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Taiwo: la bocciatura è definitiva

di Emiliano Cuppone

Il tempo degli esami è finito, le prove d’appello sembrano terminate, quella sostituzione all’ottantanovesimo (Zambrotta non è esattamente un ragazzino a cui far saggiare la serata di Champions per pochi minuti) dice tutto sull’idea che Massimiliano Allegri si è fatto di Taiwo, l’esito degli esami è univoco: bocciato.
La prestazione del nigeriano non sembra lasciare scampo, il terzino arrivato con gli onori della cronaca ha deluso le attese, non è pronto, forse non è all’altezza, sicuramente non è l’esterno sinistro che cercava il Milan.
L’applicazione tattica di questo ragazzo dalle grandi doti fisiche è pari allo zero. Affronta una formazione certo non irresistibile, eppure soffre per tutti e 90 i minuti Petrzela, che parte largo e s’infila incredulo nelle praterie lasciate dal numero 2 rossonero. Sembra ipnotizzato dal pallone Taiwo, si fa attrarre dai movimenti degli avanti cechi come un giovane alle prime armi, finendo in continuazione fuori posizione e costringendo a turno Ambrosini, Bonera e Thiago Silva a coprire le sue enormi falle.
Il gol annullato al Plzen alla metà del secondo tempo è indicativo, si fa bere dal solito Peterzela (nemmeno si trattasse di Cristiano Ronaldo) e fa infuriare Allegri. Il tecnico toscano ha dato un segnale importante richiamandolo in panchina quando ormai la partita era agli sgoccioli, perchè la prestazione di Taiwo a tratti è apparsa imbarazzante.
Non si vede in fase offensiva, spinge con troppa timidezza, si sovrappone solo sporadicamente e quando ha il pallone buono per il cross lo butta via senza troppa attenzione. Ma è in fase difensiva che sono lampanti le lacune di questo giocatore, non riesce a trovare la posizione, si dimentica puntualmente del suo diretto avversario a palla lontana, non sfigura nell’uno contro uno sfruttando il fisico, ma per il resto è buio pesto.
Abbiamo aspettato questo ragazzo, abbiamo pensato che quella prima pessima apparizione, in amichevole al cospetto di Robben, fosse figlia di una condizione ancora da trovare e di una difficoltà dettata dalla novità degli schemi difensivi. Abbiamo scoperto che forse quello è proprio lo standard di Taiwo. Tassotti ed Allegri ci hanno detto che deve crescere, che deve fare suo il tatticismo del calcio italiano, ma se a metterlo in imbarazzo è il piccolo Viktoria Plzen ci viene il dubbio che non sia propriamente un giocatore da schierare al cospetto di Messi o Cristiano Ronaldo: au revoir Taye!  


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