal suo ingresso in campo solo per gli ultimi scampoli di match. Una grana non da poco, visti gli “hip hip hurrà” presidenziali e le grandi aspettative che hanno accolto l’arrivo di Cerci nel mercato invernale. Certo, se Inzaghi dovesse decidere di riproporre il 4-3-1-2 anche nelle prossime uscite, le speranze di titolarità dell’esterno di Velletri si ridurrebbero al lumicino, ma un vero professionista sa farsi trovare pronto e sfruttare tutte le possibilità che gli vengono concesse.


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