Nella notte più tenebrosa rispunta la luce del Faraone
Nella deprimente sconfitta di San Siro proviamo a cercare le poche, pochissime, note positive di una squadra che è apparsa allo sbando in una serata tutta da dimenticare.
Senza ombra di dubbio a provare a fare qualcosa nella notte sempre più tenebrosa di Milano è stato Stephan El Shaarawy. Dopo un avvio di stagione un po’ in ombra, il piccolo Faraone sfodera un’ottima prestazione nonostante la prestazione generale del diavolo sia stata tutt’altro che convincente.
El 92 si sbatte finchè Allegri non decide, in maniera del tutto incomprensibile, di toglierlo dal campo. Si muove, ci prova, si va a prendere il pallone e cerca l’iniziativa, è lui l’uomo che va più vicino al gol nelle fila rossonere, ci mette personalità ed una classe che non può essere messa in discussione.
Manca solo l’ultimo passo ad El Shaarawy, costruisce bene fra movimenti, dribbling e controllo di palla le sue occasioni, ma gli manca l’acuto, il tiro è sempre troppo centrale, arriva giusto un attimo dopo sui rarissimi passaggi interessanti dei compagni, ma il passo in avanti è deciso e si vede. Manca ancora l’intesa con Pazzini, difficile trovare i tempi con un giocatore del genere, molto più di quanto lo fosse con Ibra e Cassano.
Deve crescere Stephan, attende solo quel salto di qualità definitivo per diventare un trascinatore, ma la prestazione contro l’Atalanta spinge ad essere fiduciosi. Allegri (indiziato numero uno per l’assassinio del gioco di un Milan che non riesce mai ad imbastire una manovra degna di questo nome) chiede ai suoi più fiducia nei propri mezzi, più spensieratezza e maggiore coraggio, El Shaarawy è sembrato sulla strada giusta, in attesa che arrivi il lampo, il gol, la sua prestazione convince molto più di quella dello smarrito Bojan che ne ha preso il posto per nascondersi fra le pieghe di una sconfitta avvilente.
Bentornato Faraone, bentornato giovane campione che tiene ancora vive tante speranze rossonere, sempre più fioche una partita dopo l’altra.
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